«Qui ci sono tra i pochissimi maestri d’ascia del nostro paese. Gente che sa come si fa una barca e che fa questo da tutta una vita. I Cantieri di Pisa sono un marchio storico della nautica italiana. Gli yacht in vetroresina usciti da qui si trovano in tutto il mondo».
Gianfranco Francese, segretario provinciale della Cgil, ha seguito le vicissitudini dei Cantieri di Pisa dall’inizio. «Tutto questo patrimonio di competenze è stato messo a rischio», dice. Da 27 mesi infatti i lavoratori sono in assemblea permanente, la cassa integrazione è stata prolungata fino al 31 dicembre.
Ora cercano di uscire dallo stallo con una propria iniziativa: mettersi insieme in una cooperativa per rilevare l’impresa che per una vita gli ha dato lavoro. Su 42 dipendenti hanno già detto sì in 23. «Tutta la parte produttiva è già dentro», spiega Francese. Alla fine dell’anno scorso hanno iniziato a pensare a un piano industriale per il rilancio.
L’operazione per rilevare il ramo d’azienda vale tra i 6 e i 10 milioni di euro. Loro hanno chiesto di acquisire in un’unica soluzione i contributi per la mobilità e li impegneranno nell’impresa.
«Partiamo da un capitale sociale di un milione di euro», dice il sindacalista. «Un’operazione possibile anche grazie al sostegno del mondo cooperativo che mette a disposizione gli strumenti propri di queste operazioni: così contiamo di rimettere in moto il cantiere in autunno». Adesso si aspetta solo di incontrare il liquidatore, da cui sono arrivati segnali d’apertura per la soluzione cooperativa.
Il declino dei Cantieri era iniziato nei primi anni 2000, quando era partita una catena di vendite e riacquisizioni che porteranno alla situazione attuale. Nel 2006 arriva il gruppo Camuzzi, guidato dall’ex presidente del Piacenza Calcio Roberto Garilli e da Ruggeromassimo Iannuzzelli.
Gli imprenditori erano passati dal gas alla nautica, acquistando anche gli storici Cantieri Baglietto di Varazze e La Spezia. Nel 2010 si disimpegnano (il gruppo dichiarerà fallimento nel 2012). Negli ultimi due anni si segnalano diversi interessati all’acquisto. «Per lo più si trattava di fondi d’investimento, nessuno aveva un piano industriale serio», afferma Francese.
Chi ci ha lavorato per una vita invece sa bene come far ripartire i Cantieri. Così, alla fine dello scorso anno, i lavoratori prendono la decisione di avviare la cooperativa. Forti anche di altre esperienze di successo nella zona. Come quella della Nuova Bulleri Brevetti di Cascina, sempre in provincia di Pisa.
Una storica azienda produttrice di macchine utensili. Fondata nel 1935, era entrata in crisi nel 2009. Gli ex dipendenti allora hanno dato vita a una cooperativa e da quattro anni l’azienda è tornata a produrre. «Non è da tutti – continua il sindacalista – i lavoratori devono essere pronti a un salto mentale: passare da dipendenti a protagonisti».
Intanto nello stabilimento ci sono già tre yacht. Sono da ultimare e poi potranno essere venduti. Potrebbe essere un buon punto di partenza, se si considera che le imbarcazioni che uscivano dai cantieri hanno sempre avuto un valore di mercato tra i 15 e i 20 milioni di euro. (
http://nuvola.corriere.it/2013/08/13/noi-in-cooperativa-per-rilevare-la-cantieri-di-pisa-quasi-fallita/#.UgsjdGTEviM.twitter)
di Antonio Sgobba
twitter@antoniosgobba