Un milione di bambini costretti a fuggire dal Paese. Oltre tre milioni di sfollati all’interno dei confini nazionali. In Siria fa notizia vedere una classe riempirsi di alunni. Accade nel villaggio di Madaya, nel nord della provincia di Idlib, in mano ai ribelli anti-Assad.

Duecento bambini sono ritornati a scuola la scorsa settimana. Sono appena un po’ più fortunati rispetto ai quasi due milioni che hanno abbandonato gli studi. Vivono nella paura: il regime ha già bombardato diversi edifici scolastici.

Abdo ha 12 anni e negli ultimi 3 ha visto decine di razzi e missili bombardare il suo villaggio. La mattina raggiunge la scuola con il suo fratello più piccolo. Il padre, Ahmed, è un combattente dell’esercito libero siriano. Se la guerra continua, dice, i figli dovranno arrularsi.

“La nostra vita è diventata troppo difficile. Non abbiamo nulla da dare ai nostri figli – spiega Ahmed – Quando abbiamo bisogno di comprare una penna, dei libri o altro materiale didattico, non riusciamo a trovare niente nei negozi”.

Abdo spera di diventare dottore, ma per il padre è un dovere morale e religioso diventare un combattente.

Chi lo ha incontrato gli chiede cosa sogna la notte, mentre dorme. Abdo abbassa la testa e resta in silenzio. (http://it.euronews.com/2013/10/01/siria-a-idlib-riapre-una-scuola-bambini-generazione-senza-sogni/)

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