Il nostro appello perché si fermi lo spargimento di sangue durante il mese Ramadan e si arrivi ad un accordo di pace, che ad oggi appare lontanissimo.


L’annuncio delle Nazioni Unite di 5 mila vittime al mese causate dalla guerra civile che sta dilaniando la Siria, sono il chiaro segnale dell’ulteriore peggioramento di una crisi umanitaria che sta superando la drammaticità della tragedia in Ruanda. Una tragedia che Oxfam sta denunciando da tempo. Neppure durante i momenti di maggiori conflitto in Iraq, si erano infatti quasi mai superate le 3 mila vittime ogni mese. Eppure ancora le prospettive di un cessate il fuoco e del raggiungimento di un accordo di pace sembrano lontane, di fronte ad una guerra civile che ha già causato 100 mila vittime e l’esodo di 200 mila profughi ogni mese. Un’ escalation che potrebbe portare ad arrivare a 2 milioni di rifugiati entro fine agosto e a 3,5 milioni entro la fine del 2013.

“Centomila morti è un dato orribile, che rende l’immagine in un conflitto che ha raggiunto incredibili proporzioni, con 8 milioni di siriani che hanno un disperato bisogno di aiuti e quasi 1,8 milioni di profughi che sono stati costretti a fuggire nei paesi vicini. – spiega Claire Seaward, responsabile della risposta umanitaria di Oxfam in Siria – Dietro queste scioccanti statistiche vi è però un’incredibile livello di sofferenza umana, eppure i colloqui di pace che erano stati promessi sembrano, oggi, più lontani che mai. La comunità internazionale non può continuare a ignorare la crisi siriana, perché si fa sempre più urgente un maggiore impegno per trovare una soluzione politica e fermare lo spargimento di sangue”.

Una situazione che impone quindi in maniera sempre più urgente, una massiccia risposta internazionale in termini di aiuti umanitari, dato che al momento, solo il 35% degli aiuti promessi è stato garantito nell’ambito del maggiore appello mai lanciato dalle Nazioni Unite, pari a 4 miliardi di dollari.  Oxfam fa appello quindi alla comunità internazionale, perché si arrivi, nel più breve tempo possibile, ad un duraturo cessate il fuoco e quindi di un accordo di pace. La conferenza di pace di Ginevra potrebbe offrire un barlume di speranza agli uomini, alle donne e ai bambini siriani colpiti dal conflitto, è necessario però che si tenga al più presto.

“I siriani hanno bisogno di ogni tipo di assistenza umanitaria e soprattutto hanno bisogno di un cessate il fuoco. –aggiunge Riccardo Sansone, Humanitarian Aid Coordinator per Oxfam Italia –   Il Ramadan che è appena iniziato è il loro terzo Ramadan lontano dalle proprie case, il più duro da affrontare. La comunità internazionale ed i Governi non possono restare indifferenti di fronte a questa tragedia umana proprio per questo è fondamentale che rispettino gli impegni presi, sia per garantire i finanziamenti promessi, sia per arrivare velocemente ad una conferenza di pace”.

La crisi siriana in Libano e Giordania
Con quasi un quinto della popolazione, che ha dovuto abbandonare la propria casa, e non essendo riuscita a lasciare il paese, adesso vive nelle scuole o in alloggi di fortuna, siamo di fronte ad una crescita esponenziale del numero dei rifugiati in fuga verso i campi profughi dei vicini Libano e Siria, che al momento ne ospitano circa 500 mila a testa. Si fa quindi sempre più delicata la situazione in Giordania, dove il maggiore campo di Zaatari ospita oltre 100 mila persone, (come se fosse la quinta città del paese per numero di abitanti), mentre il nuovo campo di Azraq, nel nord-est del paese, è destinato ad ospitare altri 130 mila profughi entro la fine dell’anno. Ma è soprattutto in Libano, un paese dagli equilibri interni ancora fragili, dopo 15 anni di guerra civile e il conflitto con Israele nel 2006, che la situazione si fa sempre più complicata. Qui, infatti, i rifugiati sono sparsi in tutto il paese e vivono in buona parte in alloggi temporanei o tende sovraffollate, rendendo ancor più difficile la distribuzione degli aiuti. Con i rifugiati siriani che attualmente rappresentano il 10 per cento della popolazione totale, ma che entro la fine dell’anno potrebbero divenire un quarto degli abitanti.

In piena estate, inoltre,  si fa sempre più urgente intensificare la distribuzione di acqua potabile e cibo, così come la fornitura di servizi igienici e di prima accoglienza.
A oggi Oxfam ha aiutato 135mila profughi siriani nei campi di Libano e Giordania, ma l’obiettivo - annuncia l'organizzazione - è di arrivare a sostenerne 650mila.


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