Survival: ecco la “genialità sostenibile” dei popoli tribali. L’Europa, con la sua sanguinosa storia di imperialismo, colonialismo e neocolonialismo ha molto da farsi perdonare dai popoli autoctoni del mondo e molte delle loro disgrazie, a volte del loro genocidio, sono scritte nelle pagine più oscure della nostra storia e del nostro benessere, nella ricchezza di molte multinazionali europee (e anche italiane) che rapinano risorse e collaborano con dittatori e regimi autoritari che soffocano i diritti dei piccoli popoli e non riconoscono il diritto dei “primitivi” a continuare a vivere come i loro avi nelle loro terre ancestrali.
È quindi un bene che l’Alta rappresentante, Catherine Ashton, a nome dell’Unione europea, abbia sentito il dovere di celebrare la Giornata internazionale dei popoli indigeni con una impegnativa dichiarazione: «Oggi, in occasione della Giornata internazionale dei popoli indigeni del mondo, l’UE ribadisce il proprio sostegno a tutte le popolazioni indigene del pianeta, di cui celebra il ricco patrimonio culturale rendendo omaggio all’enorme contributo delle loro tradizioni e delle loro conoscenze all’eredità culturale mondiale. L’Ue sostiene da sempre e con convinzione la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni (2007), uno strumento fondamentale per la promozione dei diritti umani, ma il cammino verso la loro piena affermazione è ancora lungo. Ovunque nel mondo le popolazioni indigene continuano a essere discriminate e a subire disparità di trattamento. L’Ue rende omaggio oggi ai difensori dei diritti dei popoli indigeni, persone che in molti paesi sfidano i rischi e subiscono feroci repressioni, come denunciano numerose relazioni internazionali, tra cui quelle del relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani. L’Ue è impegnata a integrare i diritti umani in tutti gli aspetti delle proprie politiche esterne, diritti che promuove nel dialogo politico con i paesi terzi e le organizzazioni regionali e nei consessi multilaterali, come le Nazioni Unite. L’Unione offre inoltre sostegno finanziario a progetti della società civile, ai delegati delle popolazioni indigene presso gli organismi dell’Onu e alle attività pertinenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Quest’anno ha lanciato un invito a presentare proposte per promuovere i diritti dei popoli indigeni che saranno finanziate dallo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR). L’Unione è inoltre impegnata a rivedere e sviluppare ulteriormente le proprie strategie in vista della Conferenza mondiale sui popoli indigeni del 2014».
Survival International invece ha deciso di festeggiare la Giornata Internazionale Onu dei popoli indigeni celebrando la “genialità sostenibile” delle popolazioni autoctone, pubblicando una galleria fotografica che mostra e racconta alcune delle tecniche elaborate dai popoli tribali in varie parti del mondo.
«Dal Canada all’Africa, nel corso di migliaia di anni i popoli tribali hanno escogitato metodi ingegnosi per vivere in ambienti diversi e spesso ostili, mantenendo il delicato equilibrio tra uomo e natura – spiega l’Ong – I Moken delle Andamane hanno sviluppato la capacità di mettere a fuoco sott’acqua per andare in cerca di cibo sul fondale marino. La loro vista è il 50% più potente della nostra. Prima della caccia, spesso i Matsés che vivono tra Brasile e Perù si soffiano il tabacco nel naso a vicenda per aumentare l’energia, o assumono un veleno di rana che garantisce lucidità e forza per giorni. Gli Hadza della Tanzania hanno sviluppato una relazione di aiuto reciproco con gli uccelli-guida, che li conducono agli alveari delle api selvatiche sui rami più alti dei baobab. Gli Indiani Tucano utilizzano più di cinquanta varietà differenti di manioca. Coltivata originariamente dagli Indiani sudamericani, oggi la manioca è divenuta l’alimento principale della dieta di circa un miliardo di persone in oltre 100 paesi diversi. Molti dei farmaci utilizzati oggi dalla medicina occidentale ci vengono dai popoli indigeni, come il curaro, il veleno che i cacciatori yanomami applicano sulle punte delle frecce per immobilizzare le prede… Nella galleria sono ritratti anche gli Awá, la tribù più minacciata del mondo. Le donne Awá si prendono cura di diverse specie di cuccioli di scimmia rimasti orfani, tra cui le scimmie urlatrici e quelle cappuccine, che allattano al seno. E per illuminare le case di notte, bruciano una resina che estraggono da un albero rosso brasiliano, il maçaranduba. La sopravvivenza degli Awá è minacciata dal disboscamento illegale e dagli attacchi violenti degli invasori. Dopo due anni di pressioni da parte di Survival, recentemente il governo brasiliano ha cominciato a espellere taglialegna, coloni e allevatori intorno al territorio della tribù, ma è cruciale che le operazioni si estendano anche nel cuore della loro terra».
Francesca Casella, direttrice di Survival Italia, conclude: «Lo sviluppo di queste conoscenze e abilità testimonia il potenziale creativo degli esseri umani e la loro straordinaria capacità di adattamento. Ma dimostra anche che quando le loro terre vengono protette adeguatamente, i popoli tribali non solo sopravvivono, ma possono anche continuare a condurre una vita prospera, generalmente sana e auto-sufficiente».
Per vedere la galleria fotografica:
http://www.survival.it/galleria/tecniche-ingegnose- See more at:
http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/giornata-internazionale-dei-popoli-indigeni-lue-si-schiera-per-i-diritti-delle-popolazioni-autoctone/#sthash.FAcxYwlH.dpuf