Il tempo è scaduto, occorre approvare al più presto una legge che regolamenti
realmente e in modo rigoroso la diffusione del gioco d'azzardo nel nostro paese.
E' questo il messaggio che arriva dall'incontro svolto a Roma il 9 luglio scorso
e promosso da “Mettiamoci in gioco”, campagna nazionale contro i rischi
del gioco d’azzardo e dal cartello Insieme contro l'azzardo
a cui hanno partecipato numerosi parlamentari di vari schieramenti e
diversi esponenti degli enti locali. L'appuntamento ha permesso di individuare
una serie di punti condivisi in vista di una normativa in materia.
"Crediamo che ci sia bisogno di una legge quadro, che ordini questo
settore" - ha affermato Antonio Russo, responsabile
Legalità della Presidenza nazionale delle Acli - Bisogna modificare la
legislazione vigente, soprattutto in alcuni aspetti. Oggi, nel nostro Paese, i
sindaci non hanno poteri di controllo sulla diffusione e sull'utilizzo dei
numerosi strumenti del gioco d'azzardo sui territori. Quindi, bisogna dare ai
sindaci e alle amministrazioni comunali dei poteri effettivi. Oggi loro non
possono neanche stabilire quale sia la distanza dalla sala nella quale sono
contenuti questi giochi, queste slot machine, rispetto per esempio ad una
parrocchia, rispetto ad una scuola. Ecco, noi riteniamo fondamentale che si
riparta da una legge quadro che possa ordinare questa materia".
La campagna –
promossa da ACLI, ADUSBEF, ALEA, ANCI, ANTEAS, ARCI, AUSER, Avviso
Pubblico, CGIL, CISL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, FeDerSerD, FICT, FITEL,
Fondazione PIME, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Shaker - pensieri senza
dimora, UISP – ha avanzato queste proposte: eliminazione del termine
"ludopatia" dagli atti pubblici, da sostituire con il termine, assai più
corretto, di "gioco d'azzardo patologico"; divieto di introdurre nuovi giochi
con vincite in denaro; completare, entro due mesi, il percorso di inserimento
del gioco d'azzardo patologico nei Livelli essenziali d'assistenza garantiti
dallo stato; istituzione di un fondo per la prevenzione, cura e riabilitazione
finanziato per un terzo dalla riduzione delle somme destinate alle vincite, per
un terzo dagli introiti dei concessionari e per un altro terzo dallo stato;
impedire l'accesso ai giochi da parte dei minorenni prevedendo l'obbligo di
presentazione della tessera sanitaria; stabilire una serie di norme per ridurre
drasticamente i messaggi ingannevoli e tutelare i minorenni e le fasce più
deboli; assegnare un potere di regolamentazione agli Enti locali rispetto
all'esercizio del gioco (autorizzazioni, orari, luoghi…); istituzione di un
Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d'azzardo patologico presso il
ministero degli Affari sociali, a cui devono partecipare anche esponenti dei
Sert e del terzo settore più rappresentativo; prevedere attività di formazione
specifica per operatori dei Sert, dei Servizi di salute mentale e del privato
sociale e, sui rischi dell'azzardo, per gli esercenti dei giochi; definire un
complesso di limitazioni, divieti e obblighi connessi ai luoghi del gioco per
ridurre i rischi di dipendenza (tempo minima di partita, presenza di orologi
nelle sale, limiti per il fumo identici a quelli vigenti in tutti gli altri
locali…); armonizzazione del prelievo fiscale per i diversi giochi, oggi tassati
in modo spesso radicalmente, e ingiustificatamente,
differente.