Il disegno di legge che chiede la messa al bando delle bombe a grappolo in Italia è stato presentato il 12 ottobre 2006, con la firma di più di cento deputati. Finalmente, il 2 maggio è iniziato l'iter parlamentare a Montecitorio. La proposta di legge 1824 presentata da Carlo Leoni, deputato dell'Ulivo, vuole estendere i divieti di produzione, esportazione, uso e ricerca già in vigore per le mine antipersona, anche a questi ordigni; vuole inoltre sollecitare la firma della Convenzione di Ottawa sulla messa al bando delle mine antipersona da parte di alcuni Paesi di primo piano (USA, Russia, Cina ecc.) che ancora non vi hanno aderito.
Un'altra esigenza evidenziata è la necessità di stanziare ulteriori e ben maggiori fondi per lo sminamento dei territori colpiti da questi ordigni.
Le cluster bombs fanno vittime soprattutto tra i civili, in particolare i bambini. Fra i Paesi più devastati da questo flagello ci sono: Kosovo, Iraq, Afghanistan, Laos e, dopo il conflitto con Israele nell'estate 2006, anche il Libano. Il disegno di legge è in linea con la risoluzione approvata all'inizio dell'anno in Commissione Difesa alla Camera dei Deputati.
L'Italia, nel partecipare alla Conferenza di Oslo, in attuazione della risoluzione ha sottoscritto, assieme alle delegazioni di decine di altri Paesi, l'impegno per giungere ad un'intesa giuridicamente vincolante che mette al bando questi ordigni entro il 2008. "Il nostro Paese è fortemente impegnato - ha affermato il Sottosegretario agli Esteri Di Santo - sul piano internazionale per la ricerca di un patto che metta soluzione al problema".
Lo stesso sottosegretario ha comunicato anche che è in avanzata fase di concertazione interministeriale il progetto di legge di ratifica del protocollo V° della Convenzione su Certe Armi Convenzionali, relativo ai residuati bellici inesplosi. Questo protocollo prevede l'obbligo di bonifica, a carico dei belligeranti di tutti i residuati bellici al termine del conflitto. L'approvazione del disegno di legge rappresenterebbe un segnale forte inviato alla comunità internazionale, per intraprendere una battaglia di civiltà, tanto più necessario visto che i militari italiani in Libano rischiano di essere vittime proprio di queste armi.
La Rete Disarmo e la Campagna contro le mine hanno invitato il Governo a prendere una chiara presa di posizione ed il Parlamento ad approvare con urgenza il citato disegno di legge. Del resto anche la Croce Rossa, l'UNICEF e l'allora Segretario Generale ONU, Annan, si sono espressi in tal senso. Dopo il notevole aumento delle spese militari previste nella Finanziaria 2007, ora il popolo della pace spera in una rapida approvazione della legge, e nella definitiva messa al bando delle mine.