In Burundi per scoprire i progetti del CCM. La giovane atleta Marta Bechis è impegnata sul campo e nella vita. Destinazione Burundi per Marta Bechis, giovane atleta di spicco nel mondo della pallavolo. Dieci giorni per conoscere meglio i progetti del CCM - Comitato Collaborazione Medica, onlus di cooperazione internazionale in campo sanitario fondata nel 1968 da un gruppo di medici torinesi.
Marta Bechis ha conosciuto il CCM durante lo scorso campionato di pallavolo: la squadra Duck Farm Chieri Torino Volley ha infatti scelto di giocare al fianco del CCM e della sua Campagna Sorrisi di madri africane per la salute materna e infantile.
Un colpo di fulmine quindi fra il CCM e alcune giocatrici della squadra, in particolare la capitana Chiara Borgogno e Marta Bechis. Quest'ultima, che già in precedenza si era impegnata in prima persona a sostegno di altre realtà in Paesi particolarmente poveri, ha deciso di andare in Africa e conoscere direttamente la situazione in cui vivono le popolazioni per le quali il CCM opera.
L'atleta visiterà i progetti CCM ad oggi attivi in Burundi, che riguardano le vittime di violenza sessuale e la salute neonatale.
In 3 province del Burundi (Bujumbura Mairie, Cibitoke e Muramvya) il CCM ha un progetto pilota contro la violenza sulle donne, in particolare quella sessuale, dove agisce su vari livelli: implementando una campagna di sensibilizzazione rivolta alle comunità locali; rafforzando i servizi sanitari, sociali e giuridici offerti presso il Centro Seruka dall'associazione Initiative Seruka pour les Victimes de Viol partner sul territorio; garantendo accompagnamento tecnico e finanziario agli ospedali distrettuali e ai centri di salute e ai centri socio-assistenziali. In tali zone circa 60.000 donne e 3.000 uomini, di cui 38.000 sono minori, sono vittime di violenza.
Il Progetto Kiramama! per la salute neonatale, partito lo scorso giugno, vuole rafforzare le capacità e le competenze del personale sanitario locale, oltre alla consapevolezza delle madri dell'importanza di controlli e cure adeguate. Entrambi gli aspetti giocano un ruolo fondamentale per la sopravvivenza di neonati problematici o nati con parti complicati. Il CCM è impegnato in attività di formazione e cura, dimostrando come anche personale non altamente qualificato, ma adeguatamente formato e supervisionato, svolga un'azione significativa per ridurre la mortalità e la morbilità neonatale. Beneficeranno dell'intervento circa 3.500 neonati, che verranno accolti con tecniche adeguate (e, quando necessario, salva vita) alla nascita e monitorati nei loro primi giorni di vita.