Vincitore assoluto Ponte nelle Alpi per il
quarto anno consecutivo. Belluno miglior capoluogo del Nord e
al Sud trionfa Salerno. 1293 comuni (quasi 8 milioni di
italiani) hanno raggiunto l’eccellenza superando il 65% di
raccolta differenziata dei rifiuti ma le grandi città stanno a
guardare.
L’Italia verso ‘Rifiuti free’: sono 330 le realtà che producono meno
di 75 chilogrammi per abitante di rifiuto secco
indifferenziato.
Consegnati a Roma i premi della XX edizione di
Comuni Ricicloni: sono 1.293 i campioni nella raccolta differenziata dei
rifiuti, il 16 per cento dei comuni d’Italia per un totale di 7,8 milioni di
cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13 per cento della
popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando
l’industria del riciclo e quindi la Green Economy.
Comune vincitore assoluto
è Ponte nelle Alpi, 8.508 abitanti in provincia di Belluno, che per il quarto
anno consecutivo raggiunge livelli di eccellenza; tra i capoluoghi del Nord
vince proprio Belluno mentre per il Sud primeggia Salerno. Tra i comuni sopra i
10 mila abitanti si distinguono per il Nord, Zero Branco (TV), al Centro
Serravalle Pistoiese (PT) e al Sud il Comune di Monte di Procida (NA) e per
quelli con meno di 10 mila abitanti vincono Sant’Orsola Terme (TV) per il Nord,
Montelupone (MC) per il centro e per il Sud Casal Velino (SA).
“Questa
volta non si può dire che i buoni risultati ambientali raggiunti siano l'effetto
della crisi economica che riduce i consumi, perché ci troviamo di fronte a
scelte strutturali ormai stabilizzate – ha dichiarato il presidente nazionale di
Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza -. La gestione virtuosa del ciclo dei
rifiuti migliora la qualità ambientale, apre nuove strade a vere e proprie
filiere industriali e potrebbe migliorare anche i bilanci delle famiglie
italiane, se la nuova tassa sui rifiuti, come stiamo proponendo in un appello
lanciato proprio in questi giorni, fosse modulata per premiare chi fa buona
raccolta differenziata. Con altrettanta chiarezza emergono oggi i punti dolenti
su cui occorre concentrarsi: le grandi città e quelle zone del paese, non tutte
al Sud, dove ancora il peso delle discariche e i volumi della raccolta
indifferenziata tengono l'Italia fuori dall'Europa. È cambiata l'era – ha
continuato Cogliati Dezza -. Oggi possiamo dire stop a nuovi termovalorizzatori
e cominciare a far chiudere i più vecchi, costruire nuovi impianti di
riciclaggio, a partire da quelli per l’organico come i digestori anaerobici, e
diffondere tutte quelle politiche organizzative articolate e flessibili che
danno al settore capacità di sviluppo e di adeguamento rapido e indolore alle
nuove tecniche e a nuovi stili di vita”.
Le Regioni. Veneto, Friuli
Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le Regioni con la più alta
concentrazione di Comuni Ricicloni. Seguono Marche, Lombardia e Piemonte e la
Campania all’ottavo posto, prima Regione del Sud.
Dopo i Ricicloni i
Comuni rifiuti free. Dal dossier Comuni Ricicloni 2013 emerge la novità di
questa XX edizione: in Italia esistono realtà che vanno oltre l’eccellente
risultato del 65% di raccolta differenziata e riciclata, arrivando quasi ad
essere ‘rifiuti free’, ovvero comuni dove si è riusciti a ridurre dell’90% circa
la quantità di rifiuti da smaltire. Sono 330 in totale e in media ognuno ha
prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato in un
anno. Un caso su tutti, il comune di Empoli che nonostante i suoi 48 mila
abitanti è un comune “rifiuti free”. Come si raggiunge questo risultato? Le
ricette sono diverse, ma con alcune caratteristiche comuni: la raccolta “porta a
porta”, la modalità di tariffazione del servizio (197 sono a tariffa puntuale,
29 normalizzata e 104 a tassa), la responsabilizzazione dei cittadini attraverso
una comunicazione efficace e con politiche fiscali che applichino il principio
del ‘chi inquina paga’ e premino il cittadino virtuoso con una riduzione della
tassa sui rifiuti se separa bene i materiali da ciò che non si può riciclare; e
ancora, incentivando la pratica del compostaggio domestico, promuovendo il
consumo dell’acqua del Sindaco riducendo le bottiglie di plastica, bandendo le
stoviglie in plastica in favore di quelle riutilizzabili. Ed è di questi giorni
il lancio da parte di Legambiente della raccolta firme per la petizione popolare
"Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare" nell'ambito della
sua campagna "Italia rifiuti free” affinché la tassazione a carico di famiglie e
aziende sia equa e premii comportamenti virtuosi.
