Sono ormai migliaia i morti e i feriti causati dai combattimenti a Mogadiscio tra Corti islamiche da un lato e Governo di transizione e truppe etiopi dall'altro. Oltre 365.000 le persone sfollate, la maggioranza delle quali sono donne e bambini.

Dopo la prolungata siccità che ha colpito la Somalia tra il 2005 e il 2006, donne e bambini somali sopportano ora gli effetti di un'emergenza complessa, in cui guerra civile, alluvioni ed epidemie si cumulano mettendone a grave rischio le possibilità di sopravvivenza.

Le regioni centrali e meridionali del Paese, dove risiede il 70% della popolazione, sono le più colpite sia dalle alluvioni che dalle epidemie e dagli effetti della guerra. «La situazione a Mogadiscio è la più grave degli ultimi 16 anni» ha affermato il Rappresentante dell'Unicef in Somalia Christian Balslev-Olesen.

«Migliaia di persone sono in fuga dalla capitale, prive di assistenza sanitaria, cibo e protezione. Anche se si è abituati a considerare la Somalia un Paese senza Stato, ciò che sta avvenendo non ha precedenti. La Somalia sta sperimentando un qualcosa che la sua popolazione non aveva mai visto prima.»

Un paese sull'orlo del collasso

Tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007, dopo oltre due anni di siccità, gravi alluvioni hanno sconvolto gran parte del paese, contribuendo allo scoppio di gravi epidemie di diarrea acuta - con 16.593 casi e 593 morti tra gennaio e metà aprile - e all'aggravamento dei tassi di malnutrizione infantile.

Già prima dell'ultima crisi, un bambino su tre nel paese risultava malnutrito, 1 su 6 non raggiungeva il quinto anno di vita, e più di mille donne morivano ogni anno di parto. Il conflitto in atto ha fatto ora precipitare la capitale in una crisi umanitaria drammatica. Gli ospedali sono sovraffollati di feriti; donne e bambini cadono vittime di sparatorie, colpi di mortaio e bombardamenti.

Crescono gli abusi e le violazioni dei diritti umani. Il numero di sfollati è in costante aumento, e l'impossibilità di accedere ai più elementari servizi di base contribuisce al degrado delle condizioni sanitarie e alla diffusione delle epidemie.

L'azione dell'Unicef

L'Unicef sta facendo il massimo per assicurare la potabilizzazione delle fonti idriche per le comunità colpite, e prevenire il colera» prosegue il Rappresentante Unicef in Somalia. L'Unicef sta promuovendo la clorazione dei pozzi, campagne di educazione sanitaria per il rispetto delle norme igieniche.

Sono stati inviati oltre 2 milioni di bustine di sali per la reidratazione orale, medicinali per la reidratazione intravenosa, compresse e oltre 150 fusti di cloro per la potabilizzazione delle scorte idriche, cisterne d'acqua nella capitale Mogadiscio e nelle aree circostanti colpite dalla guerra.

Oltre 160.000 sfollati a causa delle alluvioni o della guerra hanno ricevuto materiali per allestire ripari di emergenza, kit familiari di aiuti di base e generi non alimentari di prima necessità.Centinaia di bambini hanno beneficiato di assistenza psicosociale e quattro nuovi Spazi a misura di bambino - luoghi protetti in cui i bambini possono giocare e ricevere assistenza - sono stati creati nei primi mesi del 2007.

Nelle aree alluvionate, la Campagna per il ritorno a scuola ha riportato in classe oltre 35.000 bambini, mentre l'allestimento in corso di 380 tende-scuola mira a garantire l'istruzione di base a circa 40.000 bambini sfollati da Mogadiscio.

Tra gli interventi di emergenza dell'Unicef si registrano inoltre:
la vaccinazione di 2 milioni di bambini contro il morbillo e di 1,6 milioni contro la polio;
la fornitura di medicinali e attrezzature a 100 centri di salute materno-infantile;
la distribuzione di farmaci antimalarici a 90 centri sanitari e di 148.000 zanzariere a 72.500 famiglie;
la somministrazione di cure salvavita a 8.500 bambini malnutriti, tramite il sostegno a 114 centri nutrizionali;l'assistenza alimentare ad altri 16.200 bambini sotto i 5 anni.

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