GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO. Oxfam: Governi e comunità internazionale non possono restare a guardare. Servono finanziamenti certi e visione di lungo termine per affrontare la crisi dei rifugiati siriani, che nelle prossime 9 settimane diventeranno 2 milioni*, secondo quanto denuncia una coalizione di agenzie umanitarie di cui fanno parte anche Oxfam e Action Aid. - Roma, 20 giugno 2013 -

Video dal campo profughi di Zaatari

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, la coalizione ha espresso profonda preoccupazione per il continuo aumento di siriani che lasciano il paese a causa di un conflitto che non vede fine.

“L’emergenza dei rifugiati siriani si fa sempre più grave – ha dichiarato Hugh Fenton, coordinatore del Syria INGO Regional Forum, una coalizione di organizzazioni non governative che lavora nella regione – Violenza e spargimenti di sangue non si fermano e questo provoca l’esodo a cui assistiamo da mesi”

“Quando arrivano nei paesi ospitanti, i profughi sono esausti e disorientati, non sanno che futuro li aspetta. Un’intera generazione di ragazzi e bambini siriani ha assistito a violenze inaudite, donne e ragazze hanno subito abusi e stupri. Vivere in esilio non li aiuterà di certo” ha aggiunto Fenton.“Dobbiamo garantire che tutte queste persone ricevano l’assistenza necessaria per vivere in modo dignitoso, a prescindere dal fatto che siano o non siano registrate, che vivano dentro o fuori dai campi.”

Il numero ufficiale di rifugiati siriani è rapidamente arrivato a oltre 1,6 milioni - con Libano e Giordania che ne ospitano la maggioranza – ma le cifre reali sono ben altre perché migliaia non si registrano e non riescono ad avere regolare accesso agli aiuti.

Oltre il 77% del totale della popolazione di rifugiati vive in aree urbane, al di fuori dei campi ufficiali, con poca o nessuna possibilità di guadagnarsi da vivere. Nonostante i governi e le comunità dei paesi ospitanti insieme alle agenzie umanitarie stiano facendo tutto il possibile, i rifugiati siriani hanno bisogno di accesso urgente ai servizi di base, tra cui alloggi, salute, acqua, servizi igienico-sanitari e di istruzione. Troppe persone sono intrappolate in un circolo vizioso da cui è difficile uscire: gli affitti troppo alti spingono molti a indebitarsi o a vivere in ripari inadeguati, con inevitabili ripercussioni per la salute fisica e psicologica.

Le strutture sanitarie nelle sovraffollate comunità di accoglienza sono al limite; in Giordania, ad esempio, il numero di visite ospedaliere per i rifugiati è cresciuto da 300 del mese di gennaio 2012 a 10.000 dello scorso marzo, mentre in Libano i profughi non riescono a pagare la quota che gli spetta pari al 25%.

“La comunità internazionale e i governi non possono restare indifferenti di fronte a questa tragedia umana che assume dimensioni enormi settimana dopo settimana – ha dichiarato Riccardo Sansone, coordinatore aiuto umanitario di Oxfam Italia - Non siamo in grado di prevedere quando finirà la crisi ma sappiamo che i rifugiati rimarranno nei paesi ospitanti per parecchio tempo ancora. Proprio per questo è fondamentale che tutti i rifugiati siano messi nelle condizioni di vivere con dignità e di avere accesso ai mezzi di sostentamento principali, lavorando contemporaneamente per ridurre l’impatto che la loro presenza sta avendo sulle comunità ospitanti."

Le agenzie umanitarie hanno chiesto invano una risposta continuativa alla crisi: gli appelli delle Nazioni Unite, per oltre 4 miliardi di dollari, sono stati finanziati per meno di un terzo e le Agenzie umanitarie stanno sollecitando i paesi donatori a trovare il denaro necessario per finanziare adeguatamente la risposta umanitaria.

Fino ad ora Oxfam ha aiutato 95.000 rifugiati in Libano e Giordania.

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