Nonostante la crisi in atto in Egitto e i sempre più difficili rapporti tra i generali del Cairo e l'Amministrazione Obama, la portaerei Harry Truman scortata da due incrociatori ha passato oggi il Canale di Suez diretta verso il Golfo Persico. Secondo quanto riferito da Usa Today il gruppo navale parteciperà nei prossimi mesi a «operazioni di sicurezza marittima» e a missioni aeree. La notizia non è stata confermata dal comando della Quinta Flotta ma probabilmente solo perché la Truman non è ancora alle dipendenze del comando navale statunitense del Bahrein che gestisce le unità navali schierate nell'Oceano Indiano e nel Golfo. Le operazioni gestite dalla Quinta Flotta riguardano il controllo di Hormuz e il confronto con l'Iran, la lotta al terrorismo e alla pirateria e le operazioni aeree sull'Afghanistan.

L'ipotesi che Washington sospenda il sostegno alle forze armate egiziane in seguito alla repressione dei Fratelli Musulmani - ipotesi nelle ultime ore ridimensionata dal Dipartimento di Stato Usa - avrebbe pesanti ripercussioni strategiche e industriali. La gran parte degli armamenti più moderni in servizio con le forze armate egiziane sono statunitensi e sono stati finanziati con gli aiuti del Pentagono pari a circa 1,3 miliardi di dollari annui. Dai 200 cacciabombardieri F-16 ai 3mila carri armati M-1 Abrams (prodotti sui licenza in Egitto dall'apparato industriale gestito direttamente dal Ministero della Difesa) e M-60, dalle 6 fregate lanciamissili tipo Perry e Knox ex Us Navy agli elicotteri Blackhawk, dai 2.500 cingolati M-113 ai 4.500 "gipponi" Hummer, tutti i mezzi più efficienti delle forze del Cairo sono di origine americana.

Un improvviso congelamento degli aiuti di Washington avrebbe effetti negativi sui programmi pluriennali miliardari di cooperazione avviati dai colossi dell'industria della Difesa statunitense che «forniscono agli egiziani assistenza, mezzi, manutenzione e ricambi», come ha sottolineato Jeffrey Martini, analista della Rand Corporation.

Lo stop degli aiuti americani avrebbe effetti deleteri sull'efficienza e sulle capacità delle forze egiziane anche se non influirebbe direttamente nelle operazioni di sicurezza interna. Sul piano finanziario la disponibilità resa nota dall'Arabia Saudita a rimpiazzare gli aiuti di USA ed Europa (in totale meno di 2 miliardi di dollari contro i 5 già messi in campo da Riad) garantirebbe i fondi per la funzionalità dell'apparato militare e di sicurezza del Cairo. Il principe Saud al Faysal, ministro degli Esteri saudita, ha dichiarato ieri che «quanti hanno annunciato la sospensione dei loro aiuti all'Egitto o hanno minacciato di farlo devono rendersi conto che la nazione araba e islamica, con le risorse di cui dispone, non esiterà a fornire il suo aiuto all'Egitto».

Le dichiarazioni di Faysal sembrano aver indotto gli Stati Uniti a smorzare i toni circa la sospensione degli aiuti, definita "remota" da fonti di stampa.. Il Dipartimento di Stato ha chiarito che non è stata assunta nessuna decisione, che è in corso una revisione sull'assistenza militare, di sicurezza ed economica, e che «se necessarie» saranno fatte modifiche.

Il sostegno all'esercito egiziano accomuna paradossalmente gli emirati del Golfo (con Riad si sono già mobilitati Kuwait ed Emirati Arabi Uniti stanziando oltre 7 miliardi di dollari mentre il Qatar sembra voler rivedere il sostegno fornito finora ai Fratelli Musulmani) con Israele, teso a cooperare con il Cairo anche per contrastare il crescente peso delle milizie qaediste nel Sinai. Il governo di Benjamin Nethanyau ufficialmente non commenta la crisi egiziana ma fonti governative hanno detto al Jerusalem Post che lo Stato ebraico intende sostenere l'esercito egiziano criticando l'ipotesi che Washington sospenda gli aiuti al Cairo e paventando il rischio che il Paese sprofondi nel caos come Siria e Libia. Le monarchie del Golfo e Israele dispongono di equipaggiamenti militari "made in USA" più sofisticati ma in buona parte simili a quelli in dotazioni agli egiziani e potrebbero garantire il supporto logistico per mantenere operativi mezzi e velivoli del Cairo in caso di rottura con Washington. (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-19/obama-abbandona-generali-egiziani-231933.shtml?uuid=AbYOahOI)

di Gianandrea Gaiani

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