250 organizzazioni della società civile araba scrivono a Obama e Putin. Oxfam Italia: "Sosteniamo con convinzione le richieste delle organizzazioni della società civile araba, con cui lavoriamo da anni. L’intervento armato non è una soluzione”

Roma. Di fronte all’aggravarsi della crisi siriana, che rischia di destabilizzare l’intera regione mediorientale, 250 organizzazioni della società civile araba con cui Oxfam collabora, hanno scritto una lettera a Barack Obama e Vladimir Putin, invocando negoziati di pace e una road map che porti la Siria fuori dalla guerra civile.

“Le persone colpite da questo conflitto saranno, entro la fine dell’anno, 13/14 milioni, un quarto dei quali profughi in Libano, Giordania e in altri paesi confinanti – si legge nella lettera – chiediamo con urgenza alla comunità internazionale, e particolarmente ai presidenti di USA e Russia, di adottare tutte le misure necessarie per trovare una soluzione politica e fermare lo spargimento di sangue in Siria”.

Un tavolo negoziale che abbia al centro la richiesta di un immediato cessate il fuoco in tutta la Siria, da parte di Governo e opposizione, è quanto le 250 organizzazioni chiedono a Obama, Putin e a tutta la comunità internazionale, condizione necessaria per garantire una soluzione politica al conflitto.

“Chiediamo inoltre che sia assicurato un Ginevra 2, una conferenza che realisticamente ridisegni il futuro per la Siria e un processo di pace trasparente e inclusivo di tutte le voci della comunità siriana”, si legge ancora nella lettera.


Dichiarazione di Maurizia Iachino, Presidente di Oxfam Italia

"Sosteniamo con convinzione le richieste provenienti dalle organizzazioni della società civile araba, perché crediamo sia necessario trovare una soluzione politica a questa crisi. Condanniamo con forza l'uso di armi chimiche, l'uccisione indiscriminata di civili, le violazioni dei diritti umani. L'intervento armato non offrirà soluzioni, ma aggraverà una situazione che è già drammatica, come testimoniano i nostri operatori e partner impegnati da mesi nei campi profughi. La sofferenza umanitaria in Siria è enorme: più di 100.000 morti a oggi e quasi 2 milioni di rifugiati. Apprezziamo l'impegno del nostro Governo diretto a evitare un attacco armato unilaterale, e incoraggiamo ogni suo sforzo anche in Europa. Agli altri leader del mondo, che si riuniranno al G20 la prossima settimana, chiederemo di rilanciare con urgenza il processo di pace”.

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