Procedure non uniformi e poco chiare per l’identificazione e l’accertamento
dell’età dei minori migranti, condizioni critiche nei centri di prima
accoglienza e mancanza delle garanzie di copertura economica per i nuovi
collocamenti in comunità dove chi è stato già trasferito rischia di ricevere
beni e servizi carenti, sistema di tutela legale fortemente inadeguato nei tempi
e nei modi.
Queste alcune delle principali problematiche, frutto anche del sistema
legislativo attuale, che i 5.656 minori stranieri non accompagnati che al 30
maggio erano presenti nelle comunità per minori in Italia[1], così come tutti
quelli che transitano nei Centri di Primo Soccorso appena arrivati nel nostro
paese, i minori comunitari, i richiedenti protezione internazionale e tutti
coloro che non hanno accesso al sistema di protezione perché non intercettati
dalle istituzioni, si trovano ad affrontare ogni giorno.
E’ proprio a questi minori, e poi a quelli che arriveranno nel nostro Paese,
che si rivolge la prima proposta per un Disegno di Legge organico per la
Protezione e la Tutela dei Minori Stranieri non Accompagnati in Italia
presentata oggi da Save the Children.
Il Disegno di Legge proposto oggi da Save the Children vuole armonizzare la
normativa sull’immigrazione con quella sulla protezione dei minori in un testo
organico, che recepisca anche i principi fondamentali della Convenzione
Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
L’iniziativa ha già raccolto l’adesione trasversale di deputati
competenti dei principali gruppi parlamentari che si sono impegnati a
presentare un Disegno di Legge e a sostenerne l’iter fino alla approvazione in
Parlamento, tra i quali Sandro Gozi e Sandra Zampa (PD), Mara Carfagna
(PDL), Manlio Di Stefano, Silvia Giordano e Matteo Dall'Osso (M5S), Nicola
Fratoianni (SEL) e Antimo Cesaro (Scelta Civica).
“Ogni anno arrivano via mare in Italia almeno 2.000 minori stranieri non
accompagnati, e quest’anno sono già 1.257, il doppio dello stesso periodo nel
2012. Come succede purtroppo da tempo ogni anno, l’Italia affronta l’accoglienza
dei minori stranieri non accompagnati solo in termini di emergenza, senza poter
contare su un sistema nazionale organizzato, con un continuo rimpallo di
competenze e responsabilità tra istituzioni locali e nazionali e tra gli stessi
ministeri, con l’effetto immediato e continuato di esporre proprio chi è più
vulnerabile a rischi anche gravissimi,” ha dichiarato Valerio Neri,
Direttore Generale di Save the Children Italia. “Il Disegno di Legge
organico che presentiamo oggi, e che è aperto agli auspicabili contributi delle
altre organizzazioni che si occupano attivamente di questo tema, può imprimere
un vero e radicale cambiamento di rotta attraverso la realizzazione di un
sistema stabile di accoglienza, basato su regole certe, che garantisca pari
condizioni di accesso a tutti i minori non accompagnati, maggiore solidità e
dunque qualità nella rete di accoglienza e di tutela, ma anche ottimizzazione
delle risorse pubbliche, visto che nella gestione d’emergenza i costi sono
maggiori ed è più difficile garantire efficienza e trasparenza.”
La proposta, che si sviluppa in 26 articoli e punta a superare le principali
criticità del contesto normativo e operativo attuale, nasce da un’esperienza
specifica di quasi 10 anni maturata nel nostro Paese da Save the Children, che,
grazie alla sua rete internazionale, agisce sulla protezione dei minori lungo le
traiettorie del loro viaggio ed è impegnata anche a livello europeo e globale
per rafforzare il quadro dei diritti dei minori migranti, in particolare di
quelli non accompagnati.
“La legislazione italiana stabilisce che i minori stranieri non accompagnati
non sono espellibili e che lo Stato deve farsi carico della loro accoglienza e
della loro integrazione, assumendo ogni scelta in rispetto del loro “superiore
interesse”. La condizione di minore età è dunque considerata prevalente rispetto
alle norme ordinarie sulla immigrazione, ma, tuttavia, in assenza di un quadro
organico di riferimento, ad un minore può capitare di essere accolto in una
comunità di qualità e di essere accompagnato verso l’autonomia, mentre ad un
altro capita di rimanere invisibile, facile vittima di circuiti di sfruttamento
e di illegalità. Dopo un viaggio spesso drammatico, per troppi minori stranieri
anche l’arrivo in Europa rischia di trasformarsi in un incubo. Non possiamo
rimanere indifferenti di fronte a questi drammi” ha dichiarato Raffaela
Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Per esempio la normativa non risulta sufficientemente chiara rispetto ai
criteri in base ai quali viene stabilita la competenza di un Ente locale a
sostenere gli oneri dell’accoglienza. Nulla viene stabilito rispetto a flussi
migratori che si concentrano in aree determinate del Paese. Paradossalmente,
secondo la legge ordinaria, il Comune di Lampedusa in quanto comune di primo
“rintraccio” dei minori ad oggi dovrebbe stabilmente prendersi carico di
migliaia di giovani migranti, tutti quelli che sono approdati sull’isola.”
Tra le principali carenze del sistema legislativo attuale si evidenzia la
non uniformità e chiarezza delle procedure di identificazione e
accertamento dell’età dei minori migranti, che portano spesso
all’errato riconoscimento di minori come maggiorenni e viceversa, come
riscontrato da Save the Children nelle procedure seguite agli sbarchi a
Lampedusa, in Sicilia e in Calabria, o come dimostra la presenza di minori
rilevata nel 2012 da Save the Children nei CIE e CARA in Puglia (25), Sicilia
(29) e Calabria (6), dove sono frequenti scontri anche violenti che li espongono
a gravi rischi[2].
