«Introdurre premialità per cittadini e aziende virtuose ed eliminare maggiorazione per m2». Tra le “misure anticrisi” che il governo sta definendo in queste settimane c’è anche la Tares, il nuovo tributo sui rifiuti, e Aiab, Cia, Coldiretti, Confapi, Confagricoltura e Legambiente hanno inviato oggi una lettera aperta al ministro dell’economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni, e per conoscenza anche al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando, al ministro per gli Affari regionali, le autonomie e lo sport Graziano Delrio e al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Nunzia De Girolamo, nella quale chiedono di «Inserire chiari ed efficaci sistemi premianti per i comportamenti virtuosi di cittadini e aziende, facendo pagare meno chi produce meno rifiuti indifferenziati nel rispetto del principio comunitario del “chi inquina paga”; liberare il tributo sui rifiuti dalla copertura dei costi dei “servizi indivisibili”, eliminando la maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro, perché non correlati in alcun modo alla produzione dei rifiuti e all’esigenza di responsabilizzare i comportamenti individuali applicando criteri meritocratici».

La nota inviata al ministro continua: «Le nostre associazioni sono preoccupate perché fino ad oggi la discussione si è concentrata molto sulla modifica dell’imposta sulla casa e poco sulla Tares, che nella versione attuale rischia di essere un nuovo pesante aggravio per tutte le utenze che producono rifiuti, senza prevedere alcun principio di premialità per i comportamenti virtuosi, anche perché comprende la copertura dei costi dei cosiddetti “servizi indivisibili” che poco hanno a che fare con la gestione dei rifiuti».

Aiab, Cia, Coldiretti, Confapi, Confagricoltura e Legambiente auspicano che «La modifica della Tares possa incidere sui comportamenti individuali, premiando quelli virtuosi attraverso criteri meritocratici, eliminando i tributi non correlati alla produzione dei rifiuti o all’esigenza di responsabilizzare i comportamenti», e ricordano che «Oggi in Italia solo alcune centinaia di enti locali fanno pagare in base alle quantità di rifiuti effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale, con risultati importanti sulla prevenzione, sull’avvio a riciclaggio e sulla riduzione delle quantità di rifiuti avviate a smaltimento. Eppure, sarebbe possibile affrontare concretamente la sfida della riduzione dei rifiuti, come è riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando una equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi, a partire dalla riforma del nuovo tributo sui rifiuti».

La lettera delle associazioni conclude: «Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l’Italia dal problema rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno titolo in quella ‘società europea del riciclaggio’ alla base nella nuova direttiva di settore». Senza dimenticare che per realizzare davvero un’economia circolare, come chiede l’Europa e il buon senso, servirà prima o poi attuare concretamente gli strumenti che ne possano favorire e strutturare la comparsa, tra i quali adeguati incentivi all’industria del riciclo.

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