A quattro anni di distanza dal primo caso di mucca pazza in Italia, torna a crescere la fiducia dei cittadini nel consumo di carne bovina A quattro anni di distanza dal primo caso di mucca pazza in Italia, scoperto il 13 gennaio 2001, torna a crescere la fiducia dei cittadini nel consumo di carne bovina, consumo che nel 2004 registra una crescita del 20% per un totale di 400mila tonnellate di carne venduta. E' quanto emerge da un bilancio tracciato dalla Coldiretti sulla produzione e il consumo di carne bovina, a quattro anni dallo scoppio dell'emergenza alimentare. Nel corso di questi quattro anni - si legge in un notiziario diffuso dalla associazione di coltivatori - il numero degli animali malati si è ridotto di dieci volte grazie alle nuove misure di prevenzione introdotte a livello europeo e nazionale per garantire la sicurezza alimentare. Senza contare il cambiamento cui si è andati incontro in questi anni nell'atteggiamento dei cittadini, che esigono una sempre maggiore trasparenza sull'origine e la qualità dei prodotti che consumano. Si inseriscono in questo percorso di trasparenza, i regolamenti introdotti a livello comunitario che hanno reso obbligatoria la diffusione di informazioni sul processo produttivo di un alimento e sulle sue varietà, qualità e provenienza. Anche in Italia la legge 204/2004 ha introdotto l'obbligo di riportare l'origine dei prodotti agricoli contenuti in tutti gli alimenti, accanto al divieto di utilizzo di farine animali per l'alimentazione del bestiame e l'eliminazione di organi a rischio Bse dalla catena alimentare, riducendo a 7 nel 2004 i soggetti colpiti dalla Bse rispetto ai 31 del 2003. Dati positivi, questi, che fanno ben sperare per un ritorno sulle tavole degli italiani della celebre bistecca alla fiorentina, bandita dall'Unione europea nel 2001, ritorno che portrebbe spingere ulteriormente i consumi di carne bovina. Vita, 11 gennaio 2005

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