Lo scambio di informazioni automatico tra le amministrazioni fiscali degli stati membri dell'Ue sarà esteso dal 2015 anche a dividendi, plusvalenze, tutte le altre forme di reddito finanziario e i saldi dei conti. È la proposta della commissione Ue, che integra la direttiva sulla cooperazione amministrativa (2011/16/Ue) entrata in vigore lo scorso gennaio, e che già consente, a partire dal 2015, lo scambio automatico di informazioni tra le amministrazioni fiscali europee su redditi da lavoro, compensi per dirigenti, prodotti di assicurazione sulla vita, pensioni e beni immobili.
Di Angelo Di Mambro
Un aggiornamento delle norme è previsto per il 2017, per coprire altre categorie di reddito e patrimonio. A differenza del testo già approvato, che prevede lo scambio automatico sulle categorie succitate quando l'informazione è disponibile, per quanto riguarda le nuove, l'integrazione proposta dall'Esecutivo comunitario dispone l'obbligatorietà.
E il commissario Ue alla fiscalità, Algirdas Semeta, intende avvalersi da subito del mandato ricevuto dal Consiglio affari economici e finanziari (Ecofin) a maggio, per negoziare lo scambio di informazioni fiscali con la Confederazione elvetica, San Marino, Lichtenstein, Andorra e Monaco. Si comincia oggi da San Marino. «La prossima settimana sarò in Svizzera», ha detto Semeta, «per accelerare l'inizio dei negoziati». Seguiranno, «nelle prossime tre o quattro settimane» visite ufficiali negli altri paesi.
Il clima internazionale è quanto mai favorevole a questo tipo di iniziative. Bruxelles sta raccogliendo spunti che vengono sia dalle realtà nazionali, sia fuori dai confini europei. L'individuazione di uno standard globale per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale è una delle priorità del prossimo summit del G8, in programma il 17 e 18 giugno in Nord Irlanda, sotto la presidenza della Gran Bretagna. Nel febbraio 2013 i ministri delle finanze del G20 si sono impegnati a lavorare verso il raggiungimento dello standard globale, che sarà quindi uno dei temi principali di discussione anche al summit del G20, in calendario per il prossimo settembre in Russia. Tornando all'Europa, al Consiglio Ue del maggio 2013 gli stati membri si sono impegnati a adottare la revisione della direttiva Ue sulla tassazione dei redditi da risparmio entro il 2013.
Una decisione che sblocca uno stallo che durava dal 2008, quando la Commissione aveva proposto di aggiornare le norme in vigore dal 2005 (direttiva 2003/48/Ce). Anche paesi inizialmente contrari all'adozione delle nuove norme, come il Lussemburgo, hanno di recente annunciato che inizieranno ad applicare lo scambio automatico di informazioni dal 2015.
A chi fa notare che potrebbe trattarsi di un diversivo, un modo per prendere tempo e legare la nuova direttiva risparmio ai negoziati con i paradisi fiscali extraeuropei, Semeta risponde che «il mandato del Consiglio Ue è stato chiaro, c'è unanimità sull'approvazione entro fine anno». Lo scorso aprile Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna hanno lanciato un progetto pilota sullo scambio multilaterale di informazioni, seguiti da altri 12 paesi membri. La caccia ai capitali in fuga si realizzerà anche in cooperazione con gli Usa, con i quali gli stati membri si sono impegnati o si stanno impegnando, tramite accordi bilaterali, a scambiare informazioni nell'ambito della legge americana sugli adempimenti fiscali dei conti esteri (Fatca). La necessità di uniformare le categorie di reddito e patrimonio coperte dal Fatca e quelle previste in Europa è stato un altro criterio che ha spinto la commissione ad avanzare la proposta di integrazione della direttiva sulla cooperazione amministrativa.