L'esercito spara sui manifestanti pro-Morsi. I Fratelli Musulmani: le vittime sono 250. Al-Jazeera ne annuncia 120. Ci sono almeno 43 morti nell'operazione di sgombero delle piazze del Cairo cominciata mercoledì mattina. Sui tetti diversi soldati hanno aperto il fuoco verso la piazza. Un giornalista dell'agenzia France Presse ha contato 17 corpi in un obitorio improvvisato in piazza Rabaa al-Adawiya, occupata in seguito alla deposizione dell'ex presidente Mohammed Morsi. Secondo i Fratelli Musulmani, partito dell'ex presidente, le vittime sarebbero, invece, 250, e l'emittente al-Jazeera ne annuncia 120 citando fonti sanitarie nell'ospedale da campo annesso alla struttura. Ma il ministero della Salute smentisce tutti questi bilanci, dopo aver negato l'esistenza di vittime, parlando di 26 civili feriti e 6 morti. Lo riferisce la Cnn.

TRENI BLOCCATI - I sostenitori del leader arrestato manifestano ininterrottamente da sei settimane. Il governo, per evitare ulteriori manifestazioni in altre città egiziane, ha annunciato la sospensione del traffico ferroviario da e per Il Cairo. Il provvedimento è stato motivato con «ragioni di sicurezza» ma anche con l'esplicito intento di «impedire alla folla di mobilitarsi». Ad Alessandria, nel frattempo, la folla è scesa in piazza bloccando il centro.

L'APPELLO: «CI SPAZZANO VIA» - Il partito dei Fratelli musulmani ha lanciato un appello alla popolazione affinché scenda in strada contro «il massacro». «Questo non è un tentativo di disperdere (i manifestanti pro Morsi, ndr), ma è un sanguinoso tentativo di spazzare via tutte le voci che si oppongono al golpe militare», ha dichiarato il portavoce Gehad El-Haddad via Twitter. «Noi - ha aggiunto - non ci piegheremo. Rimarremo sempre in piedi per affrontare ogni tipo di tirannia».

DUE SOLDATI - Oltre ai 17 morti civili anche due soldati sono rimasti uccisi negli scontri scoppiati in un'altra piazza della città, piazza al-Nahda, a est della città (Al-Adawiya è, invece, a nord). Lo ha confermato il ministero dell'Interno, che ha anche annunciato che al-Nahda è sotto controllo: sono stati bloccati tutti gli accessi al campo e gli agenti hanno perquisito le tende: le immagini hanno mostrato armi e munizioni. Le forze di sicurezza hanno arrestato 150 «uomini armati» tra i quali «diversi leader dei Fratelli musulmani».

SCUDI UMANI - Nelle ore precedenti all'inizio del blitz, la polizia egiziana aveva annunciato che non sarebbero stati arrestati i dimostranti che avessero lasciato volontariamente le piazza. Il ministero dell'Interno, con una nota, ha ammonito gli islamici a non usare donne e bambini come scudi umani durante le operazioni delle forze di sicurezza. Alcuni residenti nelle zone del blitz hanno riferito che le strade intorno alle aree dei due sit-in sono bloccate.

SCIOPERO DELLA FAME - Martedì alcuni media egiziani, citando fonti delle guardie di Morsi, avevano riferito che il presidente deposto ha minacciato lo sciopero della fame in caso di sgombero con la forza.

LA DEPOSIZIONE - Mohammed Morsi, il primo presidente eletto della storia egiziana, è stato destituito e arrestato all'inizio di luglio dai militari che intendono, dopo una frase di transizione, arrivare a nuove elezioni. I sostenitori della Fratellanza sono rimasti nelle piazze nonostante i ripetuti ultimatum, e mercoledì mattina Dal giorno del golpe a ieri almeno 300 persone sono rimaste uccise. (http://www.corriere.it/esteri/13_agosto_14/egitto-sgombero-sostenitori-morsi-morti-cairo_369ec178-04a8-11e3-a76b-5d1a59729335.shtml)

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