Il Consiglio direttivo nazionale di Italia Nostra aderisce al documento dell’
ICOM (International Council of Museums) relativo ai prestiti di beni
culturali dietro pagamento (disegno di legge ‘sulle
semplificazioni’).
Ecco il testo del documento:
Il disegno di legge ‘sulle semplificazioni’ varato dal Governo Letta lo
scorso 19 giugno propone di inserire all’art. 13 del Codice dei Beni
Culturali e del Paesaggio, un’ulteriore fattispecie di prestito che si
distingue da quelle già previste (per mostre o per motivi di studio) per la sua
lunga durata e per il pagamento di un corrispettivo in danaro:
ICOM Italia esprime il suo dissenso rispetto a tale proposta in quanto
ritiene che possa costituire una minaccia per l’integrità dei musei italiani,
tutelati dalla Costituzione e dal Codice dei Beni Culturali e del
Paesaggio.
ICOM Italia chiede pertanto al Parlamento Italiano di non approvare questa
disposizione o almeno di definire in modo esplicito criteri, modalità e
procedure, che garantiscano una valutazione in sede tecnica dell’opportunità
delle decisioni, in considerazione della tutela delle opere da spostare, del
danno che la loro assenza produrrebbe e degli effettivi benefici per il museo
prestatore e per il nostro Paese.
ICOM Italia ricorda che già nel 2008, nella propria raccomandazione sulle
mostre-spettacolo (http://www.icom-italia.org/images/documenti/mostre%20vs%20musei.pdf)
aveva censurato l’abitudine dei “prestiti a pagamento” perché finiva per
equiparare le opere conservate nei musei a merce, sottraendole al loro ruolo
educativo “al servizio della società e del suo sviluppo”.
“Il prestito di opere a pagamento si colloca, infatti, in una logica
di mercato privato dei beni culturali, antitetica al concetto stesso di museo
come pubblico servizio. Il museo è un servizio pubblico, perché finanziato
con risorse pubbliche e perché è aperto e posto a disposizione del pubblico che
contribuisce alla formazione delle sue collezioni, alla loro conservazione, al
loro studio e alla loro comunicazione ed esposizione, acquisendo il diritto che
esso operi al servizio della società e del suo sviluppo. Nel momento in
cui le collezioni, fondamento e ragion d’essere del museo, sono piegate a una
logica di pura redditività il fine pubblico del museo passa in secondo piano,
sostituito da una logica di profitto.”
Del resto il Codice etico internazionale di ICOM, con riferimento alla
vendita di beni, sottolinea all’art. 2.16:
“Le collezioni museali sono costituite a fini di pubblico interesse e non
possono essere considerate fonte di reddito”.
La disposizione proposta dal Governo potrebbe minare l’integrità delle
collezioni dei musei – tutelati dalla legge come un insieme, un tutto unico – e
preoccupa ICOM perché per la prima volta fa riferimento non alla valorizzazione
culturale (come previsto dal Codice dei beni culturali), ma alla messa a reddito
diretta del patrimonio.
Opere esposte o opere accessibili?
Poiché la norma proposta fa riferimento ad opere “non esposte alla pubblica
fruizione”, occorre chiarire se essa intenda escludere dai prestiti di lunga
durata solo le opere esposte al pubblico e preveda si possa attingere
liberamente a quanto conservato nei depositi.
A dispetto di alcuni luoghi comuni occorre ricordare che i depositi dei musei
sono una riserva nella maggior parte dei casi ordinata, correttamente allestita
e visitabile da tutti coloro che lo richiedano.
I depositi sono essenziali per la vita dei musei: essi sono i polmoni
attraverso cui il percorso espositivo del museo ‘respira’ e si rinnova. Nei
depositi si fanno studi e scoperte indispensabili per lo sviluppo delle
discipline storico-artistiche e per il futuro dei musei stessi; ai depositi si
attinge per mostre, presentazioni e accostamenti di stili e di autori,
sostituzioni di opere in restauro o rotazioni periodiche.
Occorre quindi molta cautela ed astenersi dal considerarli una terra di
nessuno, alla quale attingere in modo spregiudicato e indifferenziato.
L’incerta efficacia della norma prevista
L’impatto economico che tale norma produrrebbe è difficilmente valutabile, ma
certamente inferiore alle aspettative del governo. L’esposizione prolungata in
spazi appositamente creati per mettere in mostra la cultura italiana
difficilmente potrebbe reggersi su opere “minori”, se è vero, come dimostrato
dall’esperienza, che le richieste dei musei stranieri, anche per prestiti di
minor durata in occasione di mostre temporanee, si concentrano su autori e opere
di grandissimo impatto mediatico.
Si ritiene possibile che i compensi provenienti da altri fruitori stranieri,
pubblici e privati, possano riequilibrare gli insostenibili tagli economici alla
cultura? E cosa garantisce che tali proventi ritornino effettivamente ai musei
che hanno effettuato i prestiti?
Raccomandazioni di ICOM Italia
In conclusione, ICOM Italia ICOM Italia raccomanda che non sia approvata la
proposta di inserire all’art. 13 del Codice dei Beni Culturali e del
Paesaggio un’ulteriore fattispecie di prestito di lunga durata e a
pagamento.
ICOM Italia ribadisce l’importanza di quanto previsto dal vigente articolo
67, comma 1, lettera d) del Codice dei beni culturali e del paesaggio:
Le cose e i beni culturali ….. possono essere autorizzati ad uscire
temporaneamente anche quando:
d) la loro uscita sia richiesta in attuazione di accordi culturali
con istituzioni museali straniere, in regime di reciprocità e per la durata
stabilita negli accordi medesimi, che non può essere, comunque, superiore a
quattro anni.
ICOM Italia sottolinea il valore culturale ed economico della produzione
nazionale di mostre temporanee ad alto valore scientifico da esportare nel mondo
come testimonianza della cultura italiana.
ICOM Italia ancora una volta, come già fatto recentemente con la Presa di
posizione dell’1 luglio 2013 in merito alle funzioni dei direttori dei musei
statali e in precedenza con la Raccomandazione sulla Direzione dei
Musei Civici del 5 giugno 2011, ribadisce che, a differenza che in altri
Paesi, il museo in Italia presenta un’intrinseca debolezza, in quanto, nella
maggior parte dei casi, è privo di autonomia giuridica e finanziaria.
ICOM Italia propone che dei prestiti di beni culturali a lunga durata e
dietro pagamento si discuta approfonditamente attraverso l’organizzazione di una
giornata di lavoro e di un forum aperto alla comunità professionale.
Approvata dal Consiglio direttivo di ICOM Italia riunitosi a
Milano il 15 luglio 2013.