Le grandi città stanno
a guardare? Solo sei città capoluogo di provincia sono Riciclone (oltre il 65%),
due al sud e quattro al nord. Appena il 5% del totale. Nessuna oltre i 200 mila
abitanti. E gli altri 17,5 milioni di cittadini che risiedono negli altri 100
capoluoghi d’Italia? La spaccatura non è più tra un’Italia virtuosa nel Nord e
una in ritardo nel Centro-Sud, ma tra comuni piccoli e virtuosissimi e località
immobili, a partire da tutte le maggiori città. Nei quartieri di Torino e di
Milano con una moderna raccolta differenziata porta a porta, frazione umida
compresa, siamo già oggi al 50 – 65% di differenziata. Roma non sa ancora
scegliere tra raccolta porta/porta spinta e avvio a riciclo o l’ennesimo grande
impianto di smaltimento. Milano ci fa di nuovo sperare: un nuovo piano per la
re-introduzione della raccolta dello scarto umido è in atto su metà della città
e sta andando bene, oltre i pronostici di Comune e Amsa: l’obiettivo del 50% di
raccolta differenziata è a portata di mano.
A Torino si era partiti col
piede giusto, i risultati erano arrivati, ma il piano che prevedeva la
progressiva estensione del sistema secco-umido fino a completare l’intero
territorio è fermo e in forte ritardo. Davvero un peccato per il capoluogo
piemontese che, con il 42,5%, vanta ancora la percentuale di raccolta
differenziata più alta tra le grandi città. E’ di questi giorni la notizia di
una sperimentazione appena inaugurata a Genova che prevede la collocazione di
“cassonetti intelligenti” con chiave personalizzata per le famiglie. In questo
modo, secondo Amiu, si eviterà il conferimento dei rifiuti ingombranti nei
cassonetti.
A Napoli dopo l’avvio sperimentale della raccolta in alcuni
quartieri, non ci sono stati ulteriori progetti di sviluppo del porta a porta,
mentre continuano i viaggi via mare dei rifiuti partenopei verso gli
inceneritori del Nord Europa. A Palermo, nessuna buona nuova, con ripetute
emergenze rifiuti per strada.
“L’Italia è oggi divisa – afferma Andrea
Poggio, vice direttore generale di Legambiente -. C’è chi aspetta che qualcuno
la tiri fuori dalla crisi e dall’immobilismo, e chi si rimbocca le maniche,
capisce dove va il mondo, e crea le condizioni per la “terza rivoluzione”
industriale, quella in cui l’organizzazione, il sapere e la tecnologia
sostituiscono lo spreco di materiali e di energia. I cittadini “ricicloni”, nei
loro 1300 comuni, chi progetta riducendo lo spreco e chi ricicla producendo
nuovi beni sono parte della green economy del futuro”.
Piccolo è bello e
l’organizzazione consortile è spesso il punto di forza
Dall’indagine sui
Comuni Ricicloni 2013 risulta che i cittadini virtuosi sono distribuiti
equamente tra i piccoli comuni (al di sotto del 10 mila abitanti) e quelli più
grandi (oltre i 10 mila). Cambia però il loro numero: sono 1.076 i piccoli e
211 i più grandi. Le esperienze migliori risultano essere però, quelle
consortili su scala territoriale più ampia.
La cartina d’Italia di Comuni
Ricicloni 2013 ci restituisce una distribuzione dei comuni virtuosi concentrati
nel Triveneto e macchie compatte in Lombardia, Piemonte, Toscana, Campania,
Basilicata e Sardegna, proprio dove la gestione è prevalentemente a carattere
consortile.
