Guarnieri (Fondazione Romanì): “La partecipazione e la valorizzazione delle competenze romanes nella società di oggi, sono le chiavi per l’emancipazione”. Sabato e domenica a Silvi Marina (Teramo) il secondo congresso delle comunità Rom.

Teramo. La partecipazione dei Rom, in particolare dei giovani nei progetti e nella definizione delle politiche che riguardano la propria comunità, è fondamentale per la loro efficacia secondo Nazzareno Guarnieri, presidente della Fondazione Romanì Italia, che ha promosso il secondo congresso delle comunità Rom e delle associazioni che si terrà sabato 7 e domenica 8 settembre a Silvi Marina in provincia di Teramo. E’ prevista la partecipazione di un centinaio di delegati di circa 30 associazioni Rom e non Rom.“Abbiamo voluto riunire tutte le associazioni Rom che non esistono solo sulla carta, ma sono realmente attivea favore delle proprie comunità, di Rom italiani o stranieri”, spiega Guarnieri, “insieme alle associazioni italiane impegnate a favore dei Rom”.

Per Guarnieri la crescita di associazioni costituite interamente o in parte da Rom è dovuta al coinvolgimento di Rom in progetti di associazioni e Enti locali che c’è stato negli ultimi anni: “La professionalità sta crescendo anche all’interno di organizzazioni Rom”, spiega, “ oggi sempre più Enti Locali e associazioni hanno capito quanto è importante la partecipazione attiva di professionisti Rom nell’ambito dei loro progetti”. “C’è ancora molto da fare in questo senso”, aggiunge, “ma la porta si è aperta”.

Scolarizzazione, promozione culturale, denuncia delle discriminazioni e percorsi per far uscire i Rom dai campi nomadi, sono le tematiche su cui è maggiormente attivo l’associazionismo Rom oggi in Italia secondo Guarnieri: “Con il congresso cerchiamo di dare alle associazioni delle linee guida di esperti su questi temi”, afferma, “per questo l’evento si aprirà con interventi di docenti universitari di psicologia, diritto e linguistica che daranno una visione generale sulle sfide da affrontare”.

“La memoria e la cultura sono fondamentali per costruire il futuro”, afferma Guarnieri, “La parte più emarginata della popolazione romanì non lavora perché non sa più chi è e quindi non sa cosa fare”.“Il Rom sta perdendo il suo ruolo sociale e la sua cultura senza prenderne un altro”, spiega. “Ricordarsi da dove si viene è fondamentale per avere un ruolo nella società”. “Non significa estremizzare la propria cultura ma incastrare i propri valori all’interno della società attuale”. Ne è un esempio il progetto che la Fondazione Romanì e l’associazione On The Road stanno promuovendo con l’Ikea di Pescara, per la vendita di artigianato Rom: “Ikea ci darà 175 metri di stoffa da far lavorare a 5-6 donne Rom, e metterà a disposizione i gli spazi per vendere tovaglie e tovaglioli che le donne cuciranno”. In questo modo si valorizza la capacità tradizionale di cucire delle donne Rom che “dato che non riescono più a mantenere le famiglie con il mangel (l’elemosina)” si stanno ingegnando a fare altro. “Bisogna avere consapevolezza del passato ma anche nel presente e nel futuro che è di una società multiculturale – sostiene Guarnieri - per questo il congresso si aprirà con l’intervento di uno psicologo, per riflettere sul nostro progetto formativo e educativo”. (lj) (http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/444080/L-Ikea-da-lavoro-a-sei-sarte-rom)

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