Il decreto “L’Istruzione riparte”, approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri, presenta novità importanti che mirano ad un complessivo rinnovo dell’apparato della formazione nel nostro Paese. I cambiamenti più rilevanti vanno dal potenziamento delle borse di studio, passando per gli interventi sul personale scolastico, a misure che favoriscano l’orientamento degli studenti combattendo la dispersione scolastica e in generale creino condizioni che possano migliorare lo status dello studente in Italia nel suo insieme.
Tra le misure di semplificazione del sistema universitario e della ricerca c’è anche un articolo dedicato interamente agli studenti stranieri in Italia. Infatti, come sottolinea la nota del MIUR, “la durata del permesso di soggiorno degli studenti stranieri è allineata a quella del loro corso di studi o di formazione, nel rispetto della disciplina vigente sulle certificazioni degli studi e dei corsi formativi”.
Ciò significa che gli studenti stranieri che studiano attualmente in Italia potranno avere il permesso di soggiorno valido fino al termine del loro percorso accademico senza dover seguire lunghe e faticose trafile per rinnovare annualmente il proprio permesso. Una procedura che ha fino ad oggi comportato costi significativi nonché spesso procedure burocratiche interminabili. Si tratta dunque di una norma di primaria importanza che snellirà l’iter burocratico degli studenti, ma soprattutto sarà un modo per rendere il sistema d’immigrazione in Italia un po’ più efficiente.
Non solo questa norma aiuterà gli studenti stranieri che studiano in Italia ma, come ha rivelato il premier Enrico Letta, questa è una norma “fatta apposta per cercare di essere più attrattivi nei confronti degli studenti che dall’estero vengono a studiare in Italia”. Secondo il rapporto dell’European Migration Network, negli atenei italiani solo 1 studente su 26 è straniero (3,8%), contro la media europea del 8,6% (Gran Bretagna 21,6% ; Germania 10,6%). Il ridotto numero di studenti internazionali che intende effettuare il proprio percorso accademico in Italia è certamente dovuto alla burocrazia, all’inefficiente sistema italiano di riconoscimento dei titoli di studio e alla carenza di servizi abitativi.
Secondo il Ministro per l’Integrazione Kyenge, questo provvedimento è un passo importante per l’Italia che ci pone a livello degli altri paesi e che soprattutto rende il sistema universitario italiano più competitivo, cercando di venir incontro “ai molti studenti che per difficoltà burocratiche non riuscivano a continuare gli studi”. Un vero e proprio atto di semplificazione questo, che faciliterà le condizioni dello studente straniero in Italia facendo sì che l’università italiana diventi più “appetibile” alla realtà esterna. (
http://frontierenews.it/2013/09/universita-permesso-di-soggiorno-valido-fino-al-termine-degli-studi/)
Alessio Chen