Appuntamento con i primi risultati l’11 luglio a Roma
A poco più di quattro mesi dalla chiusura delle operazioni sul
territorio, vengono presentati i primi risultati del 9° Censimento generale
dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non
profit. Le attività di raccolta dei
questionari si sono concluse il 28 febbraio 2013 ed è ora possibile delineare la
struttura dell’universo produttivo italiano.
La presentazione dei primi risultati si è
svolta giovedì 11 luglio a
Roma.
COMUNICATO STAMPA ISTAT
9°
Censimento industria e servizi, istituzioni e non profit: un Paese in profonda
trasformazione
Cresce il non profit, arretra la Pubblica
Amministrazione, cambia il sistema delle imprese a causa della crisi economica e
del cambiamento del contesto competitivo. E' quanto emerge dalla rilevazione
censuaria che ha coinvolto 260mila imprese, oltre 300mila istituzioni non profit
e 13mila istituzioni pubbliche
Roma, 11 luglio 2013 – Il mondo del non profit cresce e si
diversifica, la Pubblica Amministrazione si snellisce, il settore delle imprese
subisce trasformazioni nel contesto della crisi e della globalizzazione. A
confermarlo sono i risultati del 9° Censimento Istat su Industria e servizi,
Istituzioni pubbliche e Non Profit. Alla rilevazione hanno partecipato oltre
300mila organizzazioni non profit, 13mila
istituzioni pubbliche e un campione di 260mila imprese (tutte
quelle con 20 e più addetti e circa 190mila unità produttive di
piccole e piccolissime dimensioni).
Innovativa nel metodo e nelle tecniche di
rilevazione, l'operazione censuaria si è caratterizzata per un uso quasi
capillare del web da parte dei soggetti coinvolti nella compilazione dei
questionari. Proprio questo ha consentito la pubblicazione dei dati definitivi a
distanza di soli quattro mesi dalla chiusura delle rilevazioni sul
campo.
Accanto ai dati tradizionali, alcuni approfondimenti inediti su occupazione,
governance, internazionalizzazione e strategie finanziarie costituiscono una
solida base informativa per un monitoraggio continuo delle trasformazioni della
realtà produttiva italiana.
Le dinamiche del sistema produttivo italiano si
evincono dal raffronto tra i risultati del 9° Censimento e quelli della
precedente edizione; la vivacità del sistema ha subito un rallentamento negli
ultimi anni a causa della crisi strutturale che ha investito gran parte
dell'Europa.
Il dinamismo interno al sistema è rappresentato anche da un fenomeno
peculiare che emerge dall'indagine: l’effetto “sostituzione” tra un
settore e l’altro in termini di occupazione e unità economiche. Se, da
una parte, diminuisce l'occupazione dipendente nell’istruzione e nella sanità e
assistenza sociale pubblica (rispettivamente –10,3 per cento e -8,6 per cento),
dall'altra aumenta contestualmente nelle stesse attività economiche il numero
degli addetti nel non profit (+78mila nell'istruzione, +123mila nella sanità e
assistenza sociale) e nelle imprese (rispettivamente +13mila e +148mila). Una
conferma del progressivo ampliamento dei servizi di mercato
chiaramente misurato dal Censimento.
Cresce il ruolo del non profit
Al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non
profit attive in Italia sono 301.191, con un
incremento del 28% rispetto al 2001, anno dell'ultima rilevazione censuaria sul
settore. Più contenuto, ma sempre positivo, il dato relativo all’incremento di
istituzioni con addetti (+9,5 per cento) con una crescita del personale
dipendente pari al 39,4 per cento rispetto al 2001. Il non profit cresce
soprattutto nel Nord e nel Centro
Italia, con punte più alte di presenza e
attività in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Il
settore conta sul contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari, 681mila
dipendenti, 270mila lavoratori esterni e 5mila lavoratori temporanei.
Nel tessuto produttivo italiano, il non profit occupa una posizione
significativa: il 6,4 per cento delle unità economiche attive.
Il settore della cultura e dello sport assorbe il 65 per cento
del totale delle istituzioni non profit, seguito dai settori dell'assistenza
sociale (con 25mila istituzioni), delle relazioni sindacali e di rappresentanza
(16 mila realtà), dell'istruzione e ricerca (15mila istituzioni).
Il peso della componente non profit nell’assistenza sociale
è significativo anche in termini di occupazione con 544 addetti ogni 100
nelle imprese.
Quasi la metà dei dipendenti impiegati nelle istituzioni non profit (46,9 per
cento) è concentrata in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna.