Consorzio Intercomunale Priula, Treviso 3, Treviso 1 e Padova 3
in Veneto, Fiemme Servizi e Asia Lavis in Trentino, Ambiente Servizi e Comunità
Montana della Carnia in Friuli Venezia Giulia, Cem Ambiente e SCS Gestioni in
Lombardia, Consorzio Chierese Servizi e Bacino Basso Novarese in Piemonte,
Unione di Comuni dei Fenici in Sardegna, Cosmari nelle Marche, la Comunità
Montana Alto Bradano in Basilicata e Publiambiente in Toscana solo per fare
alcuni esempi.
I cittadini serviti dai sistemi omogenei e collaudati
garantiti da questi consorzi sono oltre 4,5 milioni, più della metà del totale
dei cittadini ricicloni che sono invece 7,8 milioni. A testimoniare che insieme
è meglio e costa meno, che col porta a porta il materiale raccolto è più pulito
e può essere riciclato a un costo più basso per alimentare quelle imprese che
hanno scommesso su un’economia verde.
Italia a due velocità. Anche se in
questa ventennale edizione del concorso tutte le regioni (ad eccezione della Val
d’Aosta) possono vantare la presenza di Comuni premiati, nel complesso l’85% dei
ricicloni si trova al Nord e il restante 15% è equamente distribuito al centro
Sud. Veneto sempre in testa con la percentuale più alta di comuni ricicloni sul
totale (65,40%); il Friuli Venezia Giulia incrementa i risultati passando dal
35% dello scorso anno al 55%. Incrementi del 5% circa anche in Basilicata e
nelle Marche, ma su numeri di partenza decisamente inferiori.
Nelle prime
100 posizioni della classifica dei piccoli comuni del Nord troviamo 52 veneti,
32 trentini, 12 friulani, 2 lombardi e 2 piemontesi. Il primo ad insinuarsi in
questa classifica tutta Nord Est è Medolago (BG) in 69esima posizione.
La
sorpresa arriva osservando le prime 100 posizioni della classifica assoluta dove
a seguire la performance del triveneto che piazza 56 comuni del Veneto, 30 del
Trentino Alto Adige e 9 del Friuli Venezia Giulia, troviamo un comune della
Toscana, Serravalle Pistoiese (PT), in 65a posizione, e uno della Campania,
Casal Velino (SA) nella posizione successiva.
Notizie positive arrivano
dalla Toscana, dove Publiambiente sta coinvolgendo i Comuni a cavallo tra le
provincie di Pistoia, Pisa e Firenze, con risultati molto lodevoli, con Empoli
(FI, 48mila abitanti), San Giuliano Terme (PI, 32mila) e Fucecchio (FI, oltre
23mila) tra le prime 11 posizioni nella classifica dedicata ai comuni over 10
mila del Centro. Quaranta sono invece i ricicloni marchigiani che riempiono la
graduatoria dei piccoli comuni del Centro, tutti serviti dai consorzi Cosmari,
Cir33 e Unione Roverasca. I piccoli comuni del Sud invece sono solo in Campania,
fino alla 18a posizione, in provincia di Salerno ma anche di Napoli, Benevento e
Avellino.
I ricicloni del Sud sono di più dei quelli del Centro. Sono
infatti 105 i virtuosi del meridione contro gli 83 del Centro. Ma sono quasi
solo in Campania (53) e Sardegna (20). La produzione media pro capite di rifiuti
dei ricicloni rimane inalterata, confermando la flessione di circa il 4,5%
rispetto alle percentuali del 2010, imputabile soprattutto ad una “decrescita
infelice” dei consumi, ma anche alle varie iniziative intraprese dai più
virtuosi.
Al di là dei numeri, le storie. Salerno, Baronissi, Empoli,
Milano, Torgiano, gli eco-campioni campani, Bellusco: nella sezione ‘Storie di
ordinaria buona gestione” il dossier 2013 ha voluto raccontare piccole storie
che meglio fanno comprendere il ruolo unico ed essenziale dei singoli cittadini,
delle loro iniziative anche attraverso le attività dei circoli di Legambiente,
delle imprese e dei loro lavoratori, delle amministrazioni pubbliche.
Comuni Ricicloni 2013 è stato realizzato da Legambiente con il
patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
In collaborazione con Associazione nazionale Comuni Italiani, Assobioplastiche,
Conai, FederAmbiente, Fise Assoambiente e Fise Unire, CiAl, Comieco, CoRePla,
CoReVe, Ricrea, Rilegno, Centro di Coordinamento RAEE, Consorzio Italiano
Compostatori e la rivista Rifiuti Oggi. Il dossier completo è disponibile su www.ricicloni.it