Anticipo al 2014 dei sei miliardi di denaro europeo destinati ai giovani, impegno di ulteriori fondi comunitari sul capitolo lavoro e investimenti produttivi. Si parlerà di questo nell'incontro programmato per venerdì 14 giugno, a Roma, e subito spacciato per vertice, nel corso del quale i ministri dell’Economia e del Lavoro di Francia, Germania, Italia e Spagna si confronteranno per trovare una posizione comune, in vista del Consiglio europeo di fine mese. La strada verso il piano choc per l’occupazione giovanile, auspicato dal premier Enrico Letta, appare tutta in salita.

Giuseppe Latour


Il calendario di giugno

Il calendario delle prossime settimane, almeno nelle scadenze, è già piuttosto chiaro. Venerdì ci sarà il vertice di Roma, durante il quale i ministri avranno un primo abboccamento sulle misure da prendere. Sabato avrà luogo un Consiglio dei ministri straordinario che il Governo userà per approvare un pacchetto di misure studiate per corroborare l’economia, probabilmente un decreto e un disegno di legge, da mandare in Parlamento subito. Infine, ci sarà l’atteso appuntamento del 27 e 28 giugno: il Consiglio europeo riservato al tema dell’occupazione giovanile.


Il Cdm di sabato

Le decisioni più concrete, per adesso, sono legate alla scadenza di sabato. In queste ore la squadra dei tecnici di via XX settembre è impegnata a mettere insieme le risorse necessarie a finanziare il provvedimento in arrivo. Di certo si punterà sui soldi della “Youth guarantee”, sei miliardi di euro tra il 2014 e il 2020 e tra 400 e 500 milioni di euro per l’Italia. Qualche altra risorsa potrebbe arrivare dalla riprogrammazione di fondi comunitari non utilizzati, da destinare in via prioritaria all’emergenza occupazionale. Il plafond da raggiungere dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo.

In questo modo potrebbero essere finanziate alcune misure di incentivo alle assunzioni dei giovani, da inserire nel decreto. Al momento si sta ancora valutando se preferire gli sgravi contributivi o un taglio della tassazione: comunque dovrebbero esserci misure di sostegno per chi ha meno di 30 anni. Accanto a questo, nel pacchetto lavoro dovrebbero confluire due misure già indicate da tempo dal ministro del Welfare Enrico Giovannini. Si tratta della riduzione degli intervalli per i rinnovi dei contratti a termine e della semplificazione dell’apprendistato. Il provvedimento sarà completato da un pacchetto di semplificazioni e sgravi per le imprese e da almeno un ddl da mandare in Parlamento, per dare la possibilità alla maggioranza di contribuire fattivamente al processo decisionale dell’Esecutivo.


Anticipare la "youth guarantee"

Questo pacchetto di misure sarà presentato in anteprima al vertice di venerdì e aprirà la strada a colloqui che non si annunciano facili. Se sugli obiettivi sono tutti d’accordo, bisognerà cominciare a parlare anche di risorse, per trovare una posizione comune: un punto sul quale le visioni, invece, divergono. La prima richiesta all’ordine del giorno, legata ai piani italiani, sarà l’anticipo al 2014 dei sei miliardi del piano europeo per il lavoro, in modo da spendere immediatamente questo denaro a favore dei giovani. L’impressione è che, almeno su questo, ci si possa mettere d’accordo.


Trattativa in salita

Oltre questa misura, con ogni probabilità, potrebbe invece esserci poco o nulla. Il vertice italiano non porterà decisioni pratiche; saranno tutte rinviate a fine giugno. Francia, Italia e Spagna chiederanno però alla Germania di andare a pescare qualche altra risorsa nel bilancio comunitario, per affrontare le emergenze. E difficilmente troveranno una sponda disposta ad ascoltare. Berlino, al momento, pare impegnata in una riduzione drastica del peso dei bilanci dell’Ue, come confermano anche le notizie in arrivo dai negoziati su questo tema.

Così anche l’altra speranza italiana rischia di tramutarsi in una bolla di sapone. Il vertice sarà una prima occasione per scandagliare la possibile estensione della nozione di investimenti produttivi: Bruxelles dovrebbe, cioè, avallare che le spese per il sostegno all’occupazione non siano conteggiate nel deficit. Anche su questo, però, non sono attese aperture generose. Sia adesso che a fine giugno.

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