È sullo schema di decreto di riforma dell’Indicatore della Situazione
Economica Equivalente (ISEE) che le Commissioni Finanze e Affari Sociali
della Camera dei Deputati hanno voluto ascoltare la posizione delle
maggiori e più rappresentative Associazioni di disabili tra cui l’ANMIL,
convocandole per un’audizione informale a cui per l’ANMIL appunto sono
intervenuti il Presidente Nazionale Franco Bettoni e il Direttore
Generale Sandro Giovannelli.
Nell’intervento tenuto ieri alla presenza di numerosi parlamentari, il
Presidente Bettoni ha evidenziato come il provvedimento sul quale il
Governo attende, proprio in questi giorni, il parere delle competenti
Commissioni di Camera e Senato, pur contenendo positive innovazioni,
presenti tuttavia aspetti di profonda iniquità e potenzialmente dannosi
rispetto alla costruzione di un nuovo modello di welfare che intende
essere più vicino ai bisogni dei cittadini.
“Parliamo di aspetti di profonda iniquità - spiega Bettoni - perché
stabilisce l’introduzione nell’indicatore dei trattamenti assistenziali
ed indennitari, il che equivale a dire che la disabilità produce
ricchezza”.“Non deve trarre in inganno - prosegue Bettoni - il fatto che
vengano introdotte delle franchigie sulla base della condizione di
disabilità, anche se da parte di alcune Associazioni di disabili è
giunto il giusto apprezzamento rispetto al principio che, finalmente,
riconosce che la disabilità produce costi. Peccato che questo
riconoscimento venga contraddetto dal fatto che nell’ISEE si richiede
proprio l’inserimento dei trattamenti economici legati alla disabilità.
In realtà, per riconoscere effettivamente che la disabilità produce
costi si sarebbero dovute inserire le franchigie senza il contestuale
computo dei relativi trattamenti”.
“Purtroppo – aggiunge il Presidente dell’ANMIL - nella nozione di
reddito così considerata rischia di finire anche la rendita INAIL, con
il paradosso per cui un lavoratore infortunato viene considerato ricco
per il fatto di aver perso un braccio sul lavoro e di ricevere un
risarcimento da un ente pubblico, a fronte del pagamento di un apposito
premio assicurativo da parte del datore di lavoro, assicurazione che ha
il preciso scopo di tutelare il datore di lavoro stesso rispetto alla
propria responsabilità civile”.
“Come ANMIL – conclude Bettoni – abbiamo manifestato queste identiche
perplessità durante tutte le fasi di elaborazione dello schema di
decreto, pur con l’apprezzamento per le significative e positive
innovazioni in esso contenute; ma il vizio di fondo rimane e per questo
sottoponiamo alle Commissioni parlamentari la richiesta di un parere
negativo rispetto all’inserimento nell’ISEE dei trattamenti
assistenziali ed indennitari, per riaffermare che non si vuole fare la
lotta all’evasione penalizzando i soggetti in condizione di disabilità”.