Da oltre un anno l’ong bolognese opera al confine tra Libano e Siria per soccorrere le persone in fuga: “Servono più aiuti umanitari, ma senza fare distinzioni tra le fazioni, perché la neutralità deve essere il principio base”.
“Media e comunità internazionale devono tenere alta l’attenzione sulla Siria: la situazione dei profughi sta esplodendo, serve maggiore impegno politico per arrivare alla pacificazione delle parti e servono più aiuti umanitari per sostenere la popolazione in fuga, senza distinzione tra le fazioni”. A dirlo è Dina Taddia, direttore dei programmi e responsabile Medio Oriente dell’ong GVC.
L’ong bolognese da oltre un anno opera in Libano, nell’area di confine della Beqaa, per soccorrere, grazie ai finanziamenti del Dipartimento per gli aiuti umanitari e la protezione civile (Echo) dell’Unione Europea, di Agire (l’Agenzia italiana per la risposta alle emergenze) e della Regione Emilia-Romagna, i profughi in fuga dalla guerra civile che dal marzo del 2011 insanguina la Siria.
“Siamo l’unica ong presente a Masharia al Qa, nel nord della valle della Beqaa, che rappresenta una sorta di zona cuscinetto tra la Siria e il Libano” continua Dina Taddia. “Vista l’esperienza con i rifugiati palestinesi avuta dopo il 1948, il governo libanese ben si guarda dal creare nuovi campi, per cui i profughi dalla Siria sono costretti a sistemarsi in alloggi di fortuna, in edifici in costruzione o abbandonati, in tende improvvisate, all’aperto o in casa di parenti per chi li ha”.
Dall’inizio del conflitto si calcola che siano oltre un milione e 600mila le persone scappate dalla Siria. “Ma non sono tutti siriani, molti sono libanesi andati a lavorare in Siria o palestinesi, che ora si ritrovano nuovamente nelle condizioni di profughi – spiega Dina Taddia –. Noi ne abbiamo aiutate diverse migliaia, a prescindere dalla loro nazionalità o dalla fazione che sostengono, perché negli aiuti umanitari la neutralità è il principio base, come abbiamo recentemente ribadito al ministero degli Affari esteri italiano attraverso un appello del network Agire, che riunisce le principali organizzazioni italiane in grado di operare in contesti d’emergenza”.
GVC, collaborando con il Coordinamento internazionale per gli aiuti umanitari, fornisce ai rifugiati protezione dal freddo e dal caldo, stufe a gasolio, coperte, teli impermeabili e cisterne per l’acqua potabile. Distribuisce cibo, prodotti igienici e per la prima infanzia e assiste mamme e bambini, monitorando le loro condizioni di salute. “Sono intere famiglie che hanno perso tutto e che spesso arrivano in Libano con solo quello che hanno addosso. In Siria avevano una casa, un lavoro, una scuola per i figli e ospedali dove curarsi, ora non hanno niente”.
Ma la situazione in Libano si sta facendo sempre più tesa. “La mancanza di adeguati servizi sanitari sta causando il diffondersi di malattie e l’aggravarsi delle condizioni di salute e ci sono bambini che da 2 anni non vanno più a scuola – aggiunge Dina Taddia –. Inoltre da quando Hezbollah ha dichiarato il sostegno ad Assad, la zona di Beqaa è stata oggetto di bombardamenti e di incursioni di gruppi armati”. Il forte afflusso di profughi sta anche creando frizioni con la comunità locale: “Vanno aiutati pure i libanesi, per evitare che la convivenza forzata con i profughi porti a nuove tensioni”.
Prima che scoppiasse la guerra, l’ong operava anche in Siria: “Ora i nostri operatori sono in Libano per sostenere i profughi e la popolazione locale, ma appena otterremo i visti e ci saranno le condizioni di sicurezza necessarie torneremo in Siria”, conclude la responsabile Medio Oriente di GVC.
GVC
GVC - Gruppo di Volontariato Civile, è una organizzazione non governativa laica e indipendente, nata a Bologna nel 1971.
Sin dalla fondazione opera per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni nei Paesi in via di sviluppo attraverso progetti di cooperazione internazionale e azioni di pace e solidarietà. Gvc è presente in circa 25 Paesi di Asia, Africa sub-sahariana, Vicino e Medio Oriente, America Latina e Europa, con interventi nel settore della salute, dell’educazione, della nutrizione, dello sviluppo socio-economico e rurale e della ricostruzione post emergenze, realizzati da 50 cooperanti italiani e da 3.500 operatori locali.
Oltre ai progetti di cooperazione internazionale, GVC promuove azioni di advocacy, campagne di informazione e sensibilizzazione sulle problematiche dello sviluppo, in collegamento con il territorio italiano, europeo e dei Paesi in cui è presente.