Ogni anno i paesi più poveri perdono tra 100 e 160 miliardi per l’evasione fiscale delle multinazionali. Roma. I paesi in via di sviluppo perdono tra i 100 e 160 miliardi l’anno a causa dell’evasione fiscale delle multinazionali: un’emorragia che impedisce lo sviluppo e la crescita equa delle regioni più povere del mondo.

Per questo Oxfam, alla vigilia del G20 in programma a San Pietroburgo il 5 e 6 settembre, chiede ai leader del mondo di riscrivere le regole fiscali internazionali, approvando il piano globale di lotta all’evasione già discusso dai loro Ministri delle Finanze.

“L’elusione e l’evasione fiscale globale rubano ai paesi più poveri del mondo risorse che invece questi paesi potrebbero investire per contrastare la fame, curare e istruire i propri cittadini” – ha detto Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia “Questo non è più tollerabile. Ci aspettiamo che il G20 definisca delle misure che impediscano alle multinazionali quelle sofisticate operazioni di ingegneria fiscale che ancora oggi permettono loro di evitare di pagare le tasse, in particolare nei paesi in via di sviluppo dove di fatto avvengono le loro produzioni.”

Oxfam calcola che ogni miliardo perduto a causa dell’evasione fiscale internazionale potrebbe servire a:

  • dare cibo a 11 milioni di persone a rischio in Sahel a causa della siccità;
  • pagare per un anno gli stipendi di 400.000 ostetriche nell'Africa Sub-sahariana, dove i tassi di mortalità materna sono i più alti del mondo;.
  • acquistare 200 milioni di zanzariere per combattere la malaria. In Africa muore un bambino al minuto a causa di questa malattia prevenibile e curabile.

“Una riforma del sistema fiscale globale è necessaria per distribuire ricchezza e generare maggiori opportunità di reddito e sviluppo, a beneficio anche della coesione sociale e della stabilità politica.” continua Bacciotti. “Questo G20 è chiamato oggi a guardare oltre la crisi economica e a disegnare nuove strategie di crescita. Ma nessuna prosperità sarà possibile senza risolvere le diseguaglianze di reddito che anche all’interno dei paesi G20 aumentano. Chiediamo ai leader del mondo di rendere la riduzione delle disuguaglianze un obiettivo chiave da raggiungere – proprio come lo è, da anni, la crescita del PIL”, conclude Bacciotti.

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