Roma. In seguito all’accordo negoziato tra i governi di Russia e Stati Uniti d’America, l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) chiede ai due Stati di mettere come priorità della propria agenda diplomatica l’aumento dell’assistenza umanitaria a milioni di siriani colpiti dalla guerra.

Vista la molteplicità degli attori coinvolti nel conflitto siriano, è prioritario che il governo russo e quello degli Stati Uniti lavorino con i propri alleati politici per sviluppare una strategia per facilitare una imponente iniezione di aiuti umanitari laddove ve ne sia più bisogno in Siria.

E’ necessario chiarire che la richiesta di rimuovere l’attuale “blocco” umanitario non deve essere interpretata come una richiesta di assistenza militare. Come riconosciuto dal diritto umanitario internazionale, gli operatori umanitari devono essere autorizzati a muoversi liberamente per raggiungere le persone che hanno bisogno di aiuto. Il governo degli Stati Uniti e della Russia dovrebbero impiegare lo stesso livello di energia diplomatica per incrementare l’assistenza a milioni di vittime della violenza, come è stato fatto per arrivare ad un accordo sul controllo delle armi chimiche. Nei circa due anni e mezzo del conflitto siriano, la guerra ha ucciso più di centomila persone. Un quarto della popolazione del paese è stato costretto a fuggire dalle proprie case. Altri 2,1 milioni di persone hanno lasciato il paese.

Il sistema sanitario – come il resto della società siriana – è sotto continuo assedio e non è più in grado di rispondere ai bisogni medici più acuti e cronici della popolazione. Gli ospedali e il personale medico sono presi di mira. Dei 91 ospedali pubblici del paese, ben 55 (pari al 60% del totale) sono stati danneggiati o completamente distrutti.

In molte aree, le persone sono troppo spaventate per attraversare le linee del fronte e accedere all’assistenza sanitaria, e il personale medico è stato ucciso, arrestato, torturato e minacciato. Dall’inizio della guerra sono stati uccisi 22 volontari siriani della Mezzaluna Rossa Siriana. Il contesto sta diventando sempre più difficile per poter garantire assistenza medica indipendente. Un recente esempio è stato il bombardamento, a inizio settembre, di un ospedale da campo a Bab, nel nord della Siria, da parte delle forze aeree siriane: sono stati uccisi 9 pazienti e 2 medici. Gli operatori umanitari sono stati presi di mira anche da alcuni gruppi di opposizione.

Prima del conflitto, la Siria aveva un sistema sanitario ben funzionante, con elevate competenze mediche e una propria industria farmaceutica. Ma oggi, tali risorse sono quasi completamente esaurite, in entrambi i lati delle linee del fronte. I farmaci essenziali si stanno esaurendo, come risultato del collasso dell’industria farmaceutica o indirettamente a causa delle sanzioni internazionali imposte alla Siria. L’effettivo blocco delle forniture mediche attraverso le linee del fronte verso le zone controllate dalle forze dell’opposizione si somma alle sanzioni imposte ad alcune aree del paese.

Il numero dei medici che hanno lasciato il paese è molto alto. Fra questi ne rimangono solo pochi specializzati, e altri specializzandi e chirurghi con poca o alcuna esperienza di operazioni su pazienti con ferite di guerra. I dentisti effettuano interventi minori, i farmacisti visitano i pazienti e i giovani lavorano come infermieri volontari.

Oggi, la popolazione siriana è vittima non solo dei proiettili, delle bombe e dei missili, ma anche di malattie croniche facilmente curabili e prevenibili come il diabete e l'ipertensione. In alcune parti del paese, malattie infettive, una volta sotto controllo, tra cui il morbillo e la leishmaniosi cutanea, si stanno nuovamente diffondendo. Per le donne che affrontano gravidanze con complicazioni, è praticamente impossibile ottenere cure ostetriche di emergenza. La risposta umanitaria è stata finora inadeguata, e ha solo peggiorato un sistema sanitario già collassato nelle aree controllate dall’opposizione.

Dall'inizio del conflitto, le autorità siriane hanno negato l'autorizzazione a MSF per operare all'interno del paese. A causa degli immensi bisogni umanitari, MSF è stata costretta a impegnarsi in operazioni transfrontaliere di soccorso umanitario dai paesi limitrofi verso aree controllate prevalentemente dall’opposizione.

I 6 ospedali e le 2 cliniche di MSF in Siria stanno conducendo una media di 10.000 visite mediche e 430 interventi chirurgici al mese: ciò dimostra le enormi esigenze nelle aree dove MSF è in grado di operare. Nel resto della Siria, dove MSF non può lavorare direttamente, l'organizzazione ha anche supportato 28 ospedali e 56 cliniche; tutte riferiscono carenze disastrose di forniture mediche essenziali a causa dell’estrema difficoltà di passaggio del materiale medico attraverso checkpoint e blocchi stradali.

I governi russo e iraniano devono utilizzare i loro forti legami con le autorità siriane per garantire alle agenzie umanitarie l'accesso e la possibilità di operare nelle zone controllate dal governo siriano e di attraversare le linee del fronte nelle aree del paese controllate dall’opposizione. Le autorità di Damasco devono anche sciogliere i nodi amministrativi che rallentano la distribuzione degli aiuti nel paese, come la chiusura delle vie di approvvigionamento, le restrizioni ai movimenti degli operatori umanitari e altri ostacoli burocratici. Inoltre, il governo siriano deve rispettare l'imparzialità e la neutralità delle strutture mediche e cessare ogni attacco alle strutture sanitarie, al personale e ai pazienti, nonché facilitare la circolazione di materiale medico e di personale sanitario attraverso le linee del fronte e le frontiere.

Gli Stati chiave che supportano direttamente o indirettamente i gruppi di opposizione tra cui gli Stati Uniti, la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar, devono garantire che questi gruppi facilitino e rispettino la fornitura di assistenza umanitaria attraverso le linee del fronte. Questi stessi paesi devono garantire che i gruppi di opposizione si impegnino anche a non stabilire basi militari in prossimità di strutture mediche e di cessare di prendere di mira e minacciare operatori sanitari e pazienti.

La responsabilità di facilitare e rispettare la fornitura di assistenza umanitaria in Siria ricade anche sulle spalle di tutti i gruppi armati, delle milizie e degli Stati che hanno un’influenza o un coinvolgimento nel conflitto. I paesi vicini devono tenere aperte le frontiere per consentire il libero flusso di assistenza in Siria e dei rifugiati che cercano aiuto al di fuori del paese.

Devono essere intrapresi tutti gli sforzi diplomatici per garantire che le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni di soccorso umanitario siano in grado di fornire assistenza d'emergenza al popolo siriano, sia da Damasco che dai paesi vicini.

La crisi senza precedenti in Siria richiede uno sforzo diplomatico senza precedenti e concertato per facilitare l'assistenza umanitaria. Migliaia di siriani vengono uccisi o sfollati ogni mese. Un accordo per agevolare l'assistenza umanitaria deve essere al centro di ogni tentativo per rispondere alla catastrofe creata da questa guerra. Sono in gioco le vite di milioni di siriani.

Unni Karunakara - Presidente Internazionale di Medici Senza Frontiere

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