Nei soli 2 giorni del vertice G8 che si è aperto ieri a Lough Erne in Irlanda del Nord, circa 2,2 miliardi di dollari verranno spostati in modo illecito dai paesi in via di sviluppo ai paradisi fiscali [i]: nelle stesse 48 ore, sempre nei paesi più poveri del mondo, un’area di terra grande quanto la città di Bologna sarà venduta a investitori stranieri [ii].

Per questo Oxfam chiede ai leader G8 di prendere provvedimenti concreti per impedire l’evasione e l’elusione fiscale e porre fine al land grabbing: solo così sarà possibile lottare contro povertà e fame nel mondo. Basta pensare che quei 2,2 miliardi di dollari che si involeranno verso i paradisi fiscali sono una cifra equivalente a quella che stati come Kenya e Tanzania spendono per assicurare l’istruzione ai loro bambini. O che dal 2000 aziende e investitori, che battono bandiera G8, hanno comprato una superficie di terra nei paesi in via di sviluppo più grande dell’intera isola irlandese [iii], sufficiente a sfamare 96 milioni di persone [iv]. E’ importante ricordare che dietro alla pratica delle acquisizioni di terra su larga scala si nasconde, troppo spesso, un arraffamento delle terre – o land grabbing – che porta via alle comunità più vulnerabili del mondo la terra che lavorano e la casa dove vivono, spesso con la violenza e senza nessun risarcimento.

“Non ci sono scuse: il G8 ha l’opportunità quest’anno di affrontare radicalmente lo scandalo del land grabbing e dell’evasione e dell’elusione fiscale. Servono nuove regole che impediscano a super ricchi e aziende di evadere il fisco e a investitori senza scrupoli di prendere la terra ai più poveri” afferma Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia. “I leader G8 devono rendersi conto che questo va anche a beneficio dei loro cittadini: secondo le nostre stime il 40% dei 18,5 trilioni di dollari approdati nei paradisi fiscali è riconducibile a persone residenti sotto la giurisdizione dei paesi G8. Fermare questa fuga di capitali è cruciale in particolare per un paese come l’Italia, che sta faticosamente cercando di trovare risorse da investire in misure di sostegno alla crescita e all’occupazione giovanile. I leader G8 possono davvero permettersi di essere responsabili della perdita di 66 miliardi di dollari di entrate fiscali, a scapito di cittadini di tutto il mondo che soffrono oggi gli effetti di misure di austerità sociale e tagli agli aiuti pubblici allo sviluppo? Un fisco giusto ed equo è la premessa indispensabile per ripartire, oltre la crisi” prosegue Bacciotti.

Secondo Oxfam qualsiasi accordo preso al G8 deve includere misure volte ad assicurare la tassazione equa di imprese e individui, regolando la questione dei paradisi fiscali e prevedendo il coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo: per questo il G8 deve fare in modo che ogni nuovo accordo multilaterale su scambio di informazione fiscale (come per esempio il FACTA) coinvolga i paesi in via di sviluppo, e sostenere la creazione di un registro pubblico per aziende e fondi di investimento che impedisca a evasori, funzionari corrotti e beneficiari di fondi illeciti di nascondere le loro ricchezze nei paradisi fiscali.

Oxfam inoltre chiede al G8 di fare in modo che le proprie aziende comprino terra in modo trasparente, assicurando il diritto delle comunità che ci vivono di essere ascoltate e risarcite, in accordo con le Linee Guida Volontarie approvate a Roma dal Comitato per la Sicurezza Alimentare nell’aprile 2012. La Land Transparency Initiative (LTI) ideata dalla Presidenza UK deve assicurare questo risultato.

 

Note:

[i] Secondo gli ultimi dati disponibile, le stime del Global Financial Integrity sono che che il 44,2% dei flussi finanziari sia assorbita dai paradisi fiscali offshore. La stima è redatta sulla base di 46 giurisdizioni che agiscono in regime di paradiso fiscale Oxfam ha calcolato la cifra sui due giorni del Summit sulla base dei flussi finanziari illeciti del 2012 che è di 892 miliardi di dollari (Global Financial Integrity: Illicit Financial Flows from Developing Countries: 2001-2010: http://iff.gfintegrity.org/iff2012/2012report.html), dividendo poi la cifra per 365 e moltiplicato per due per ottenere il totale nelle 48 ore e moltiplicando poi per la percentuale (44,2%) che finisce nei paradisi fiscali. (Global Financial Integrity, The Absorption of Illicit Financial Flows from Developing Countries: 2002-2006: http://www.gfintegrity.org/storage/gfip/documents/reports/absorption_of_illicit_flows_web.pdf).

[ii] Tra il 2000 e il 2013 le compravendite concluse da investitori stranieri hanno interessato un’area di 33 milioni di ettari, vale a dire 139 km2 ogni 2 giorni: più o meno quanto la superficie della città di Bologna (140,73 km2 secondo Wikipedia)

[iii] La quantità di terra è 11 milioni di ettari, secondo i calcoli di Land Matrix Partnership: http://landportal.info/landmatrix equivale a un terzo in più rispetto alla superficie di Irlanda del nord (1,4 milioni di ettari) e Repubblica d’Irlanda (7 milioni).

[iv] Secondo Land Matrix (http://landmatrix.org), le transazioni concluse nei paesi in via di sviluppo su terra agricola e forestale in cui sono coinvolti i paesi del G8, riguardano un’area pari a 11 milioni di ettari di terra. La potenziale produzione annuale di cereali sulla terra acquisita è stata calcolata moltiplicando l’area per la rendita media di cereali di quel paese (http://faostat3.fao.org). Il potenziale di cibo disponibile dall’eventuale raccolto è stato calcolato moltiplicando il volume di produzione possibile per le kcal disponibili da ogni tonnellata di cereali in un dato paese (ottenuto dividendo l’offerta di energia alimentare annuale per la quantità di offerta alimentare annuale; in entrambi i casi escludendo la birra http://faostat3.fao.org). Il numero delle persone che potrebbero essere sfamate se le terre non fossero accaparrate è stato calcolato dividendo l’offerta annuale potenziale di energia alimentare per la media annuale di bisogno alimentare in quel dato paese http://www.fao.org/economic/ess/ess-fs/ess-fadata/en/). I totali per transazioni individuali sono quindi stati sommati per arrivare a un totale di 96 milioni sfamati.

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