Rilanciare gli investimenti, facilitare l’accesso al credito soprattutto per le piccole e medie imprese, ridurre i costi energetici. Queste le principali misure previste dal “Decreto del fare”, interventi in grado di restituire fiducia all’economia e invertire le aspettative sul ciclo economico, creando le condizioni per riportare il Paese su un sentiero di crescita.

Gli interventi previsti rispondono alla necessità di valorizzare le risorse pubbliche disponibili - che sono limitate - come leva per stimolare al massimo gli investimenti privati, attivando così un effetto moltiplicatore.

Per rilanciare la competitività del nostro sistema imprenditoriale la prima necessità è creare le condizioni favorevoli perché le imprese tornino a investire in macchinari e in innovazione.

Con questo obiettivo il “Decreto del Fare” ha previsto l’attivazione di un canale di finanza agevolata a favore delle imprese che intendono rinnovare i processi produttivi, acquistando nuovi macchinari e beni strumentali. La provvista CDP assicurerà risorse pari a 5 miliardi, utilizzabili per un finanziamento massimo di 2 milioni di euro per azienda. La misura, punta ad aiutare le imprese che scelgono di investire sul futuro, mettendole in condizione di beneficiare di un tasso dimezzato rispetto a quello di mercato.

Per riattivare il circuito del credito, il decreto prevede il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia, per consentire l’accesso a una platea molto più ampia di piccole e medie imprese. A questo scopo, in particolare, si dispone la revisione dei criteri di accesso per il rilascio della garanzia che allargherà notevolmente la platea delle imprese che potranno utilizzare il Fondo ed è stato programmato un cospicuo rifinanziamento, in sede di Legge di Stabilità, che consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi.

Con il finanziamento dei Contratti di Sviluppo nel Centro-Nord, gestiti da Invitalia, abbiamo posto le condizioni per avviare in tempi rapidi almeno 20 grandi progetti di investimento che diversamente non sarebbero partiti, assicurando non solo un significativo impatto economico, ma anche un’importante ricaduta sul fronte occupazionale.

Il Decreto contiene inoltre misure importanti volte a eliminare alcuni costi e alcune complicazioni che pesano sulla competitività del nostro sistema di imprese. Ci siamo concentrati prima di tutto sui costi della bolletta elettrica, semplificando e rimuovendo una serie di oneri impropri e di rendite. Stimiamo un risparmio potenziae a beneficio di tutti i consumatori pari a oltre 500 milioni di euro all’anno a partire dalla seconda metà del 2013.

In particolare, abbiamo modificato le modalità di determinazione delle tariffe concesse agli impianti in regime Cip6, in modo progressivo, portandole in linea con i prezzi di mercato che si sono significativamente ridotti nell’ultimo periodo; abbiamo bloccato la maggiorazione degli incentivi all’elettricità prodotta da biocombustibili liquidi, maggiorazione che avrebbe comportato un aumento delle tariffe di 300 milioni all’anno e avrebbe premiato impianti con scarsi benefici ambientali che saranno invece oggetto di iniziative di riqualificazione.

Il Consiglio dei Ministri ha assunto l’impegno a rivedere l’intera materia degli incentivi per la produzione di energia elettrica, proseguendo il percorso di differenziazione delle fonti e valorizzazione delle energie rinnovabili.

Viene inoltre ampliata l’apertura del mercato del gas naturale, liberalizzando completamente le piccole e medie aziende, in linea con quanto indicato dalla Commissione Europea e dall’Antitrust.

Sono previste poi misure volte ad accelerare l’avvio delle gare di distribuzione del gas per ambiti territoriali, dalle quali deriveranno minori costi per i cittadini utenti e significative entrate per gli enti locali.

È stata inoltre prevista la liberalizzazione dell’accesso ad internet (wifi).

Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri.

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