«Uno “spettro” si aggira per la provincia e minaccia di colpire pesantemente la rete dei servizi sociali del territorio, con gravi ripercussioni su occupazione e qualità della vita di molti utenti. Si tratta del previsto aumento dell'Iva, dal 4 al 10%, per i servizi fatturati dalle cooperative sociali, quelle, per intenderci, che ricevono in appalto dai Comuni la gestione di asili nido, servizi di assistenza domiciliare, sostegno scolastico e quant'altro componga il welfare quotidiano di ogni paese, grande o piccolo che sia».
L'allarme arriva dalla Cisl bergamasca che sottolinea come da gennaio sia possibile un rincaro di 9 milioni sui servizi a carico dei Comuni. «Dal prossimo primo gennaio, se nessuno dovesse intervenire per modificare questa scelta, qualsiasi Comune, che avesse intenzione di appaltare un servizio per 200.000 euro, avrebbe un esborso superiore secco di 12 mila euro. Questi soldi - dice Francesco Corna, segretario Cisl responsabile del welfare - potrebbereo essere totalmente assorbiti dalle casse comunale, che però avrebbero ancora meno soldi da investire nel paese, o totalmente scaricati sull'utenza. Questa manovra, infatti, altro non rappresenta che un ulteriore appesantimento per la spesa privata, oltre che un onere aggiuntivo per gli enti locali con riflessi negativi sull' occupazione».
Secondo stime della Confocooperative, la ricaduta occupazionale di questa scelta interesserebbe oltre 500 persone solo in bergamasca, con pochi, se non nulli, benefici per le casse centrali dello Stato. Il gettito è stato infatti stimato in circa 500 milioni di euro, ma rischia di scaricarsi sull' aumento del costo dei servizi per Comuni e famiglie, riducendo il numero delle prestazioni e possibili fenomeni di elusione fiscale. L'unico effetto infatti sarà quello di spostare risorse dagli enti locali alle casse statali, senza alcun vantaggio reale, riducendo del 6% le prestazioni di welfare territoriale che i Comuni oggi garantiscono. Gli enti locali, infatti, con le medesime risorse del 2013, nel 2014 forniranno meno servizi sociali agli italiani. Potrebbero infatti essere tagliati i servizi di inclusione sociale proprio alle fasce più deboli della popolazione: molte persone rimarranno senza servizi.
La questione del finanziamento degli interventi e dei servizi attraverso i fondi nazionali, che negli anni scorsi hanno subito riduzioni drastiche, costituisce da tempo uno dei campi di battaglia più intensi per la Cisl e la Fnp di Bergamo. Le iniziative per il rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza ha portato, proprio grazie all'azione della Cisl, 275 milioni di euro per il 2013. E adesso le energie del sindacato di via Carnovali verranno indirizzate per scongiurare un vero e proprio «scompiglio sociale».
«Il volume economico del welfare appaltato alle cooperative sociali – continua Corna - è stimabile attorno ai 140 milioni di euro all'anno. L'aumento dell'Iva produrrebbe un rincaro di circa 9 milioni di euro che i Comuni dovrebbero in qualche modo sobbarbarsi, con conseguenze molto pesanti per quelli che sono i principali gestori della spesa socio assistenziale. Questo potrebbe produrre, a caduta, un impoverimento in qualità e quantità dei servizi e, non meno importante, un rimpicciolimento degli organici delle cooperative».
«L'aumento dell'Iva deve essere scongiurato perché produrrà danni enormi ai servizi erogati dalle cooperative sociali, generando una forte pressione ai Comuni. Certamente bisogna intervenire per riportare l'Iva di queste prestazioni al 4%. La Cisl – conclude Corna - condivide le forti preoccupazioni delle famiglie, delle cooperative sociali e delle comunità». (
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