Si avvicinano a quota 200 le municipalità che in tutta Italia hanno deliberato la cittadinanza onoraria per i minorenni nati e residenti sul proprio territorio da genitori stranieri: ragazzi a tutti gli effetti italiani, ma che per la normativa italiana sono considerati stranieri, e che per questo possono persino rischiare, al compimento della maggiore età, l'espulsione verso il loro Stato di origine (familiare), quella sì davvero terra per loro straniera.

In questa ormai nutrita lista, non può non spiccare una città come Torino, comune di residenza per ben 150.000 cittadini stranieri, pari al 17% della popolazione totale. 

Per questo, quando il Sindaco Piero Fassino ha indetto una speciale festa per celebrare la consegna dell'attestato a ben 800 nuovi baby-cittadini (tutti i figli di genitori stranieri residenti, nati dopo il 17 dicembre 2012, giorno della delibera consiliare che ha modificato l'art. 7 dello Statuto comunale) l'invito è stato rivolto anche al Ministro dell'Integrazione, Cécile Kyenge, e al Presidente del Comitato Italiano per l'UNICEF, Giacomo Guerrera.

La festa, dal titolo "Tutti i colori dei bambini" si è svolta nel pomeriggio di domenica 23 giugno 2013, nella Villa della Tesoriera di Corso Francia. "La cittadinanza civica onoraria è un gesto privo di significato legale, ma dal forte valore simbolico" come ha rilevato il sindaco Fassino, un primo passo verso la riforma della legge che disciplina l'acquisizione della cittadinanza (la L. 91 del 1992) e che attualmente si basa su una rigida applicazione del principio dello ius sanguinis.

In Italia sono ormai quasi un milione i bambini nati da genitori stranieri, ha ricordato il ministro Kyenge: "se non diamo loro opportunità di integrazione, perderemo opportunità e perderemo cervelli. Dobbiamo invece iniziare da subito a progettare un pezzo dell'Italia del futuro" (in questo video alcuni passaggi del messaggio letto dal ministro Kyenge)

«Abbiamo un'occasione importante per realizzare nel nostro Paese uno dei principi fondanti della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata dall'Italia 22 anni or sono» ha dichiarato il Presidente dell'UNICEF Italia Guerrera. «Attribuendo loro la cittadinanza - oggi onoraria, domani giuridicamente piena - non facciamo altro che scegliere di non discriminare bambini e ragazzi che crescono insieme ai nostri figli, convididendone ogni aspetto della vita sociale.»
 

Un momento della cerimonia di conferimento della cittadinanza civica onoraria. Al centro della foto si riconoscono il Ministro Cécile Kyenge, il Sindaco di Torino Piero Fassino e il Presidente dell'UNICEF Italia Giacomo Guerrera - ©UNICEF Italia/2013/Maria Costanza Trapanelli

Un momento della cerimonia di conferimento della cittadinanza civica onoraria. Al centro della foto si riconoscono il Ministro Cécile Kyenge, il Sindaco di Torino Piero Fassino e il Presidente dell'UNICEF Italia Giacomo Guerrera - ©UNICEF Italia/2013/Maria Costanza Trapanelli


Il tema della cittadinanza risale giorno dopo giorno posizioni nell'agenda politica, nonostante lo strapotere delle tematiche connesse alla crisi economica: numerose sono le proposte di legge pronte ad affrontare il confronto parlamentare. Il dibattito si annuncia caldo, ben più di quanto siano state le marginali contestazioni che domenica pomeriggio hanno accompagnato la presenza del ministro Kyenge.
 
Ciò che conta è che grazie anche a campagne di sensibilizzazione come quella condotta dall'UNICEF Italia "IO come TU", i diritti di centinaia di migliaia di bambini cominciano finalmente ad essere presi in seria considerazione, come testimonia il recente annuncio di misure semplificatrici da parte del Governo. Ne va del loro futuro, ma anche di quello dell'Italia. 


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