Successo a Bologna del primo Meeting nazionale “Adottivi non si nasce, si diventa!”. Occasione unica e mai sperimentata per un confronto aperto tra tutti i figli adottivi diventati grandi. L’appuntamento si rinnova tra un anno.
Per la prima volta in Italia, un centinaio di uomini e donne che da bambini erano stati accolti in famiglie italiane con l’adozione nazionale o internazionale si sono incontrati e confrontati nella Sala di Bologna Fiere per il meeting promosso dal Centro studi del CIAI – “Adottivi non si nasce, si diventa!”.
Arrivati da ogni parte d’Italia, gli adottivi hanno lavorato a gruppi su diversi temi che hanno riguardato e riguardano ancora oggi la loro storia adottiva: il percorso in famiglia, l’identità etnica, la ricerca delle origini. Tutto questo è avvenuto liberamente, senza genitori, psicologi, operatori sociali a mediare o commentare le loro riflessioni e conversazioni.
Per tutti i partecipanti il Meeting è stata una occasione unica, per alcuni la possibilità, finalmente, di poter parlare della propria adozione: l’edizione 2014 del raduno è già in programma e entro fine 2013 i risultati della giornata di Bologna sarà al centro di un convegno aperto a tutti gli attori del processo adottivo – figli, genitori, operatori, istituzioni – in cui saranno ancora una volta i figli i protagonisti dell’esperienza e di questo particolare ‘sapere’ da condividere.
Come ha sottolineato Maria Forte, che ha coordinato il Gruppo adottivi adulti del CIAI e la promozione del meeting, “il nostro l’obiettivo , oltre al confronto tra esperienze, è stato quello di formulare proposte per associazioni e istituzioni. La nostra esperienza e il nostro punto di vista possono essere utili per l’iter adottivo di tante famiglie”.
Erano alte le aspettative tra tutti i partecipanti, soddisfatti di aver avuto questa occasione dopo tanto tempo: “Vogliamo incontraci altre volte e più spesso: abbiamo tante cose che ci accomunano e su cui riflettere”; “Siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza per incontri di preparazione e sostegno genitori adottivi”; e ancora: “Siamo in grado di poter contribuire al percorso adottivo con la nostra esperienza maturata in età adulta”.
Sono alcune delle riflessioni emerse dal dibattito di tanti giovani, uomini e donne consapevoli di “essere stati tutti fortunati per essere stati adottati: dobbiamo quindi promuovere l’adozione anche per tutti quei bambini che non hanno questa opportunità”.
La giornata – resa possibile anche grazie al patrocinio della Regione Emilia Romagna e al contributo della Banca popolare dell’Emilia Romagna – è stata inaugurata dal saluto della presidente CIAI Paola Crestani che ha sottolineato come “nell’iter adottivo siano i figli al centro delle attenzioni del CIAI, da quando entrano in famiglia a quando, da adulti, saranno loro stessi a crearsi una famiglia. E oggi abbiamo imparato che dovremo sempre di più conoscere il loro punto di vista”.
Daniela Bacchetta, vicepresidente della CAI – Commissione adozioni internazionali, ha riconosciuto l’importanza del Meeting e di questi momenti di confronto: “E’ arrivato il momento di ascoltare anche la voce dei figli adottivi adulti” ha detto, apprezzando la nascita di associazioni o gruppi, come quello promosso dal CIAI.
Marco Chistolini, responsabile scientifico del Centro studi CIAI, nell’avviare i workshop mattutini ha fatto chiarezza su un punto essenziale: “L’adozione non è una patologia ma una condizione esistenziale e gli adottivi sono cittadini italiani ma né per sangue né per nascita”.
Luigi Fadiga, Garante per l’Infanzia e l’adolescenza dell’Emilia Romagna – che ha partecipato alla tavola rotonda pomeridiana insieme a Monya Ferritti, presidente del CARE – Coordinamento delle associazioni familiari – ha ribadito che “contro lo slogan “adozioni più’ semplici per tutti” dico che l’adozione è per sua natura complessa e merita di essere trattata come tale”.