C’era una volta Massimo Lopez. E con lui c’erano gli anni ottanta, gli spot cult, un plotone di esecuzione e… un telefono. Quello col filo e la cornetta. Al tempo una telefonata poteva anche allungare la vita. Ma era solo finzione. Un espediente narrativo buono ancora oggi per tutti i pubblivori più nostalgici. Eppure sembra che vivere più a lungo (e meglio) sia davvero possibile. La buona notizia, in questa che è la giornata internazionale degli anziani, è che per allungare la vita non serve una telefonata. Basta fare volontariato.
Donare agli altri un po’ del proprio tempo riduce infatti del 20% il rischio di mortalità. Chi fa della solidarietà e del dono una regola di vita cade più raramente in depressione, è felice e apparentemente si mantiene anche più in forma. Addirittura nei volontari ultra 50enni il rischio di ipertensione si riduce del 40%. Beh, non siamo noi a dirlo. E’ tutto scritto nella ricerca della Carnegie Mellon University di Pittsburgh pubblicata sulla rivista americana ‘Psychology and Aging’.
Che il volontariato faccia invecchiare bene emerge chiaramente anche dalla ricerca
‘Volontariato e invecchiamento attivo’, realizzata dalla Fondazione Emanuela Zancan. Il 72,3% degli intervistati – tutti soci di Arci, Anteas, Uisp, Aics e
Auser – è infatti convinto che invecchiare in modo attivo favorisca il benessere psicofisico, la capacità di confrontarsi con altri punti di vista (52,1%) e di impegnarsi a favore del prossimo (46,5%). Ma chi sono questi anziani? Hanno tra i 65 e i 75 anni, sono pensionati e vivono in famiglia. Il loro livello d’istruzione è medio-alto e circa il 90% si ritiene soddisfatto del proprio stato di salute. Cioè che sorprende positivamente è che, in media, fanno volontariato da ben 16 anni. Il 30% dedica alle attività volontarie dalle 5 alle 10 ore settimanali; cifra che sale fino a 20 ore a settimana per il 28,6%.
Una delle associazioni coinvolte nella ricerca è proprio Auser, che in tutta Italia conta oltre 1.500 sedi, più di 300mila iscritti e circa 48mila volontari. Il valore aggiunto della loro azioni e i concetti cardine su cui ruota la preziosa attività dell’associazione ce la spiega il presidente nazionale Enzo Costa.
“Affermare la dignità delle persone che invecchiano. E’ questo il nostro primo obiettivo, vero valore aggiunto ed essenza pulsante di Auser”, spiega Costa. “E’ in corso una battaglia culturale destinata a promuovere, difendere e affermare questo concetto. L’Italia è il paese più vecchio d’Europa. Complice la crisi e l’assenza di provvedimenti, ora rischiamo anche di diventare il paese in cui s’invecchia peggio. Ci troviamo quindi di fronte a una nuova sfida: affermare la dignità della vecchiaia, riconoscere la sua esistenza e interpretarla in modo attivo come fosse l’arco della vita. E’ anche per questo che noi di Auser mettiamo la persona e il territorio al centro di tutte le attività. Perché è qua, in questi spazi, che il volontariato si trasforma in risorsa”. (
http://buonenotizie.corriere.it/2013/10/01/anziani-vivere-meglio-e-piu-a-lungo-e-possibile-basta-fare-volontariato/)
di Gianluca Testa