Oggi
Papa Francesco ha
visitato l’isola di
Lampedusa. «Ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare -
ha detto nella sua omelia -, a compiere un gesto di vicinanza,
ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si
ripeta, non si ripeta per favore». «Siamo una società che ha dimenticato
l’esperienza del piangere, del “patire con”: la globalizzazione
dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere!», ha poi detto
ancora.
Per don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana,
“quel richiamo alla globalizzazione dell’indifferenza dovremmo sentirlo tutti
come uno schiaffo per ciò che non abbiamo fatto e uno sprone ad accogliere, ad
ascoltare i nostri fratelli, a fare di più”. “Il Papa - prosegue don
Soddu - ci sta dicendo con le parole e con i gesti come deve essere un
cristiano: una persona che non accetta mediazioni, ma che va direttamente verso
i fratelli. A Lampedusa il Papa ha vissuto in prima persona ciò che ci sta
chiedendo di essere. Francesco chiede ai cristiani, alla
Chiesa, alla Caritas di toccare e di essere accoglienti nei confronti della
carne viva dei nostri fratelli bisognosi, strumento chiaro di una risposta della
Chiesa e di Dio agli uomini . Il Papa stesso si fa garante della presenza di
Dio. Lui stesso si pone come mediazione, come rappresentante di Cristo sulla
terra”. Dopo questa visita nessun cristiano potrà più dire della questione
immigrazione: ‘Non è affar mio, non mi riguarda’", conclude il direttore di
Caritas Italiana.
Un appello «per i numerosi profughi, che attendono aiuto e consolazione»,
papa Francesco lo aveva già lanciato nel
Messaggio Urbi et Orbi, parlando
in particolare della
Siria, ed ha poi a più riprese riportato l’attenzione sul dramma dei
migranti e dei loro viaggi della speranza.
Il presidente e il direttore di Caritas Italiana,
S.E. Mons. Giuseppe Merisi e don Francesco
Soddu, avevano accolto con soddisfazione e riconoscenza l’annuncio
della visita di Papa Francesco a Lampedusa. Proprio oggi le
Caritas diocesane di tutta Italia hanno accompagnato il viaggio
del Santo del Padre uniti nella preghiera, prevedendo dei
momenti specifici in cui invocare insieme l’aiuto di Dio perché - come ricorda
don Francesco Soddu -, «non anneghi nel nostro cuore e nel
cuore del mondo, la pace fondata sulla giustizia e sul rispetto di ogni persona
e di ogni popolo».
Sin dall’avvio della cosiddetta emergenza Nord Africa, infatti
Caritas Italiana si
è mobilitata e le Caritas diocesane si sono fatte carico dell’accoglienza di
circa 3.000 persone. Un impegno certo non facile: dal lavoro in banchina a
Lampedusa e sui binari di Ventimiglia, per passare all’accoglienza diffusa su
tutto il territorio nazionale, fino alla costante interlocuzione con le
istituzioni locali e nazionali. L’emergenza è stata dichiarata formalmente
conclusa, ma l’impegno delle
Caritas sul territorio continua,
mentre le ripetute crisi internazionali, dalla Siria all’Egitto, rischiano di
richiedere nuovi sforzi
sul
fronte della tutela e dell’accoglienza.