Le inadeguate condizioni di accoglienza nei centri di primo
soccorso, e poi nelle comunità per minori, sono un secondo aspetto
molto critico. I 265 minori stranieri non accompagnati arrivati via mare con gli
sbarchi delle ultime settimane in Sicilia (a cui si aggiungono quelli in arrivo
nelle ultime ore), che sono in maggioranza Egiziani, Eritrei, Somali, con una
età media dai 14 ai 17 anni ma che comprende anche chi ne ha solo 12,
sperimentano infatti le condizioni critiche a causa del sovraffollamento del
CPSA di Lampedusa o dell’ex ospedale Umberto I a Siracusa, dove 95 di loro
condividono una situazione di totale promiscuità con adulti, donne e uomini,
nelle stanze e nei bagni, dormendo a terra su materassi vecchi e non ignifughi.
I 5.656 minori stranieri non accompagnati che risultano invece presenti nelle
comunità per minori, in gran parte in Puglia, Calabria e Sicilia, fanno i conti
spesso con problemi relativi ai beni di prima necessità, alle carenze dei
servizi di assistenza legale e di mediazione culturale (fondamentale per
superare le difficoltà della lingua), con la conseguenza dell’aumento
dell’eventualità di fuga dei minori dalle comunità stesse, come è già avvenuto
per 1.418[3]
di essi che risultano al 30 maggio 2013 irreperibili[4].
La mancata continuità di un fondo nazionale per
l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che non gravi
sulle spese dei Comuni di rintraccio spesso a corto di fondi e costretti a
diffidare le comunità dall’accogliere i minori, e le carenze del
sistema di assegnazione dei tutori, insieme alla loro frequente
inadeguatezza, sono ulteriori gravi impedimenti a garantire le
condizioni minime di accoglienza e tutela per i minori migranti non
accompagnati[5].
L’applicazione del Disegno di Legge organico proposto da Save the Children,
così com’è concepito, costituirebbe una definitiva svolta positiva in materia di
accoglienza e tutela dei minori stranieri non accompagnati, e consentirebbe in
particolare di:
- Uniformare le procedure di identificazione e accertamento dell’età
- Istituire un sistema nazionale di accoglienza, con un numero adeguato di
posti e standard qualitativi garantiti, e attivare una banca dati nazionale per
governare l’invio dei minori che giungono in Italia nelle strutture di
accoglienza dislocate in tutte le regioni, sulla base delle disponibilità di
posti e di eventuali necessità e bisogni specifici dei minori stessi (attraverso
una “cartella sociale”)
- Garantire continuità ad un fondo nazionale per l’accoglienza dei minori
stranieri non accompagnati che non gravi sulle spese dei Comuni di
rintraccio
- Promuovere la partecipazione attiva e diretta dei minori stranieri non
accompagnati a tutti i procedimenti che li riguardano, nel rispetto dei principi
della Convenzione delle nazioni unite sui diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza.
- Promuovere la presa in carico e un sostegno continuativo per i minori in
condizioni di particolare vulnerabilità (come le vittime di tratta e di
sfruttamento o i richiedenti asilo)
- Sostenere in modo organico l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa
dei minori stranieri non accompagnati anche in vista del compimento della
maggiore età, il diritto all’istruzione e alla salute
- Coinvolgere le comunità locali nel sostegno dei minori non accompagnati
attraverso l’istituzione della figura dei “tutori volontari”, adeguatamente
selezionati e formati, e la promozione dell’affido familiare dei minori come
alternativa alle strutture di accoglienza.
Le principali attività di Save the Children per la protezione dei
minori stranieri non accompagnati in Italia
Dal 2008 nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno
(insieme a UNHCR, OIM, Croce Rossa) Save the Children è attiva a Lampedusa, in
Sicilia, Calabria e Puglia al fine di informare e supportare i minori fin dal
momento dello sbarco e svolgere un’attività di monitoraggio delle comunità di
accoglienza per minori in Sicilia, Puglia e Calabria, le 3 regioni in cui sono
collocati la maggior parte dei minori non accompagnati in seguito al loro arrivo
via mare, al fine di verificarne le condizioni di accoglienza.
A Roma, l’Organizzazione ha promosso nel 2009 il centro Civico Zero - in
collaborazione con la omonima cooperativa - che offre i suoi servizi diurni di
assistenza medica, legale, formazione e supporto a migliaia di minori stranieri
che raggiungono o transitano per la Capitale; nella stessa città, dal 2011 Save
the Children collabora con Intersos, per la gestione del centro di accoglienza
notturna A28 dedicato in particolare ai minori afgani.
A Milano, è attivo uno sportello di orientamento legale e programmi di
intervento e supporto specifici per i minori egiziani, mentre a Napoli, in
collaborazione con l’associazione Dedalus, Save the Children è impegnata in un
progetto di inserimento socio lavorativo, sempre a favore dei minori stranieri
non accompagnati. Inoltre, Save the Children coordina programmi per la
protezione dei minori vittime di tratta e sfruttamento.
La relazione sugli articoli del DDL con sinottico è scaricabile al
link:
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/Ufficio%20Stampa/DDL_relazione_sinottico.doc
Il documento con dati e storie relative ai minori stranieri non
accompagnati è scaricabile al link:
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/Ufficio%20Stampa/DDL%20MNA_DATI%20E%20STORIE_25lug2013.pdf
Sono disponibili foto descrittive della tematica e dell’attività di
Save the Children al link:
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/Ufficio%20Stampa/SELEZIONE%20FOTO.zip