Si è svolta nei giorni 12-13 settembre a Riva del Garda l'11a edizione del Workshop di Iris Network sull'impresa sociale. Un primo dato lo si avvertiva a colpo d'occhio: il 70% dei 500 presenti era lì per la prima volta, più di un terzo erano under 30. E quindi, tante le idee nuove e le proposte, che in queste ore sono in corso di caricamento sul sito di IRIS (mentre esce NotizieInRete è presente la relazione di apertura di Carlo Borzaga).

Il presidente di Idee in Rete Gianfranco Marocchi è intervenuto nella sessione conclusiva, in cui si è fatto il punto su una delle focalizzazioni del workshop, relativo alla riflessione sull'impresa sociale, ove si sono sviluppate alcune riflessioni sulle possibili modifiche alla normativa sull'impresa sociale.

Nessuna contrarietà - ha affermato Gianfranco Marocchi - a ragionare per le imprese sociali circa meccanismi di limitata distribuzione degli utili o su meccanismi che permettano la presenza negli organi di investitori pubblici e privati; del resto è quanto in sostanza avviene nel mondo cooperativo.

Quello che sarebbe errato è identificare in questo aspetto la maggiore urgenza che l'esperienza dell'imprenditorialità sociale italiana consegna al dibattito politico.

Senza negare i ben noti aspetti di fatica che oggi interessano la cooperazione sociale, manca una riflessione adeguata che parta dai dati di fatto sottolineati l'anno scorso dal Censis e ora dall'Istat.

Il settore non profit e in particolare la cooperazione sociale in questi anni sono cresciuti più di ogni altra impresa, hanno resistito alla crisi (almeno per i primi tre - quattro anni) grazie 1) alla capacità di suscitare impresa, 2) di farlo in modo democratico e partecipato e 3) di creare reti di reciproco sostegno.

Bene, nessuno dei tre governi che hanno gestito la crisi ha provato a fare propria questa lezione, tanto è vero che ancora oggi le ricette prevalenti sono fatte di incentivi e ammortizzatori sociali, mentre al contrario molto vi sarebbe da imparare. Facciamo alcuni esempi.

  • Suscitare impresa: ad esempio permettere (su base volontaria, ci mancherebbe!) l'utilizzo degli ammortizzatori sociali per creare imprese entro percorsi di sostegno da parte di soggetti economici locali; affidare ad imprese di comunità la gestione e la valorizzazione di beni pubblici quali aree naturali, patrimonio artistico.
  • farlo in modo democratico e partecipato: ad esempio premiare le imprese ove un imprenditore coinvolga nella gestione dell'impresa (non solo negli utili / perdite) i lavoratori ed eventualmente altri stakeholder.
  • creare reti di reciproco sostegno: ad esempio sostenere patti di mutualità tra imprese, creazione di reti sia sul livello territoriale che non.

In sostanza, ciò che sembra stonato in alcune riflessioni sulle urgenze normative in tema di impresa sociale, non è tanto il merito di alcune proposte, che sono peraltro in buona parte sovrapponibili a quanto già previsto per le cooperative; ma il fatto che continui a non essere all'ordine del giorno la diffusione dei germi cooperativi nel sistema economico, pur a fronte delle evidenze; cosa che non significa "dare incentivi alle cooperative", ma rendere più cooperativo il sistema economico, a partire da quello che oggi non lo è.

Accanto a questo è sicuramente necessario avviare una riflessione sul mondo cooperativo. La platea di Riva del Garda rappresentava un chiaro stimolo in tal senso. Se per molti anni il servizio civile ha rappresentato un canale di costante ingresso di giovani generazioni - motivate e qualificate - nella cooperazione sociale, la fine di questa esperienza, contemporanea all'inizio della "trincea" di resistenza alla crisi per molte cooperativa, ha significato un'interruzione del ricambio generazionale di cui vi è bisogno come non mai. Così come lo stesso sentimento di trovarsi in crescenti ristrettezze, incompresi dalle istituzioni che mirano solo al risparmio, rischia di deprimere anche quella tendenza a fare rete, "guardare avanti, fuori e oltre" che è stato un punto di forza per le cooperative sociali. Di qui, invece, bisogna ripartire.

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