Presentata a Torino indagine Isfol. "I paradigmi dell’innovazione e l’impresa sociale al sud. Alcune evidenze empiriche” è l’oggetto dell’indagine di campo condotta da Anna Chiara Giorio, ricercatrice Isfol, su un campione di 300 imprese sociali operanti nelle quattro Regioni di Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), i cui risultati sono stati presentati, a Torino, venerdì 7 giugno, in occasione della VII edizione del Colloquio Scientifico sull’impresa sociale.
L’iniziativa è stata organizzata da Iris Network, l’associazione degli Istituti di Ricerca sull’Impresa Sociale, in collaborazione con l’Osservatorio sull’economia civile – Comitato imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino e l’Università degli Studi di Torino.
Lo studio ha messo in evidenza il fatto che la realtà dell’economia sociale al Sud appare fondata sul “consolidato, più tradizionale e numeroso modello della cooperazione sociale, seppur declinato in modo innovativo in quanto, pur in un contesto di crisi, regge la propria presenza sul mercato ed è sempre meno dipendente dalla commessa pubblica, rafforzato nella dimensione imprenditoriale e di produzione di valore sociale, attento anche a comunicare nel proprio contesto di riferimento questo duplice valore sociale ed economico”.
Interessante è il dato che restituisce una dimensione delle imprese sociale orientata all’innovazione. Dalle evidenze, risultate dallo studio, emerge che “la maggioranza assoluta delle imprese del campione (54,3%) afferma di aver introdotto nell’ultimo triennio qualche forma di innovazione al proprio interno, con riferimento ai prodotti/servizi realizzati, ai processi produttivi utilizzati oppure nella propria struttura organizzativa, gestionale e/o commerciale”, anche se, precisa l’autrice “tale percentuale si riferisce ad un concetto di innovazione molto ampio, che contempla anche modifiche e cambiamenti di piccola entità, che assumono una portata strategica molto limitata”.
Significativa anche la propensione delle imprese sociali a realizzare o partecipare all’organizzazione di iniziative culturali sul proprio territorio: fra il 40% ed il 45% svolge un’attività di educazione in campo ambientale, di salvaguardia del territorio naturale e/o del patrimonio culturale o di educazione alla legalità e poco più di un quinto svolge attività di educazione al consumo critico oppure di ricerca sociale.
In conclusione, l’indagine Isfol, mette a sistema alcuni tratti distintivi comuni emersi dall’analisi che sintetizza in cinque punti:
1. le organizzazioni economiche del terzo settore al sud non sembrano presentare sintomi di sofferenza economica;
2. all’opposto vi è, rispetto al passato, un rafforzamento da parte delle imprese sociali della loro capacità imprenditoriale, nonostante il periodo di crisi economica;
3. l’impresa sociale al sud sembra finalmente avviata verso un rapporto “alla pari” con la pubblica amministrazione: non chiede più o non solo sostegno finanziario, ma partnership, capacità collaborativa progettuale che vada oltre il settore economico di intervento ;
4. l’ingresso nei settori dei servizi alla collettività delle imprese profit o low profit non sembra ancora avvenuto o incidere sulle realtà dell’economia sociale nelle quattro regioni prese in esame;
5. il bilancio sociale, anche se non pienamente padroneggiato nei suoi aspetti tecnico-compilativi, è ormai comunemente considerato strumento di comunicazione e di misurazione di valore sociale.
Per saperne di più:
I paradigmi dell’innovazione e l’impresa sociale al sud: alcune evidenze empiriche.
I paradigmi dell’innovazione e l’impresa sociale al sud: alcune evidenze empiriche (slides).