Imprese: dieci anni di
trasformazioni
Il censimento delle imprese si è articolato su
due livelli: il primo ha consentito di migliorare le misurazioni delle
caratteristiche strutturali delle imprese e dell’occupazione e di misurare con
precisione i cambiamenti strutturali manifestatisi tra il 2001 e il 2011; il
secondo, basato su una rilevazione che ha coinvolto un campione di 260mila
imprese, ha approfondito la conoscenza dei fattori di competitività delle unità
produttive, con particolare attenzione a quelle di piccola dimensione. Il
confronto tra 2001 e 2011 è fortemente condizionato dal 2008, anno in cui la
crisi economica ha investito i sistemi produttivi di tutti i Paesi europei e
dell'Italia in particolare, interrompendo una fase di crescita che mostrava
segni di accelerazione. Al 31 dicembre 2011, le imprese attive sono
4.425.950, con un aumento dell'8,4
per cento rispetto al 2001. Sul
territorio, si registra un consistente
aumento delle imprese nel Sud (12,2 per
cento), seguono Centro (11,5 per cento) e Isole (10,7 per cento). Per quanto
riguarda l'occupazione, la rilevazione censuaria registra 11,3 milioni di
lavoratori dipendenti, 5,1 milioni di indipendenti, 421 mila esterni e 123mila
temporanei. L’incremento rispetto al 2001 è modesto (+4,5 per cento); tuttavia
nel corso del 2011, circa 295mila imprese con almeno tre addetti hanno
effettuato nuove assunzioni: la
percentuale più alta (31,4 per cento) si registra nell'industria.
Per quanto riguarda la governance, si conferma il carattere
familiare del sistema imprenditoriale italiano, che vede in oltre il 90 per
cento delle imprese con almeno tre addetti una persona fisica come socio
principale. Raramente il primo socio ha nazionalità estera, il fenomeno
è più frequente in Toscana (5,1 per cento) e
Lombardia (4,5 per cento).
La proprietà delle microimprese (tra 3 e 9 addetti) appare piuttosto stabile
nel tempo: nel 72,7 per cento dei casi non vi è stato nel periodo 2006-2011 un
passaggio generazionale, né è previsto per il 2012-2016. A capo delle
microimprese nella maggior parte dei casi si trovano uomini al di sopra dei
quarant'anni, diplomati, con precedenti esperienze di lavoro dipendente. Nelle
regioni meridionali una minore età media degli imprenditori si associa a una
quota mediamente più elevata di imprenditori senza precedente esperienza
lavorativa.
La Pubblica Amministrazione si fa più
piccola
Diminuisce il numero delle istituzioni
pubbliche che, al 31 dicembre 2011, sono 12.183,
il 21,8 per cento in meno rispetto alla precedente rilevazione
del 2001. La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di
processi di razionalizzazione che hanno portato negli anni alla trasformazione
di enti da diritto pubblico a diritto privato e all'accorpamento tra istituzioni
diverse. Nel 2011 i lavoratori attivi della PA sono poco più di 2,8 milioni,
116mila i lavoratori esterni, 11mila i lavoratori temporanei, 69mila i volontari
impegnati nelle amministrazioni pubbliche, al netto dei militari e degli
appartenenti alle forze di polizia. Tra gli enti locali, sono i Comuni ad aver
subito la più forte contrazione
del numero di addetti (-10,6 per cento),
un po' meno si registra nelle Regioni (-8,6 per cento). Solo le Province, le
Comunità montane e isolane e le Unioni di comuni hanno aumentato nel decennio i
dipendenti (+11,3 per cento le prime, +42,9 per cento le seconde) in coerenza
con l’aumento del loro numero (da 102 a 109 le prime e da 355 a 573 le seconde).
Tendenza opposta si osserva, invece, in Valle D'Aosta, Sicilia e Provincia autonoma di Trento
che hanno visto aumentare il numero degli
addetti in rapporto alla popolazione. La diminuzione del personale dipendente
(-24,8 per cento) si riscontra anche nelle Altre istituzioni pubbliche (Camere
di Commercio, ordini e collegi professionali, università ed enti di ricerca).
Significativa anche la contrazione (-14,2 per cento) del numero di addetti negli
Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e nelle amministrazioni dello
Stato: Ministeri, Agenzie dello Stato, Presidenza del
Consiglio.
Il Rapporto è scaricabile da questo link: http://www.istat.it/it/files/2013/07/Fascicolo_CIS_PrimiRisultati_completo.pdf
Ulteriori documenti a questi due link:
http://www.istat.it/it/censimento-industria-e-servizi/industria-e-servizi-2011
http://www.istat.it/it/archivio/95481