Agci, Confcooperative, Legacoop Marche (nella foto a sinistra la conferenza stampa di ieri) hanno espresso le preoccupazioni delle 220 cooperative sociali in queste imprese per l’aumento di 6 punti dell’Iva sulle prestazioni socio-sanitarie ed educative che rischia di mettere in ginocchio queste imprese e, di conseguenza, tutto il sistema regionale di assistenza. A rischio licenziamento 1300 lavoratori.

A rischio la tenuta del sistema del welfare e della coesione sociale. E’ quanto potrebbe accadere con l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% sui servizi socio-sanitari ed educativi, che vengono resi alla comunità dalle 220 cooperative sociali delle Marche e dai loro consorzi, imprese che occupano 8 mila lavoratori. Per questo, i rappresentanti della cooperazione sociale dell’Alleanza delle Cooperative Italiane delle Marche, il coordinamento composto da Agci, Confcooperative, Legacoop Marche, hanno incontrato nel pomeriggio, nella sede di Legacoop ad Ancona, i parlamentari marchigiani.

L’aumento del 6% dell’Iva, previsto dall’art. 1 comma 489 della Legge di stabilità 2013 che dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio 2014, hanno spiegato Orietta Zitti, Agci Marche, Eraldo Giangiacomi, Confcooperative Marche, Amedeo Duranti, Legacoopsociali Marche, e Gianfranco Alleruzzo, presidente Legacoop Marche, agli onorevoli Luciano Agostini, Piergiorgio Carrescia, Emanuele Lodolini del Pd, Lara Ricciatti di Sel, “rischia di mettere in ginocchio, anche nelle Marche, centinaia di cooperative del settore socio-sanitario ed educativo e i loro lavoratori che, nella regione, offrono la maggioranza dei servizi di welfare più utilizzati da un numero incalcolabile di famiglie, asili, centri diurni, assistenza domiciliare per i non autosufficienti, servizi residenziali e diurni per gli anziani e per le persone con disabilità”.

Con questo incremento, hanno spiegato i cooperatori, “si rischierebbe un aumento del costo dei servizi sia per i Comuni sia per i privati oltre ad un abbassamento quantitativo delle prestazioni e qualitativo dei servizi stessi”. Le coop sociali stimano, inoltre, che questa decisione potrebbe provocare, insieme ad altri provvedimenti restrittivi delle risorse, già in corso, legati alla spending review, il licenziamento di 1.300 lavoratori nelle Marche, 42.800 in tutta Italia. “Il paradosso – hanno spiegato ancora le Centrali cooperative ai parlamentari – è che non vi sarà alcun recupero di gettito dal momento che l’Iva la verseranno i Comuni che si vedranno costretti a ridurre del 6% le prestazioni di welfare territoriale oggi garantite.

Risultato di questa cervellotica operazione di tecnocrazia contabile sarà che nel 2014, con le medesime risorse, i Comuni forniranno meno servizi sociali alle fasce più deboli della popolazione”. Ci sarà, quindi, “una crescita della spesa per i Comuni, per il Sistema sanitario regionale e un aggravio per le famiglie rispetto alle attuali tariffe”. I parlamentari marchigiani hanno dato la loro massima disponibilità ad impegnarsi a sostegno della richiesta delle coop sociali in sede di discussione della Legge di stabilità. L’aumento del gettito, che arriverebbe dall’aumento dell’Iva, sarebbe di circa 150 milioni, una risorsa limitata per lo Stato, hanno concordato i deputati, rispetto al danno sociale che potrebbe provocare il licenziamento di oltre mille persone e alle conseguenze sul sistema del welfare regionale e nazionale. (http://www.nelpaese.it/index.php?option=com_content&view=article&id=789:aumento-iva-rischiano-1300-lavoratori-e-assistenza&catid=337&Itemid=203)

Redazione Marche

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