La crisi cambia gli assetti produttivi e rivela nuovi scenari economici. E mentre il sistema delle imprese registra l’incremento decennale più basso degli ultimi 40 anni e la Pubblica Amministrazione ha sempre meno risorse a disposizione, con una conseguente e costante riduzione del personale, il mondo del non profit cresce e amplia il raggio delle proprie attività.

Al 31 dicembre 2011, secondo i risultati del 9° Censimento Istat su Industria e servizi, Istituzioni pubbliche e Non Profit, le organizzazioni non profit attive in Italia sono 301.191, in aumento del 28% rispetto al 2001. Si tratta del 6,4 per cento del totale delle unità economiche esistenti e operano, per il 65 per cento, nei settori della cultura e dello sport, seguiti dai settori dell’assistenza sociale (con 25mila istituzioni), delle relazioni sindacali e di rappresentanza (16 mila realtà), dell’istruzione e ricerca (15mila istituzioni).

Il settore conta sul contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari, 681mila dipendenti, 270mila lavoratori esterni e 5mila lavoratori temporanei. Rispetto al 2001, il numero di istituzioni con lavoratori esterni è raddoppiato (35.977 istituzioni non profit nel 2011 contro 17.394 nel 2001) con un incremento del numero di collaboratori del 169,4 per cento.

Il non profit è cresciuto soprattutto nel Nord e Centro Italia, tanto che quasi la metà dei dipendenti impiegati nelle istituzioni non profit (46,9 per cento) è concentrata in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna.

Le organizzazioni lombarde sono le più strutturate del Paese. La regione ha il primato assoluto per dimensione e crescita di istituzioni non profit (+37,8 per cento). Lo stesso andamento riguarda gli addetti, che a fronte di un incremento dello 0,6 per cento nelle imprese e un calo del 17,7 per cento nelle istituzioni pubbliche, nelle istituzioni non profit sono aumentati del 60,7 per cento.

Un dinamismo dovuto, secondo quanto emerge dall’indagine, dal fenomeno di ‘sostituzione’ tra un settore e l’altro.

La forte espansione del non profit e la contestuale contrazione delle istituzioni pubbliche ha cioè determinato un incremento rispetto al 2001 della quota di addetti nelle istituzioni non profit (il cui peso passa dal 2,5 per cento del 2001 al 4,0 per cento nel 2011) a fronte di una corrispondente contrazione della quota di addetti delle imprese (rimasti sostanzialmente invariati in termini assoluti) e delle istituzioni pubbliche. Nei comparti della sanità e dell’assistenza sociale si registra un calo di addetti pubblici. Negli stessi comparti di attività aumentano gli addetti del non profit (+39 mila unità) e delle imprese (+33 mila unità).

Dai confronti intercensuari si conferma inoltre la tendenza alla de-industrializzazione del sistema produttivo lombardo, con un consistente calo dell’occupazione nella manifattura (270 mila addetti in meno, pari a -21 per cento).

La de-industrializzazione lascia quindi spazio alla terziarizzazione del sistema produttivo, con un aumento significativo rispetto al 2001 degli addetti nel settore del commercio, alberghi e ristorazione (+170 mila) e dei servizi alle imprese (+35 mila). (http://www.tafter.it/2013/10/03/sociale-crescono-le-organizzazioni-non-profit-e-i-lavoratori-impiegati-nel-settore/)

Fonte: Adnkronos

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