Il governo annuncia 26 mila immissioni in ruolo su sostegno per i prossimi anni ma al momento si registrano gravi carenze soprattutto nella scuola primaria.
Ne avevamo parlato nei giorni scorsi, in attesa del Consiglio dei Ministri del 9 Settembre in cui il Governo si è impegnato alla stabilizzazione di oltre 26 mila docenti di sostegno nei prossimi tre anni: tale provvedimento dovrebbe quantomeno in parte tamponare una situazione di precariato orami insostenibile, che coinvolge un docente su due.
Questa, certamente, è una buona notizia e ci si augura possa trovare immediata applicazione, però non risolve al momento la situazione di emergenza in cui versano oggi le scuole, che stanno riaprendo i cancelli con un problema ormai consueto: non ci sono gli insegnanti di sostegno. Le famiglie sono indignate e propongono azioni di ricorso collettivo nazionale, mentre gli Uffici Scolastici Territoriali (ex Provveditorati) esauriscono in breve le convocazioni degli specializzati, del tutto insufficienti a coprire il fabbisogno. Così, i tanti posti non assegnati tornano alle scuole, che devono provvedere alla nomina tardiva di supplenti non specializzati. Ciò accade ormai da anni.
GLI SPECIALIZZATI CHE NON POSSONO DICHIARARE IL TITOLO – A ciò si aggiunge che diversi docenti di scuola primaria e dell’infanzia, se hanno conseguito il titolo abilitante all’insegnamento (laurea in Scienze della Formazione Primaria) in data posteriore all’aggiornamento delle graduatorie di istituto (delle scuole), qualora non presenti anche nelle graduatorie provinciali, ormai chiuse da qualche anno, non hanno la possibilità di dichiarare il titolo di specializzazione per il sostegno posseduto e, perciò, i posti vengono assegnati non a loro ma a docenti presenti in graduatoria anche se privi di specializzazione e di abilitazione.
EMERGENZA ALLE SCUOLE PRIMARIE – Gli insegnanti di sostegno specializzati, soprattutto di Scuola Primaria, sono carenti ovunque ma, in alcuni territori, il fabbisogno è oggi davvero esorbitante rispetto al numero degli specializzati disponibili. Nelle grandi regioni del nord, soprattutto, si è in assoluta emergenza. E’ così in Lombardia, in Piemonte, in Veneto: in quest’ultima regione, ad esempio, centinaia di posti sono rimasti non assegnati e non si potrà in alcun modo assicurare agli alunni un docente con specializzazione. Nelle province di Venezia, Vicenza, Verona o Padova, nello specifico, a fronte di 250/300 posti disponibili in organico di fatto (incarichi annuali) per ciascuna provincia, sono presenti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento circa cento docenti, in alcune anche meno. Così centinaia di posti di sostegno tornano alle scuole. Se a ciò si aggiunge la turnazione dovuta all’aggiornamento tardivo delle graduatorie delle scuole, che individua aventi diritto dopo mesi dall’inizio dell’anno scolastico, ne deriva un’attenzione decisamente improbabile verso la qualità dell’istruzione per gli allievi disabili.
COSA FA IL GOVERNO? – I continui ricorsi delle famiglie ai tribunali amministrativi, l’attuale iniziativa nazionale, il crescere del problema ovunque hanno portato alcuni risultati importanti: con un recente decreto le università sono state autorizzate ad avviare nuovi corsi di specializzazione per il sostegno e, nel Consiglio dei Ministri citato è stata decisa la stabilizzazione di un discreto numero di docenti, che potrebbe assicurare continuità didattica a molti alunni disabili. In esso si prevede che già nell’anno scolastico appena iniziato si provveda all’assunzione di 4 400 docenti.
Attendiamo, genitori e docenti, con fiducia, mantenendo però gli occhi aperti. (
http://www.disabili.com/scuola-a-istruzione/articoli-scuola-istruzione/28958-la-scuola-riapre-e-torna-lemergenza-sostegno-insufficiente-ovunque-soprattutto-alla-scuola-primaria#.UjFv9D-d8q5)