Secondo alcune stime della Fao, la produzione di grano nel 2013 si aggirerà intorno ai 690 milioni di tonnellate facendo registrare un aumento del 4,3% rispetto al 2012, anno nero per i cereali, condizionato dalla siccità. Ma ora l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, mette in guardia su un altro fattore che potrebbe condizionare i raccolti: la ruggine del grano, un’infezione fungina che si sviluppa specialmente nelle stagioni più umide.

La Fao fa appello a tutti i paesi dove si coltiva grano, invitandoli ad intensificare il monitoraggio e la prevenzione, poiché le rese potrebbero essere compromesse in tutto il Nord Africa, in Medio Oriente, in Asia meridionale ed occidentale, aree che rappresentano più del 30 per cento della produzione mondiale di grano e quasi il 40 per cento della superficie totale destinata alla semina di questo cereale.

«Le condizioni di crescita favorevoli per il grano sono buone anche per la ruggine, così quando ci sono buone precipitazioni per le colture, è anche quando le ruggini crescono meglio e proliferano- ha dichiarato Fazil Dusunceli, esperto Fao specialista in ruggini del grano, della Divisione Produzione e Protezione delle piante- La strategia migliore per prevenire la diffusione di questa infezione fungina, è coltivare le varietà più appropriate, resistenti alla ruggine. Questo minimizza il rischio di contagio. In caso di epidemie improvvise, l’erogazione di fungicidi può aiutare a mitigare gli effetti della malattia, ma solo se presa in una fase iniziale».

La ruggine del grano, ha spiegato l’esperto, si manifesta con la comparsa sulle foglie e sugli steli della pianta di vescicole nerastre, marroni o di colore giallo, pieni di milioni di spore. Queste spore infettano i tessuti vegetali, ostacolando la fotosintesi e facendo diminuire la capacità di produrre. A rischio in particolare sono le aree dell’Africa orientale, Etiopia e Kenya, dove è in corso la stagione di crescita e le piogge sono state favorevoli. Se la ruggine attacca varietà suscettibili in una fase iniziale di coltivazione, l’intero raccolto può andare perduto.

«Anche se in pianura, nelle zone più calde, le coltivazioni sono ormai completamente mature e in molte parti il raccolto è stato già fatto, sugli altipiani e nelle regioni più montagnose, anche dell’Asia centrale e occidentale, c’è ancora il rischio di epidemie- ha aggiunto Dusunceli . Ma c’è ancora tempo per contenere le perdite, soprattutto quelle causate dalla varietà di ruggine di colore giallo, dal momento che le colture ad altitudini più elevate ed a temperature più basse sono ancora in fase di maturazione».

Infatti, in base all’allerta lanciata congiuntamente su www.rusttracker.org dal Centro internazionale di miglioramento del mais e del grano (Cimmyt) e dal Centro internazionale per la ricerca agricola nelle zone aride (Icarda), entrambi partner della Fao, è specialmente la ruggine gialla che sta danneggiando varietà sensibili in alcune parti dell’Afghanistan, dell’Azerbaijan, dell’India, dell’Iran, dell’Iraq, del Marocco, del Pakistan, della Turchia e dell’Uzbekistan. In Pakistan è stato segnalato un aumento di gravità per tutti e tre i tipi di malattie della ruggine, marcato in alcune zone (oltre il 40 per cento) e moderato (sopra il 20 per cento) in altre, ma gli effetti della ruggine gialla sono stati più pronunciati, essendo stati riscontrati nel 53% dei campi ispezionati. In Afghanistan, la ruggine gialla ha fatto la sua comparsa alla fine di marzo, all’est, al nord e nel nord-est del paese. L’incidenza e la gravità sono aumentate sulle colture sensibili fino all’ultima settimana di aprile, ma il previsto arrivo di condizioni climatiche più calde dovrebbe limitare l’ulteriore diffusione della malattia. In Marocco, la ruggine striata si è diffusa quasi dappertutto: il 40% dei campi ispezionati registrano un grado di gravità del 50% o più, e richiedono l’impiego di fungicidi.

La Fao dal 2008 ha avviato un programma globale per fornire sostegno politico e tecnico ai paesi colpiti, in collaborazione con il Cimmyt, l’Icarda, l’Ifad e la Cornell University, nell’ambito della Rust Borlaug Global Initiative, Gri, (Iniziativa globale contro le ruggini). In particolare l’attenzione è posta sulla prevenzione, favorendo lo sviluppo e la messa a dimora di varietà resistenti, l’uso di sementi certificate, la rapida moltiplicazione delle sementi, la formazione degli agricoltori, il rafforzamento della sorveglianza, la capacità di risposta d’emergenza e la cooperazione internazionale.

«Nel tentativo di ridurre i tempi di segnalazione- ha continuato Dusunceli- la Fao ha di recente lanciato in Turchia un sistema pilota di sorveglianza con telefoni cellulari, che utilizza gli smartphones e la tecnologia di comunicazione SMS. Un elemento chiave è che il compito di segnalare è stato assegnato a funzionari di divulgazione agricola, che nel loro lavoro quotidiano normalmente visitano i campi di grano di ogni distretto. L’informazione è ora istantanea ed è incanalata direttamente in un database ospitato presso il ministero dell’Agricoltura. Questi dati forniranno alle istituzioni le informazioni e i primi segnali di allarme necessari per reagire rapidamente», ha concluso l’esperto della Fao.

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