A lanciare l’allarme è la coop il Camper che gestisce il servizio di unità mobile per il comune di Napoli: ''Costretti ad andare avanti contando solo sulle nostre forze”.
Napoli. Non sarà un’estate serena per i senza dimora di Napoli, tra le città più a rischio per l’emergenza caldo di questi giorni. Nel capoluogo campano in cui, stando alle stime della Comunità di Sant’Egidio, si contano tra le 1.500 e le 1.600 persone che vivono per strada, la scure dei tagli alla spesa sociale ha risparmiato ben pochi servizi. Tra quelli che sono sopravvissuti, non senza problemi, c’è l’unità mobile di strada che la cooperativa Il Camper gestisce, in collaborazione con il gruppo di imprese sociali Gesco, per conto del comune di Napoli. Si tratta di un piccolo camper che gira di giorno e di notte fornendo ai clochard beni di prima necessità (cibo, farmaci, vestiti, indumenti, coperte), prestando interventi di urgenza e avviando, per chi voglia, un percorso di recupero e di reinserimento sociale. Gli operatori di strada, oltre a offrire un aiuto concreto e a indirizzare gli utenti ai servizi di assistenza territoriali (attraverso un progetto individualizzato), si occupano anche di analizzare e monitorare il fenomeno.
“Andiamo avanti con difficoltà – spiega il presidente della coop, Mario Rimoli - La mancanza di risorse, economiche e umane, rappresenta un grosso ostacolo allo svolgimento del nostro lavoro quotidiano, proprio nel periodo dell’anno in cui è più prezioso e, in alcuni casi, determinante il nostro aiuto”. Dagli ultimi dati emersi dallo studio elaborato dall’èquipe dell’unità mobile, finiscono per strada sempre di più gli immigrati, ma c’è anche una buona percentuale di famiglie italiane costrette a vivere in condizioni di povertà estrema. “Aumentano gli immigrati che vengono qui da noi per fare lavori stagionali – sottolinea Rimoli – ma anche gli italiani che, molto dignitosamente, si rivolgono a noi per qualsiasi cosa. Del resto basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanti napoletani abbiano preso a rovistare tra i rifiuti in cerca di qualcosa di utile”. Il camper intercetta ogni giorno tra le 30 e le 40 persone. “Sono in aumento anche i casi di tubercolosi e di disturbi psichici gravi tra le persone che stiamo incontrando – racconta Rosa Franco, che, insieme a pochi altri, continuerà a lavorare all’unità mobile per tutto il mese di agosto – Succede dove sarebbe necessario un intervento sanitario o almeno socio-sanitario, ci dicono che si tratta di un ‘problema sociale’, vale a dire che non è di loro competenza”.
“Possiamo basarci solo sulle nostre forze, con l’aiuto del volontariato e nell’assenza quasi totale delle istituzioni”, dicono gli operatori sociali, che sottolineano come quest’anno il comune non abbia potenziato significativamente l’accoglienza per i senza dimora che vivono in città nel piano “Estate sociale 2013”. Senza dimenticare l’emergenza nell’emergenza: “Il personale è ridotto e noi stessi aspettiamo di essere pagati dal comune di Napoli – spiega Mario Rimoli – Abbiamo arretrati che superano i 24 mesi”. (
http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/443389/Senza-dimora-servizi-in-difficolta-Aumentano-italiani-che-chiedono-aiuto) (Maria Nocerino)