«Cari giovani, nel 2013 il lavoro non si cerca, si crea». E’ in questa battuta di Alessandro Fusacchia consigliere del Mae (Ministero degli Affari Esteri) per la diplomazia economica, la sintesi dell’evento Occupazioni e giovani, StartUp e Innovazione tra politiche pubbliche e iniziative di comunità. Il convegno, compreso nel programma di presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2012 di Unipol, si è tenuto a Bari negli scorsi giorni e ETicaNews ne ha raccontato in tempo reale lo sviluppo tramite una twittercronaca con hashtag #UnipolCsr. Ma attenzione. L’esortazione di Fusacchia non deve essere letta come la solita tirata d’orecchie a giovani indolenti ma come un invito pienamente costruttivo, scambiato tra enti pubblici, istituzioni privati, giovani e ovviamente Unipol, alfiere del modello cooperativo come occasione per fare startup.

L’assenza del presidente della Puglia Nicki Vendola, che aveva invece assicurato il suo intervento, su un tema così delicato, ha lasciato l’amaro in bocca a diverse persone in platea ma gli altri interventi hanno saputo dare stimoli e indicare vie di soluzione per dare lavoro ai giovani. Tutti convengono: in Italia è un problema culturale. Su tutti i fronti. L’«essere imprenditori» non viene proposto ai giovani, che a loro volta spesso si mettono in attesa di soluzioni alla mancanza di occupazione da dipendente. Quando si entra in Università viene offerta la possibilità di imparare a fare l’ingegnere, il dottore e quant’altro. Ma nessuno ti spiega che e come puoi fare l’imprenditore. Anche la facoltà di Economia&Commercio manca di questo approccio. Ci si focalizza nel manageriale, che va bene, ma non di come lanciare una startup. E’ un problema culturale anche per le istituzioni. Non è corretto gestire il problema della crisi del lavoro a livello giovanile considerando i giovani degli stakeholder della questione. Infatti stakeholder è spesso un portatore di interessi statico, anzi addirittura conservativo della propria situazione. Il giovane pronto a entrare nel mondo del lavoro è invece un essere dinamico, in evoluzione, non sa ancora neanche lui quale destinazione raggiungerà il suo lavoro. E va quindi aiutato, stimolato come tale.

Di questa positiva rivoluzione culturale il Gruppo Unipol si offre come volano. Ritiene importante favorire una nuova cultura dell’innovazione, dell’assunzione di responsabilità e del rischio, in un contesto che promuova uno sviluppo più sostenibile capace di coniugare crescita economica, valore sociale e tutela ambientale. In particolare Fondazione Unipolis ha stanziato 300 mila euro con il Bando “Culturability” per sostenere la nascita di 15 startup under 35, in ambito culturale e creativo. In poco più di due mesi, tra il 21 febbraio e il 30 aprile, sono stati 824 i progetti d’impresa presentati da parte di ben 2.932 giovani tramite il sito internet www.culturability.org in cui sono visibili tutte le proposte giunte a Unipolis.

Al convegno di Bari ha mostrato un particolare coinvolgimento alle tematiche del lavoro giovanile Loredana Capone, assessore alle Attività Produttive Regione Puglia: l’Italia fino agli anni ’70 ha avuto successo puntando sul capitale umano, è necessario ripartire da lì, è una grande opportunità che abbiamo. Bisogna riscoprire i punti di forza dell’Italia, e l’innovazione è sempre stato uno dei punti di forza del successo italiano, ma appunto sempre basato dall’esaltazione del capitale umano.  Bisogna fare squadra, ognuno per quello che gli compete. I soldi per le idee ci sono, la regione hai fondi europei. Sul concetto di fare squadra ha insistito anche Stefano Firpo, capo della Segreteria Tecnica del Mise, il ministero dello Sviluppo Economico: sull’oggetto startup si deve puntare a creare un intero ecosistema, una policy, un contesto favorevole intorno all’innovazione. Capone ha esortato i giovani a puntare sulle idee, sull’innovazione, invitando a crearsi lavoro puntando a soddisfare i molti bisogni non convenzionali insoddisfatti che ci sono in giro, come le soluzioni tecnologiche per i bimbi disabili. L’assessore ha portato l’esempio dei Living labs: chi ha un bisogno lo propone in questo laboratori sperimentali, dove i giovani raccolgono la sfida creando prodotti e servizi che li soddisfano.

Alberto Di Minin, consigliere per l’innovazione del ministero del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha approfittato della platea del convegno di Bari firmato Unipol per ricordare che proprio lo stesso Miur lancerà a settembre un portale per lanciare sfide di innovazioni ai giovani e ai ricercatori. E non è tutto. Lo sforzo di innovare va verso l‘internazionalizzazione delle idee e delle startup, per questo bisogna pensare a un nuovo ruolo anche per il ministero degli Esteri, sforzo che si sta facendo. Nel corso dell’evento sono stati riportati molto esempi di startup di successo. In prima persona ha parlato Annibale d’Elia coordinatore di Bollenti Spiriti che ha ribadito con entusiasmo serve una riconversione culturale per favorire le iniziative imprenditoriali giovanili.

Carmelo Rollo, presidente Legacoop Puglia e presidente Cru Puglia, ha posto particolare enfasi sulle startup legate alla cultura lanciando lo slogan Non è vero che con la cultura non si mangia! Rollo ha anche spezzato una lancia a favore del settore editoriale, oggi in crisi: è importante, fondamentale per lo sviluppo delle imprese, soprattutto di quelle del territorio. E ovviamente anche per le cooperative.

Fabrizio Guidoni

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