«Il nostro Paese non ha giacimenti petroliferi ma ha un ingente patrimonio paesaggistico e ambientale. È questo il nostro petrolio e bisogna valorizzarlo. A cominciare dall'educazione nelle scuole». Vincenzo Pepe, presidente di Fareambiente, Movimento Ecologista Europeo, non ha dubbi: l'educazione ambientale deve diventare al più presto obbligatoria, entrando di diritto nei programmi scolastici, «al pari dell'educazione artistica, o di quella musicale».

Perciò, in questi giorni viene presentata una proposta di legge che ne preveda l'obbligatorietà a scuola nella fascia dell'obbligo. Si tratta di una pdl trasversale, firmata da parlamentari di diversi schieramenti: primo firmatario è Antimo Cesaro (Scelta civica). «Al fine di formare i giovani - recita il primo articolo della pdl - relativamente all'importanza della conservazione di un ambiente sano e al rispetto del territorio, nonché alla realizzazione di tutte le pratiche utili per l'attuazione di uno sviluppo sostenibile, è previsto che nei programmi scolastici della scuola dell'obbligo sia inserito l'insegnamento dell'educazione ambientale come disciplina obbligatoria».

Si tratta di una legge «a costo zero e che è molto importante per il Paese - sottolinea Pepe -. Anche perché un tema come l'ambiente comprende tutto, dalla letteratura alla storia, dall'economia alla fisica e alla geografia. L'educazione ambientale è dunque una materia trasversale, ed è basilare insegnare fin da piccoli un comportamento etico nei confronti dell'ambiente». «Anche nella passata legislatura ci battemmo su questi temi - tiene a precisare il presidenge di Fareambiente -. Ora c'è il massimo sostegno delle commissioni Ambiente della Camera e del Senato. Si tratta di fare innanzitutto la legge e poi individuare il regolamento attuativo».

Inoltre, una società è sostenibile quando i bisogni primari di tutti sono soddisfatti, perché povertà e ineguaglianze rappresentano causa di ogni crisi sociale ed ambientale. Per questo Pepe sostiene che «occorre l'impegno di tutti per contribuire alla diffusione della cultura della sostenibilità dell'educazione sul tema e porre in essere adeguate azioni tese alla creazione di una coscienza individuale e collettiva informata».

L'educazione ambientale, per il Movimento Fareambiente, viene intesa come capacità di gestione degli esseri umani nel coordinare i comportamenti in rapporto agli ecosistemi, con l'intenzione di vivere in maniera ecosostenibile, ovvero senza alterare del tutto gli equilibri naturali. Perché ciò avvenga, FareAmbiente sostiene che debbano esservi garanzie sulla sicurezza ambientale e sanitaria, predisponendo delle azioni capillari sul territorio, anche attraverso delle tavole di concertazione fra i diversi attori sociali. Per FareAmbiente l'educazione ambientale e di conseguenza quella alimentare, sono un pilastro fondamentale per una buona qualità della vita.

Il Movimento, si ritiene concorde con la linea giurisprudenziale adottata dalla Corte Costituzionale che ha affermato come l'ambiente non sia una materia, ma un valore. L'Ambiente viene inteso come habitat dell'uomo che, in quanto tale, deve essere considerato come un insieme di materie la cui tutela e valorizzazione vanno di pari passo con la qualità di vita del cittadino protagonista della sua salvaguardia. Il concetto di educazione ambientale è dunque strettamente legato allo sviluppo sostenibile inteso non solo come un processo di evoluzione che coinvolge non solo l'uso razionale delle risorse naturali, le scelte economiche, l'orientamento dei progressi tecnologici ma anche i mutamenti istituzionali e sociali. (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-21/fareambiente-rispetto-lambiente-deve-171106.shtml?uuid=AbTDTF7H)

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