"Nuclei familiari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori". Roma. L'aumento dell'Iva, rinviato a ottobre, rischia di penalizzare di più le famiglie meno abbienti. Lo sostiene la Cgia di Mestre, secondo cui "in termini assoluti saranno i percettori di redditi elevati a subire l'aggravio di imposta più pesante: a una maggiore disponibilità economica si accompagna una più elevata capacità di spesa".
Tuttavia, "la situazione si trasforma completamente se si confronta l'incidenza percentuale dell'aumento dell'Iva sullo stipendio netto annuo di un capofamiglia: l'eventuale aumento peserà maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate". E a parità di reddito "i nuclei familiari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori".
"Bisogna assolutamente - sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - trovare la copertura per evitare questo aumento, non si possono penalizzare le famiglie e in particolar modo quelle più in difficoltà. Nel 2012 la propensione al risparmio è scesa ai minimi storici e - spiega - se dal primo ottobre l'aliquota ordinaria del 21% salirà di un punto, subiremo un'ulteriore contrazione dei consumi, che peggiorerà ulteriormente il quadro economico generale".
"È vero - aggiunge Bortolussi - che l'aumento dell'Iva costa 4,2 miliardi all'anno, ma questi soldi vanno assolutamente trovati per non fiaccare la disponibilità economica delle famiglie e per non penalizzare ulteriormente la domanda interna". (
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