I 6 miliardi di euro stanziati per far fronte alla disoccupazione giovanile, a valere sulla programmazione finanziaria 2014-2020 sarebbero insufficienti. Questa la visione della vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli (Pdl) e del capodelegazione del Pdl all'Eurocamera Giovanni La Via: ''Si tratta di una base di partenza'', che però non basta, sottolineano i due eurodeputati, notando che ''il problema non riguarda solo l'ammontare delle risorse economiche disponibili, perché è carente soprattutto la strategia e la programmazione''.
Agli europarlamentari Pdl si aggiungono le critiche alle azioni messe in campo da Bruxelles da parte del collega del Pd Roberto Gualtieri.
''Purtroppo per la prossima programmazione finanziaria 2014-2020 a favore dell’occupazione giovanile sono stati stanziati solo 6 miliardi di euro: si tratta di una base di partenza ma sono comunque risorse insufficienti, basti pensare che secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro nell'area dell'euro occorrerebbero almeno 21 miliardi di euro'', notano Angelilli e La Via.
''E´necessaria una strategia più incisiva che punti su un’effettiva programmazione delle risorse disponibili, in grado di fare delle valutazioni di impatto misurabili e monitorabili costantemente in base all´efficacia dei risultati prodotti", proseguono. E indicano ''tra le priorità del pacchetto occupazione ribadite, la formazione di alta qualità in sinergia con il mondo del lavoro e delle imprese, incentivi e taglio delle tasse sul lavoro per le assunzioni dei giovani, accesso delle pmi dei giovani a finanziamenti oltre che dei fondi strutturali anche della Banca europea per gli Investimenti".
Sulla stessa linea un'altra pidiellina, la presidente della comisione Petizioni del Parlamento europeo Erminia Mazzoni: ''Il pacchetto europeo sul lavoro è in realtà un pacchetto semi vuoto, soprattutto per l'Italia. I sei miliardi sono in realtà appena tre. I restanti sono solo il frutto di un passaggio di cifre dal Fondo Sociale Europeo (Fse), da spalmare su sette anni e per i 28 diversi stati membri (con l'ingresso della Croazia)". E prosegue: "la proposta della Commissione si rivolge a giovani tra i 18 e i 25 anni e ricalca modelli virtuosi, provando a estendere i successi del sistema scandinavo alle diversissime realtà degli stati membri. Una volta sbloccate le risorse i fondi sarebbero destinati a migliorare l'attività dei centri per la ricerca dell'impiego i quali diverrebbero veri e propri incubatori di talenti: dalla ricerca di tirocini e corsi di formazione nei periodi di non lavoro alla segnalazione di posti disponibili idonei al candidato. Verrebbe da pensare: un percorso dalla laurea alla pensione" spiega Mazzoni che aggiunge:"Bellissime intenzioni, ma in molti paesi europei - tra cui l'Italia- prima di arrivare ai virtuosismi bisogna fare un lungo cammino di riforme strutturali.
In linea con le critiche avanzate dalla delegazione Pdl del Parlamento europeo anche l'eurodeputato Pd Roberto Gualtieri: ''Al di là dell'anticipo a gennaio dei 6 miliardi della Youth Initiative occorre un chiaro impegno all'aumento di quella cifra. E invece, il negoziato sul bilancio è bloccato per colpa del Consiglio e degli imperativi di politica interna degli stati membri".
E in vista del summit dei capi di stato e di governo, Gualtieri avanza anche altre critiche: le ''grandi aspettative'' suscitate dal Consiglio europeo di giugno , da cui ''i cittadini europei aspettano misure concrete per la crescita e l'occupazione giovanile, temo verranno deluse''.
In particolare quelle relative all'Unione economica e monetaria, tema caro a Gualtieri, negoziatore per il Parlamento europeo nel gruppo di lavoro istituito da Van Rompuy sul futuro dell'Uem: "I progressi sull'Unione bancaria sono importanti, ma è il meccanismo di risoluzione che deve essere europeo e guidato dalla Commissione, e ciò è perfettamente possibile sulla base dei trattati''.
"Infine, della tanto attesa roadmap per l'autentica Unione economica e monetaria si è persa traccia, e si va verso una seconda proroga. Tutti gli elementi più ambiziosi, come il fondo di redenzione del debito, la capacità fiscale, sono spariti dall'orizzonte''. E conclude: "E' chiaro che il tanto sbandierato metodo dell'Unione non funziona. Il Consiglio europeo sembra ostaggio degli stati membri e delle loro scadenze elettorali. E al tempo stesso vuole tenere in ostaggio la Commissione, dicendo ad essa cosa può o non può proporre".
Marta Bonucci