L' autunno che ci si prepara a vivere, in Grecia, non sarà certamente facile. Sono in programma licenziamenti e trasferimenti di dipendenti pubblici, chiusure e accorpamenti di ospedali - spesso di provata utilità e efficienza - come anche l'inizio della vendita all'asta degli immobili che appartengono a chi non ha potuto o voluto versare le tasse.
Ci stiamo chiedendo, ormai, se sarà necessario un terzo pacchetto di aiuti alla Grecia, poiché sembra che la Germania stia spingendo verso questa direzione. Molti economisti di fama internazionale, al contrario, pensano che possa essere più saggio, per sostenere Atene, concederle più tempo per ripagare i debiti già contratti.
Accanto a tutto questo, tuttavia, esiste anche un'altra realtà. La crisi economica ha escluso totalmente dall' agenda del dibattito pubblico l'importantissima questione dei diritti civili. Un qualcosa che, mi pare di capire, sta avvenendo anche in Italia, ma in modo più strisciante.
Cosa significa tutto ciò? Che ogni discussione sul riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, nella Grecia della profondissima crisi economica, si è totalmente arenata. Il socialista Jorgos Papandreou, salito al potere nel 2009, ne aveva fatto uno dei punti programmatici della sua campagna elettorale. Dopo di che, una volta al giunto al potere, ha creato una commissione che avrebbe dovuto "studiare il problema" e delle promesse preelettorali si è persa completamente traccia.
Quel che è paradossale è che in Grecia, ormai da cinque anni, è stato riconosciuto il diritto delle coppie eterosessuali a poter usufruire di "accordi di convivenza". Si chiamano Symfona Symbìosis e in qualche modo si rifanno ai Pacs (viene garantita la pensione, il diritto all'eredità, la possibilità di un mantenimento dopo la separazione) ma- per quanto possa sembrare impossibile- le coppie gay non ne possono usufruire.
Quando provi ad introdurre il discorso, in un incontro pubblico o anche tra amici, molto spesso ti senti rispondere: "ma con tutti i problemi che ci sono, con un greco su tre che non ha lavoro, tu ti metti a pensare a queste cose?". E vieni preso dallo sconforto.
Qualche mese fa, l'ex ministro della giustizia Andònis Roupakiòtis ha dichiarato che "il governo sta valutando la possibilità di estendere gli accordi di convivenza anche alle coppie omosessuali". C' è da temere, però, che di valutazione in valutazione possa passare un tempo infinito, come avvenuto anche ai tempi di Papandreou.
L' estrema destra neonazista di Alba Dorata, ovviamente, si oppone con tutte le sue forze ad ogni progetto che riguardi il rafforzamento dei diritti civili. Immigrati, omosessuali, zingari, sono di nuovo le vittime sacrificali prescelte da chi ha sostituito la politica con la barbarie.
Ma quel che provoca maggiore amarezza è sentir parlare, ancora una volta, da fonti governative, della "necessità di un approfondito dibattito pubblico". Di un confronto che, evidentemente, dovrebbe prima concludersi con una vasta approvazione politica e sociale, perché si possa estendere-in seguito- anche ai cittadini omosessuali quei diritti fondamentali sanciti in quasi tutti gli altri paesi europei di sana e profonda tradizione democratica.
Quasi si tratti di un favore, di una concessione fatta per magnanimità.
La crisi uccide la progettualità, la voglia di rivendicare una vita migliore. Quello che dovrebbe essere considerato ovvio, viene visto, sempre più spesso, solo come un inutile orpello. (
http://www.huffingtonpost.it/teodoro-andreadis-synghellakis/grecia-se-la-crisi-economica-uccide-i-diritti-civili_b_3823158.html?ncid=edlinkusaolp00000003)
Teodoro Andreadis Synghellakis, giornalista e scrittore