La foto che vedete qui sopra è apparsa domenica scorsa sul Sunday Times. Mostra un bambino vietnamita in un campo di cannabis. L’immagine è frutto di un fotomontaggio ma purtroppo la storia del ragazzino è vera ed ha dell’incredibile se si pensa che è avvenuta nell’evoluto Occidente. Binh (il nome è di fantasia) ha 16 anni ed è stato prelevato dal Vietnam tre anni fa e messo al lavoro dai trafficanti di droga e di essere umani in Gran Bretagna. Suo papà è morto quando era lui piccolo e sua mamma negli anni aveva accumulato un debito che lui avrebbe dovuto estinguere andando all’estero. Per mesi Binh viene picchiato regolarmente, minacciato di morte, spaventato da una possibile strage della sua famiglia in patria. Il ragazzino è lasciato solo per 24 ore al giorno in una casa nel nord del Paese dove si prende cura delle piante di marijuana. L’anno scorso sono state scoperte almeno altre 132 storie uguali alla sua.

Domenica 18 agosto il Sunday Times ha lanciato una campagna per rendere i cittadini consapevoli dei numerosi casi di nuova schiavitù in Gran Bretagna. I ragazzini/e vengono costretti a prostituirsi o a lavorare per pagare i debiti dei trafficanti. I proventi della droga vengono “puliti” nei numerosi saloni di bellezza asiatici che aprono come funghi nel Paese. Negli anni 70 e 80 il 70% della cannabis consumata in Gran Bretagna veniva importata dal Libano o dai Caraibi. Oggi il dato si è rovesciato: secondo il 5The Independent Drug Monitoring Unit il 50% della droga leggera è prodotto nel Paese. La cannabis è la droga più popolare tra i britannici che ne consumano mille tonnellate all’anno per un giro d’affari che vale 5,9 miliardi di sterline. Negli ultimi due anni la polizia ha scoperto 7,865 fattorie dove si cresceva la canapa indiana, più del doppio di quelle del 2007 e del 2008.

I bambini provengono per la maggior parte dal Vietnam del Nord e dalla Cina del Sud. Vengono attirati in Gran Bretagna con la promessa che saranno in grado di mandare dei soldi alla loro famiglia. Ma quando passano la Manica sono ormai stati talmente brutalizzati, sia mentalmente che fisicamente, che i loro carcerieri non hanno nemmeno bisogno di chiudere a chiave la porta per evitare la fuga. Le ragazzine vengono stuprate ripetutamente, i maschi picchiati e affamati. Nessuno pensa di scappare. “Quando ti dicono che uccideranno tua mamma e taglieranno le mani a tua sorella minore tu fai quello che ti viene detto senza fiatare cercando di non pensare al domani” ha raccontato Binh.

Il fenomeno è talmente in crescita che il ministero dell’Interno sta preparando una legge per punire i trafficanti con condanne esemplari. Speriamo che facciano presto. (http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/08/26/schiavi-bambini-in-gran-bretagna-per-il-traffico-di-cannabis/)

di Monica Ricci Sargentini

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