Il Direttore
Esecutivo del WFP Ertharin Cousin ha recentemente visitato la Palestina dove ha
incontrato famiglie che faticano ad arrivare a fine mese a causa degli alti
prezzi del cibo e i bassi salari. Il WFP le aiuta a soddisfare i propri bisogni
alimentari anche se il loro principale desiderio è poter provvedere
autonomamente a se stessi. Ecco il suo racconto.
Gerusalemme – Oggi ho fatto visita ad alcuni programmi del WFP in Palestina.
Un terzo delle famiglie palestinesi sono a rischio insicurezza alimentare. Il
WFP sostiene queste comunità con voucher elettronici per acquistare cibo nei
negozi locali, con i pasti a scuola e la distribuzione di cibo ai beduini e alle
comunità di pastori.
La giornata è iniziata presto. Siamo partiti da Gerusalemme prendendo
l’autostrada per il Mar Morto. Gli alberi che fiancheggiavano la strada hanno
presto ceduto il posto a un vasto panorama roccioso e desertico, mentre la
moderna autostrada si snodava tra le colline. Siamo usciti dall’autostrada e
abbiamo percorso una strada sterrata, mettendo a dura prova i nostri
fuoristrada, attraversando il letto di un fiume ormai asciutto e inerpicandoci
su una collina. Era l’unico modo per raggiungere i beduini.
Quel
viaggio, scomodo e accidentato, mi ha fatto riflettere sulle difficili
condizioni di vita di queste famiglie. Il villaggio è stretto tra l’autostrada e
un insediamento ebraico, e rimane poca terra per le tradizionali attività di
allevamento di animali, la produzione di latte e di tosatura.
Ho incontrato
un gruppo di donne beduine. Mi hanno detto di aver perso la speranza, di essere
spaventate e angosciate all’idea di dipendere dagli aiuti. Vorrebbero la libertà
di continuare a vivere secondo le loro tradizioni. Invece, sono preoccupate per
i loro figli, per la scuola in via di demolizione e per la diminuzione del
numero di capre e pecore che hanno a loro disposizione.
Il WFP fornisce cibo alle comunità per aiutarle a rispondere ai bisogni
alimentari. Le donne che ho incontrato ricevono farina, olio e zucchero del
WFP. Le donne ci hanno anche onestamente espresso il desiderio che, nelle
razioni alimentari che forniamo loro, ci siano anche riso e fagioli. Però, prima
ancora delle razioni, vorrebbero poter avere maggiori opportunità di badare a se
stesse e alle proprie famiglie.
Ho poi visitato un negozio che, in cambio di voucher elettronici del WFP,
fornisce cibo prodotto localmente. Lì, ho incontrato Basma, una ragazza madre
che mi ha raccontato di come i voucher le permettano di comprare cibo senza
perdere la dignità. Con la sua “Carta Sahtein”, Basma acquista il lebneh, un
tradizionale formaggio spalmabile a base di yoghurt, insieme a latte, uova e
olio di oliva. L’80 per cento degli alimenti nella razione alimentare del WFP è
prodotto in Palestina, aiutando a rilanciare l’economia locale. Negli ultimi tre
anni, l’economia locale ha beneficiato di una grande quantità di denaro con il
programma WFP di voucher alimentari.
Ci
siamo poi fermati nell’unica azienda palestinese sul Mar Morto. L’azienda
produce sale ed è gestita a livello familiare. Il 30 per cento del sale usato
dal WFP nelle sue razioni alimentari proviene da questa azienda. E il vantaggio
è doppio: si sostiene un’attività locale e si genera lavoro per I palestinesi.
Il sostegno del WFP ha aiutato l’azienda ad ottenere dei finanziamenti che le
hanno permesso di espandersi e aumentare la produzione per il mercato
internazionale. E’ una storia che mostra il ruolo del WFP nel sostenere sia una
crescita economica sostenibile che la sicurezza alimentare, dimostrando come un
buon progetto e partnership affidabili possano servire a rendere le persone
autosufficienti.
A causa degli alti prezzi alimentari e dei bassi salari, 1,6 milioni di
palestinesi vivono in una condizione di insicurezza alimentare. Ma la soluzione
non sta solo in maggiori razioni alimentari. Serve una pace duratura. Dopo
tutto, la sicurezza alimentare significa sicurezza e la sicurezza alimentare è
vitale per assicurare la pace nella regione.
Di Ertharin Cousin, Direttore Esecutivo del WFP
Guarda il video della fabbrica di sale palestinese.