Dopo i tagli anche l’aumento dell’IVA, sempre più penalizzato il comparto dell’assistenza ai più deboli e alle fasce meno tutelate. La presa di posizione dei CSV Siciliani.
La legge di stabilità 2013 prevede che dal 1° gennaio 2014 l’IVA sui servizi socio-sanitari ed educativi passi dal 4 al 10 per cento. Una misura che colpisce un settore già penalizzato dai notevoli tagli che hanno interessato ampie fasce di cittadini in difficoltà.
Per questo il Coordinamento regionale dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) di Sicilia, riunito in questi giorni ad Enna, ha votato all’unanimità un ordine del giorno nel quale esprime la propria contrarietà alla misura. Infatti, l’aumento dell’imposta di ben 6 punti percentuali, va ulteriormente a gravare in un ambito in cui fra Stato, Regione e Comuni sono state notevolmente ridotte – se non addirittura azzerate – le politiche a sostegno dei disabili, delle famiglie bisognose, degli anziani e dei minori in difficoltà.
I servizi forniti dal Terzo settore reggono buona parte dell’assistenza che il pubblico sempre più spesso non riesce a garantire, per cui l’aumento dei costi dovuti alla nuova tassazione mette seriamente a rischio la tenuta del welfare su vari territori siciliani in cui i Comuni hanno scarsissimi fondi per assistenza domiciliare ai non autosufficienti, asili, case famiglia, centri diurni, servizi per anziani e persone con disabilità. Il tutto, di conseguenza, si tradurrà in una riduzione di servizi che graverà ancora di più sulla già precaria situazione delle famiglie siciliane.
Il Coordinamento dei CSV di Sicilia, pertanto, oltre a confermare il proprio impegno per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni provocati dall’applicazione dell’aumento previsto, chiede ai parlamentari siciliani un’azione mirata ad evitare l’applicazione del provvedimento e a modificare la normativa in modo da tutelare un welfare e una coesione sociale che nella nostra Regione sono già duramente messe alla prova.