Esulta il ministro dell’Ambiente Orlando. La 37esima sessione annuale del Comitato mondiale dell’Unesco, in corso a Phonm Penh, la capitale della Cambogia, ha inserito l’Etna nel patrimonio mondiale dell’umanità, definendolo come «Uno dei vulcani più emblematici e attivi del mondo, tale da essere tra i più documentati record nel campo dei vulcani». L’Unesco ha evidenziato che «I crateri, le ceneri, le colate di lava le grotte di lava e la depressione della valle del Bove, fanno del monte Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e l’educazione», e che l’Etna continua ad avere un ruolo importante, in grado di influenzare «La vulcanologia, la geofisica e altre discipline di scienza della terra. La sua notorietà, la sua importanza scientifica, i suoi valori culturali e pedagogici sono di importanza mondiale».

L’Etna è il quarto patrimonio mondiale italiano iscritto per criteri naturali, dopo le isole Eolie, il monte S. Giorgio e le Dolomiti. Insieme al vulcano italiano sono entrati a far parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco anche il Parco nazionale del Tagikistan della Montagne del Pamir; un’area del Messico che ospita anche un vulcano “dormiente”: la riserva della biosfera El Pinacate e Gran Desierto de Altar; il Xinjiang Tianshan in Cina e il Namib Sand Sea della Namibia.

Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, è molto soddisfatto: «E’ una splendida notizia per l’Italia, un meritato premio al profondo impegno del Parco dell’Etna e del ministero dell’ambiente a sostegno della candidatura del vulcano siciliano a patrimonio mondiale dell’umanità. Il riconoscimento dell’Unesco premia ancora una volta l’eccezionale valore delle risorse naturalistiche italiane e mette in rilievo l’importanza delle politiche nazionali e locali di conservazione che contribuiscono alla valorizzazione del territorio. Il nostro patrimonio ambientale è uno strumento strategico fondamentale per promuovere nel mondo l’irripetibilità del nostro territorio. I sistemi naturali italiani rappresentano un ineguagliabile fattore di sviluppo sostenibile: come ministero dell’Ambiente continueremo a curare e a promuovere con sempre maggiore intensità le aspettative delle comunità che vogliano valorizzare attivamente e coerentemente le loro bellezze territoriali».

In una nota il ministero dell’ambiente sottolinea che «Il riconoscimento del vulcano siciliano, icona del Mediterraneo, è stato accolto dal plauso unanime dei 21 Stati membri del Comitato: i rappresentanti di 13 Paesi – tra cui Francia, Sud Africa, Messico, Emirati Arabi Uniti, Cambogia, Svizzera, Colombia – hanno preso la parola per congratularsi con l’Italia per l’eccellente candidatura, per la qualità del dossier presentato, nonché per la proficua capacità di collaborazione tra governo, amministrazioni locali, istituzioni scientifiche e rappresentanti della società civile».

Il rappresentante permanente d’Italia all’Unesco, l’ambasciatore Maurizio Serra, ha ringraziato i membri del Comitato per il riconoscimento ed ha evidenziato «Il ruolo decisivo del ministero dell’ambiente per tale successo e l’attenzione del governo per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturale italiano, unico al mondo».

Felice anche il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, che annuncia: «L’importante riconoscimento mondiale assegnato all’Etna è la dimostrazione del grande patrimonio naturalistico, culturale e storico che l’Italia possiede. Attualmente il nostro Paese è la nazione con il maggior numero di siti, ben 47, inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità. Una Penisola simbolo di bellezza e ricco di bellezza, come quella del paesaggio, dei luoghi, ma anche quella dei gesti, dei comportamenti e delle idee. E l’Unesco in qualche modo ce lo ha ricordato assegnando un prestigioso riconoscimento al più grande vulcano d’Europa, che ogni richiama ricercatori e turisti per il suo valore naturalistico e scientifico”, così il commenta la notizia dell’Etna patrimonio Unesco. Questo risultato deve essere un punto di partenza per impegnarsi ancora di più nella tutela, valorizzazione e salvaguardia nelle bellezze del Belpaese, troppo spesso minacciate da fenomeni come ad esempio l’abusivismo, le illegalità o i tagli alla cultura. Puntare sulla bellezza è una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro».

Un po’ di merito lo rivendica anche il Cigno Verde che però denuncia anche quel che sta accadendo in altri siti. Come spiega Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, «Siamo felici che la nostra iniziativa lanciata nell’ambito di Salvalarte Sicilia abbia avuto un epilogo positivo. Speriamo che questo riconoscimento spinga la Sicilia a superare i gravissimi problemi che hanno caratterizzato la gestione degli altri siti come abbiamo denunciato nei nostri dossier “Unesco alla siciliana”. Solo ieri sono stati chiusi i servizi igienici della Villa del Casale di Piazza Armerina (En), perché l’acqua era contaminata. Bisogna cambiare marcia e andare oltre i riconoscimenti assumendo fino in fondo la responsabilità che discende dal conservare un patrimonio che non è solo nostro ma di tutta l’umanità».

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