I due nuovi decreti di emergenza, emanati dal re del Bahrein la notte tra il 6 e il 7 agosto 2013, costituiscono un nuovo, vergognoso tentativo di mettere completamente al bando ogni forma di dissenso e la libertà d'espressione in Bahrein.
Il primo decreto ha emendato la Legge sui raduni pubblici e le manifestazioni del 1973, in modo da vietare ogni riunione, sit-in, marcia e raduno nella capitale Manama.
Il secondo decreto ha modificato la Legge sui minori del 1976. Ora è previsto che se una persona di età inferiore a 16 anni prende parte a una manifestazione, a un raduno pubblico o a un sit-in, i suoi genitori riceveranno un ammonimento scritto. Se dopo sei mesi il minore sarà sorpreso a prendere nuovamente parte a una manifestazione, i genitori potranno essere multati e/o arrestati.
I due nuovi decreti sono solo le ultime di una serie di misure adottate dalle autorità del Bahrein per inasprire le pene previste dalla Legge antiterrorismo del 2006 e stroncare il dissenso, all'indomani di una serie di proteste e in vista del "tamarod" (ribellione) convocato per il 14 agosto.
Tra la fine di luglio e l'inizio di agosto, numerosi blogger, fotografi e attivisti online sono stati arrestati.
Da quando, nel febbraio 2011, sono iniziate le proteste di massa nel paese, decine di persone sono morte a causa della tortura o dell'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza. Altre decine sono state arrestate e processate in corte marziale. Tredici noti esponenti del dissenso e prestigiosi difensori dei diritti umani sono stati condannati in via definitiva a lunghe pene detentive o all'ergastolo. (
http://www.amnesty.it/Bahrein-due-decreti-mettono-al-bando-il-dissenso)